- Wed Feb 24, 2021 11:57 pm
#36412
Il fuoco, le fiamme, le schegge incandescenti.
Il rumore della staffa che urtava contro la forgia per modellare quel pezzo di vetro. *dum* *dum*
I colpi erano lenti ma precisi, deboli ma continui. Gli anni passavano. Ma la sua voglia di innovazione cresceva sempre di più.
Ma proprio in quel momento, mentre modellava quel pezzo di vetro, un pezzo incandescente schizzò fuori dalla forgia e gli bruciò la tunica.
Una leggera fiamma iniziò ad espandersi dal basso verso l'alto. La stoffa prendeva fuoco.
Con un colpo di mano, iniziò a spegnere quel fuoco che saliva velocemente verso il busto, quando ad un tratto fu avvolto dai ricordi.
Tortuga! Il Fuoco! La Sciamana! Torcia!
Era una serata tranquilla, quando un gruppo di Loknariani decisero di partire verso l'isola di Tortuga.
Wilward a quel tempo era inesperto e nonostante i tanti viaggi di commercio, non aveva mai messo piede su quell'isola. Sempre screditata dalle sue conoscenze.
Ma attratto dalle flotte dei corsari e visto che a quei tempi era un giovane mastro falegname si lasciò convincere da quel gruppo e dalla Montagna (VYN VON HAGENS).
Partiti ed arrivati sull'isola, furono subito invitati dal Regnante del posto, chiamato MALASORTE, in un enorme Galeone dalle rifiniture in oro. Ma dall'odore abbastanza forte e puzzolente, sembrava quasi piscio mischiato al liquore.
Distratto nell'osservare le rifiniture per apprendere nuove tecniche di lavorazione, notò da un oblò del galeone, una terra particolare, dove il verde e la natura sembravano essersi fermati. Nessuna costruzione in pietra, ma solamente capanne.
Così appena l'incontro tra i Loknariani ed i Corsari si concluse, furono invitati tutti in taverna a bere ed a divertirsi per un accordo preso.
Wilward decise di non banchettare, poiché un solo sorso di liquore lo poteva tramortire in un attimo, e decise di fare un giro per l'isola.
Curioso di quelle terre viste dal Galeone, decise di recarsi li.
Lentamente, tra la catena montuosa, trovò un varco. Quella parte dell'isola era completamente selvaggia.
Lui un pò impaurito ma galvanizzato dalla curiosità continuò ad esplorare il posto. Fino ad arrivare a delle capanne con degli indigeni.
Sembravano innocui. Non rispondevano nemmeno, come se non comprendessero la lingua.
Girava, osservava, esplorava.
Fino ad arrivare su una scialuppa. Come sempre attratto dalla sua arte, cercò di osservare quel tipo di imbarcazione poco rifinita e legata da delle liane consumate. Appoggiò un solo piede sopra per provare la stabilità, poi appoggiò l'altro.
FUOCO!
Come per incanto, si ritrovò accerchiato da quegli indigeni, non del tutto innocui come quelli visti poco fa.
Lo presero e lo portarono vicino alla costa, lo strattonarono, e gli puntarono delle lance arrugginite contro. Parlavano in modo strano, non riusciva a capirli, lui cercava di farsi capire ma a loro volta non lo capivano.
Fino a quando intervenne il capo tribù YORUBA. Un indigeno che riusciva a capire un pò di linguaggio comune e che a sua volta sapeva farsi comprendere.
Alcuni indigeni, volevano sacrificare Wilward, chiedevano al loro Capo Tribù la sua vita, ma Yoruba capì che il giovane falegname era ancora inesperto e si trovava lì solamente per curiosità, niente di più.
Gli indigeni trovarono un accordo, la vita per un ciuffo di capelli.
Wilward accettò subito pur di salvare la sua vita, ma non sapeva a cosa andava incontro.
Ritornando alla taverna accompagnato da Yoruba, con il quale stipulò un accordo.
Grazie ai suoi doni in oro ed alla sua maestria nel costruire navi, da quel giorno divenne il benvenuto presso il loro villaggio e tutti gli indigeni ne furono informati.
Ma proprio in quel momento, dove tutto sembrava essersi risolto per il meglio, Wilward iniziò a sentire dei dolori forti all'addome. Con lo sguardo perso nel vuoto, cercava di capire cosa gli stesse accadendo, nulla, nessuno vedeva e sentiva nulla. In quella taverna, per poco gli davano del pazzo, fino a quando improvvisamente, l'uomo prese FUOCO!
Tutti sobbalzarono, cercando di spegnere quelle fiamme che ricoprivano Wilward, ma era tutto inutile, Yoruba guardò per un attimo fuori. In cerca di qualcuno per ordinare di smetterla.
Era stata Lei, la Sciamana che poco prima voleva le sue dita. KINYESI.
Yoruba prese il giovane uomo tutto di un colpo e lo gettò in un abbeveratoio per animali, così da poter spegnere tutte le fiamme che lo avvolgevano.
Wilward si alzò da quel abbeveratoio di fretta e furia e confuso. Ancora incredulo per ciò che gli era capitato, si ritrovò davanti la Sciamana Kinyesi.
Lei con fare freddo e distaccato, gli disse: tua vita essere in mio mani, ghignazzando in pieno viso.
Ora tu essere OMO TORCIA.
E da quel giorno, il giovane Wilward, fu soprannominato Torcia. E tutti gli abitanti di quell’isola e lo stesso villaggio di Loknar lo riconoscono come Torcia.
Ma ancora oggi, Wilward, cerca di capire cosa passò per la testa di quella Sciamana e perché gli diede fuoco.
