Vento del Sud - Tortuga ed i Pirati
Posted: Wed May 26, 2021 11:30 am
* Madrigale 285 *
Dopo tanto peregrinare seguendo la Via, e l'esplorazione di molti luoghi finora a lui sconosciuti, Yoren si rese conto che i suoi passi cominciavano ad allontanarsi sempre di più dai dogmi Ramjalar.
Non era stato facile per lui, nè per nessuno essere un Ramjalar. Autosufficienza, Sopravvivenza, e sempre pochi spiccioli in tasca. Quella fu la sua vita da quando era giunto nelle Terre Selvagge.
Ma adesso che non seguiva più la Via era giunto il momento di rimettersi in gioco con il tempo restante che gli dei gli avevano concesso.
Toltosi il manto dei raminghi decise di dare un taglio netto col passato e tentare nuove strade, all'insegna di avventure e non solo.
In uno dei suoi tanti viaggi come giovane ramingo, aveva udito molte storie e forse anche qualche leggenda su Tortuga, i Corsari ed i Pirati e mai aveva fatto rotta verso Sud.
Decise così di salpare con la sua piccola goletta "La Veggente" approfittando dei favorevoli venti che soffiavano verso Sud.
Fu soltanto dopo aver superato le isole dell'arcipelago Magister che Yoren iniziò ad intravedere i porti di Tortuga, e grazie ormai alla sua discreta abilità di navigazione giunse a destinazione con poche difficoltà.
Ciò che gli si presentò dinanzi fù uno spettacolo insolito. Un misto tra strano ed affascinante. Dal mare si poteva chiaramente vedere come una parte dell'isola ospitasse delle costruzioni, e dunque civilizzata, mentre l'altra ancora avvolta dalla natura più selvaggia.
Decise di attraccare poco distante dal porto cercando un piccolo varco nella frastagliata costiera dell'isola dove poter ancorare la piccola imbarcazione e si diresse al Porto.
Il porto pullulava di uomini e donne in fermento; un continuo via vai di persone agghindate alla bene in meglio intente nello svolgere le più svariate mansioni. Molti urlavano, gesticolavano continuamente nelle discussioni tra loro, mentre un puzzo costante di pesce misto ad alcool e tabacco si faceva sempre più pungente. Yoren rimase colpito dall'impressionante numero di imbarcazioni presenti al porto e pensò che la sua piccola "Veggente" avrebbe fatto ridere qualsiasi corsaro o uomo di mare che ne sapesse di navigazione. Ma lo aveva portato sin là, e per ora questo bastava.
Proseguì per le vie del porto fino a giungere a quella che sembrava essere una Locanda. Sull'insegna v'era scritto: "Il Cannocchiale Rotto". Mosso da una fame acuta Yoren decise di entrare in quel luogo vivace che già dall'esterno trasudava squallore e caos.
La Locanda era piena zeppa di gente e una densa nube di fumo gli pizzicava gli occhi. Tra ubriaconi barcollanti che intonavano una canzone, corsari che litigavano per una scommessa, e altra gente al tavolo che parlottava cercando di non dare nell'occhio, Yoren riuscì a farsi strada verso un piccolo tavolo in fondo la sala ed ordinare da bere e da mangiare. Nessuno sembrava aver notato un forestiero. Sull'isola erano abituati al via vai di marinai ed equipaggi delle navi, in pochi si sembravano realmente conoscersi.
Decise di prendere una stanza per la notte e prima di avviarsi ai piani superiori il suo sguardo fu attratto da una pergamena tutta stropicciata ed ingiallita appesa in bacheca con un teschio ghignante disegnato.
"[...] Siamo qui per annunciare che da oggi la Ciurma del Teschio arruola! Siamo alla ricerca di uomini e donne che non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare, di gente con spina dorsale, disposta a mettersi in gioco per entrare a far parte del più temuto equipaggio di pirati che esista su Ardania! [...]"
"Interessante...." pensò Yoren. Forse quella pergamenta stracciata, ingiallita dal tempo e con chiazze di rhum poteva essere la svolta della sua vita. L'opportunità che stava cercando.
