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Aghniat Alsalam

Posted: Wed Oct 30, 2019 8:08 pm
by S'stree
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Tornò in tenda anche quella sera, era tardi, fin troppo tardi ma non potè mancare ai suoi doveri, stranamente la sua faccia era stanca, di quella stanchezza che ti corrode dentro, rimise al suo posto le vesti ricamate e il Turbante dorato, vestì come ogni sera come un qualsiasi Beduino e uscì verso il Murajaad.

"Hey sei in ritardo em’Settin, lo sai che non posso stare qui ad aspettarti tutta la notte che poi mia madre mi picchia"

"E allora perche non torni alla tua Harahis Ridwan", si guardò intorno per controllare se tutto era tranquillo.

"Semplice em’Settin, mi piacciono le tue storie e i dolcetti che mi porti ogni sera", disse portando le mani avanti.

Guardò i dolcetti che Maebe aveva preparato in locanda e li diede al bambino sorridendo.
Fissò il deserto per minuti rimanendo in silenzio mentre Ridwan mangiava velocemente con sguardo interrogativo.

"Em’settin sei strano, di solito ridi, parli tanto e mangi e poi mi butti dentro l’acqua del lago, oggi no… quasi quasi me ne torno in tenda"

Sorrise al bambino che in fondo non aspettava altro tutto il giorno tutti i giorni.

"E va bene mi hai scoperto oggi lo zio non sta bene, oggi ha perso e oggi ha capito che in fondo è stato troppo buono con chi non lo meritava"

"Ma em’Settin tu sei sempre buono proteggi me e vieni sempre qui a raccontarmi le storie prima di dormire, vuoi dire che io non le merito più?"

Una faccia triste guardò il Gran Visir che non seppe non sorridere.

"Per avere solo 5 anni hai proprio la lingua lunga, ora… mio caro Ridwan è tempo di nuotare, ricordati che lo zio in un modo o nell’altro ti proteggerà, perché altrimenti non avrei nessuno con cui cantare e mangiare quei dolcetti che rubo"

Lo scaraventò in acqua ridendo e il piccolo urlò: "Astaghfirullah Al Azeem em’Settin, so che in realtà sei importante li tra le mura dell’Oasi ma come sempre se qualcuno ti fa arrabbiare fai come mia madre: picchialo", lo sguardo del bambino incontrò quello del Gran Visir.

"Per questa sera non canteremo Ridwan e non ti racconterò storie questa notte non ci sono storie mio piccolo Assid, questa notte ci sono solo il kamshin e la Sabbia, null’altro importa.", si alzò e disse poche parole all’orecchio dell’ Assid che gli sorrise e corse via verso la sua tenda.

Andò verso Tremec, quella sera il deserto non avrebbe ascoltato l’ aghniat alsalam, il canto di pace, non c’era più pace; per anni aveva fatto di tutto per proteggere tutte le tende del deserto, per farle arricchire e vivere al riparo di qualsiasi pericolo; aveva dato via conoscenze pur di proteggere quello che più gli stava a cuore e quel tradimento aveva rotto qualcosa in lui, tradire in nome di qualcuno che non si espone se non per i propri interessi era un atto di egoismo che non avrebbe tollerato verso i Bakr e chi tra la stirpe del deserto si fosse schierato con loro.

Guardò per l’ultima volta il deserto prima di rientrare nella sua nella sua amata Oasi e sussurrò un'unica frase "ripuliremo tutto il deserto da qualsiasi traditore, ammazzerò qualsiasi figlio e qualsiasi donna incinta del loro Harais, nemmeno gli animali rimarranno in vita"


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