Il rumore della staffa che urtava contro la forgia per modellare quel pezzo di vetro. *dum* *dum*
I colpi erano lenti ma precisi, deboli ma continui. Gli anni passavano. Ma la sua voglia di innovazione cresceva sempre di più.
Ma proprio in quel momento, mentre modellava quel pezzo di vetro, un pezzo incandescente schizzò fuori dalla forgia e gli bruciò la tunica.
Una leggera fiamma iniziò ad espandersi dal basso verso l'alto. La stoffa prendeva fuoco.
Con un colpo di mano, iniziò a spegnere quel fuoco che saliva velocemente verso il busto, quando ad un tratto fu avvolto dai ricordi.
Tortuga! Il Fuoco! La Sciamana! Torcia!
Era una serata tranquilla, quando un gruppo di Loknariani decisero di partire verso l'isola di Tortuga.
Wilward a quel tempo era inesperto e nonostante i tanti viaggi di commercio, non aveva mai messo piede su quell'isola. Sempre screditata dalle sue conoscenze.
Ma attratto dalle flotte dei corsari e visto che a quei tempi era un giovane mastro falegname si lasciò convincere da quel gruppo e dalla Montagna (VYN VON HAGENS).
Partiti ed arrivati sull'isola, furono subito invitati dal Regnante del posto, chiamato MALASORTE, in un enorme Galeone dalle rifiniture in oro. Ma dall'odore abbastanza forte e puzzolente, sembrava quasi piscio mischiato al liquore.
Distratto nell'osservare le rifiniture per apprendere nuove tecniche di lavorazione, notò da un oblò del galeone, una terra particolare, dove il verde e la natura sembravano essersi fermati. Nessuna costruzione in pietra, ma solamente capanne.
Così appena l'incontro tra i Loknariani ed i Corsari si concluse, furono invitati tutti in taverna a bere ed a divertirsi per un accordo preso.
Wilward decise di non banchettare, poiché un solo sorso di liquore lo poteva tramortire in un attimo, e decise di fare un giro per l'isola.
Curioso di quelle terre viste dal Galeone, decise di recarsi li.
Lentamente, tra la catena montuosa, trovò un varco. Quella parte dell'isola era completamente selvaggia.
Lui un pò impaurito ma galvanizzato dalla curiosità continuò ad esplorare il posto. Fino ad arrivare a delle capanne con degli indigeni.
Sembravano innocui. Non rispondevano nemmeno, come se non comprendessero la lingua.
Girava, osservava, esplorava.
Fino ad arrivare su una scialuppa. Come sempre attratto dalla sua arte, cercò di osservare quel tipo di imbarcazione poco rifinita e legata da delle liane consumate. Appoggiò un solo piede sopra per provare la stabilità, poi appoggiò l'altro.
FUOCO!
Come per incanto, si ritrovò accerchiato da quegli indigeni, non del tutto innocui come quelli visti poco fa.
Lo presero e lo portarono vicino alla costa, lo strattonarono, e gli puntarono delle lance arrugginite contro. Parlavano in modo strano, non riusciva a capirli, lui cercava di farsi capire ma a loro volta non lo capivano.
Fino a quando intervenne il capo tribù YORUBA. Un indigeno che riusciva a capire un pò di linguaggio comune e che a sua volta sapeva farsi comprendere.
Alcuni indigeni, volevano sacrificare Wilward, chiedevano al loro Capo Tribù la sua vita, ma Yoruba capì che il giovane falegname era ancora inesperto e si trovava lì solamente per curiosità, niente di più.
Gli indigeni trovarono un accordo, la vita per un ciuffo di capelli.
Wilward accettò subito pur di salvare la sua vita, ma non sapeva a cosa andava incontro.
Ritornando alla taverna accompagnato da Yoruba, con il quale stipulò un accordo.
Grazie ai suoi doni in oro ed alla sua maestria nel costruire navi, da quel giorno divenne il benvenuto presso il loro villaggio e tutti gli indigeni ne furono informati.
Ma proprio in quel momento, dove tutto sembrava essersi risolto per il meglio, Wilward iniziò a sentire dei dolori forti all'addome. Con lo sguardo perso nel vuoto, cercava di capire cosa gli stesse accadendo, nulla, nessuno vedeva e sentiva nulla. In quella taverna, per poco gli davano del pazzo, fino a quando improvvisamente, l'uomo prese FUOCO!
Tutti sobbalzarono, cercando di spegnere quelle fiamme che ricoprivano Wilward, ma era tutto inutile, Yoruba guardò per un attimo fuori. In cerca di qualcuno per ordinare di smetterla.
Era stata Lei, la Sciamana che poco prima voleva le sue dita. KINYESI.
Yoruba prese il giovane uomo tutto di un colpo e lo gettò in un abbeveratoio per animali, così da poter spegnere tutte le fiamme che lo avvolgevano.
Wilward si alzò da quel abbeveratoio di fretta e furia e confuso. Ancora incredulo per ciò che gli era capitato, si ritrovò davanti la Sciamana Kinyesi.
Lei con fare freddo e distaccato, gli disse: tua vita essere in mio mani, ghignazzando in pieno viso.
Ora tu essere OMO TORCIA.
E da quel giorno, il giovane Wilward, fu soprannominato Torcia. E tutti gli abitanti di quell’isola e lo stesso villaggio di Loknar lo riconoscono come Torcia.
Ma ancora oggi, Wilward, cerca di capire cosa passò per la testa di quella Sciamana e perché gli diede fuoco.
Wilward Mor
IL PRIMO GRANDE MASTRO CARPENTIERE E PRIMO GRANDE MASTRO ANTIQUARIO DI TM
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