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Il tocco del vento

Posted: Mon Jun 07, 2021 9:04 pm
by Earios
Lo scafo batteva con forza sull'acqua sollevando tutto attorno spruzzi biancastri. Il rumore dello sciabordio si mischiava a quello della pioggia insistente che flagellava le vecchie vele rigonfie. Scricchiolii sinistri si rituffavano sotto alla chiglia, sparendo ingoiati nella spuma che appariva sempre più densa.
Allora gli schizzi divennero solidi agglomerati ariosi ed il mare tutto attorno una distesa di candide e soffici nuvole. L'imbarcazione prese ad attraversarle come raggi del sole che bucano la nebbia mattutina. Il rumore della pioggia sparì e tutto attorno fu soltanto silenzio.

"Perché mi sfuggi figlio mio?" - La voce era ovunque ed in nessun luogo. Melodiosa e graffiante, una nenia cantilenata.
"Sono qui, figlio mio."

D'un tratto s'innalzarono mille canti che si fusero in una cacofonia afona. Come cicale impazzite dallo scafo vennero voci gracchianti. Voci legnose come se ogni tavola della bagnarola fosse stata lasciata al sole cocente e vedesse la sua anima evaporare via, lontano. Un lamento, esasperato.

"Li senti, figlio mio? L'anima degli alberi alberga in queste tavole. Tu rifuggi ciò che ami!"

Gli occhi lacrimanti dal vento, le labbra secche dal sale, l'animo turbato ed impaurito. Lo sguardo vagava tutto attorno, lasciando che fosse la mente a disegnare soltanto nuvole sempre più dense.

Le voci si inseguivano incalzandolo.

"Non sono quindi permeate dalla medesima anima queste tavole?"
"Non è lo scricchiolio di questi pennoni il medesimo dei vecchi alberi nelle giornate ventose?"
"E questo dolce eterno cullare, possiamo dirlo diverso da quello di un qualsiasi ragno appeso ad un stelo d'erba?"
"Puoi negare che queste vele siano ciò che ci separa dalle stelle al pari delle chiome fronzute quando dormiamo stesi in una foresta?"
"Questi remi non vagano tutto attorno in cerca di un appiglio al pari dei rami danzanti delle giovani betulle?"

"Perché allora mi sfuggi, figlio mio?"

Per un breve instante un'espressione frustò i lineamenti del viso storcendoli in una smorfia appena percettibile. Una strana brezza si fece largo nel suo animo, un anelito che sussurrava di un cambiamento.

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