[... continua ...]
Dopo tanto peregrinare seguendo la Via, e l'esplorazione di molti luoghi finora a lui sconosciuti, Yoren si rese conto che i suoi passi cominciavano ad allontanarsi sempre di più dai dogmi Ramjalar.
Non era stato facile per lui, nè per nessuno essere un Ramjalar. Autosufficienza, Sopravvivenza, e sempre pochi spiccioli in tasca. Quella fu la sua vita da quando era giunto nelle Terre Selvagge.
Ma adesso che non seguiva più la Via era giunto il momento di rimettersi in gioco con il tempo restante che gli dei gli avevano concesso.
Toltosi il manto dei raminghi decise di dare un taglio netto col passato e tentare nuove strade, all'insegna di avventure e non solo.
In uno dei suoi tanti viaggi come giovane ramingo, aveva udito molte storie e forse anche qualche leggenda su Tortuga, i Corsari ed i Pirati e mai aveva fatto rotta verso Sud.
Decise così di salpare con la sua piccola goletta "La Veggente" approfittando dei favorevoli venti che soffiavano verso Sud.
Fu soltanto dopo aver superato le isole dell'arcipelago Magister che Yoren iniziò ad intravedere i porti di Tortuga, e grazie ormai alla sua discreta abilità di navigazione giunse a destinazione con poche difficoltà.
Ciò che gli si presentò dinanzi fù uno spettacolo insolito. Un misto tra strano ed affascinante. Dal mare si poteva chiaramente vedere come una parte dell'isola ospitasse delle costruzioni, e dunque civilizzata, mentre l'altra ancora avvolta dalla natura più selvaggia.
Decise di attraccare poco distante dal porto cercando un piccolo varco nella frastagliata costiera dell'isola dove poter ancorare la piccola imbarcazione e si diresse al Porto.
Il porto pullulava di uomini e donne in fermento; un continuo via vai di persone agghindate alla bene in meglio intente nello svolgere le più svariate mansioni. Molti urlavano, gesticolavano continuamente nelle discussioni tra loro, mentre un puzzo costante di pesce misto ad alcool e tabacco si faceva sempre più pungente. Yoren rimase colpito dall'impressionante numero di imbarcazioni presenti al porto e pensò che la sua piccola "Veggente" avrebbe fatto ridere qualsiasi corsaro o uomo di mare che ne sapesse di navigazione. Ma lo aveva portato sin là, e per ora questo bastava.
Proseguì per le vie del porto fino a giungere a quella che sembrava essere una Locanda. Sull'insegna v'era scritto: "Il Cannocchiale Rotto". Mosso da una fame acuta Yoren decise di entrare in quel luogo vivace che già dall'esterno trasudava squallore e caos.
La Locanda era piena zeppa di gente e una densa nube di fumo gli pizzicava gli occhi. Tra ubriaconi barcollanti che intonavano una canzone, corsari che litigavano per una scommessa, e altra gente al tavolo che parlottava cercando di non dare nell'occhio, Yoren riuscì a farsi strada verso un piccolo tavolo in fondo la sala ed ordinare da bere e da mangiare. Nessuno sembrava aver notato un forestiero. Sull'isola erano abituati al via vai di marinai ed equipaggi delle navi, in pochi si sembravano realmente conoscersi.
Decise di prendere una stanza per la notte e prima di avviarsi ai piani superiori il suo sguardo fu attratto da una pergamena tutta stropicciata ed ingiallita appesa in bacheca con un teschio ghignante disegnato.
"[...] Siamo qui per annunciare che da oggi la Ciurma del Teschio arruola! Siamo alla ricerca di uomini e donne che non hanno nulla da perdere e tutto da guadagnare, di gente con spina dorsale, disposta a mettersi in gioco per entrare a far parte del più temuto equipaggio di pirati che esista su Ardania! [...]"
"Interessante...." pensò Yoren. Forse quella pergamenta stracciata, ingiallita dal tempo e con chiazze di rhum poteva essere la svolta della sua vita. L'opportunità che stava cercando.
[... continua ...]