- Thu Feb 11, 2021 10:04 am
#35614
PostApritore, 285
“Gran Sacerdote Dakeyras ormai sarete già venuto a conoscenza della mia partenza.
E’ vero ho lasciato la comunità senza proferir parola, ma non dubitate,
il mio cammino è sempre volto a compiacere Nostro Signore.
Proprio a questo proposito vi volevo informare che anche qui, nel lontano Doriath,
ho trovato segni di emanazioni oscure. Chiedo dunque una squadra di supporto
per indagare oltre e capire se tali forze possano essere usate a nostro vantaggio.
Mi troverete in attesa a Ceoris.
Lode al Primo”
Dopo ore dall’invio della missiva mi trovo ancora ad andare su e giù per la piazza lanciando di tanto in tanto uno sguardo nervoso verso l’arco di ingresso al paese. Avevo fatto bene a scrivere quelle parole in una pergamena o sarei stato punito per aver corso il rischio?
Appena il secondo giorno i miei dubbi trovano risposta. Una voce pacata interrompe la mia lettura su una panchina della piazza: «Ecco il supporto che avete chiesto». Volgo lo sguardo incuriosito dall’identità dell’emissario, ma quando mi rendo conto di chi ho alle spalle il corpo precede la mente: in piedi, lo sguardo chino, il cuore in gola.
“E’ venuto di persona...” la mia soggezione è evidente. “... ed ha portato anche Lei. Zyra Violet”
Ricordo di averla vista parlare in alcune circostanze con i peggiori tagliagole ed in altre con i più caritatevoli esponenti delle chiese, in egual modo e per lo stesso scopo: profitto. Se è stata scelta sicuramente ci deve essere un motivo.
“Spero solo che quello che scopriremo avrà un qualche valore, altrimenti…” fortunatamente non faccio in tempo a visualizzare le punizioni in cui sarei incorso. «Andiamo dunque» nessuno sforzo per celare l’impazienza nella sua voce. E Lui non è di certo una persona che si può far attendere.
Il viaggio verso la foresta dei pelleverde è silenzioso e dopo ore di cammino arriviamo all’ingresso della caverna designata. Spoglie di una civiltà antica ci porgono il loro silenzioso benvenuto.
Timidamente propongo la mia strategia «Il primo livello è abitato da infime creature, non serve scomodare guardiani da altri piani». Il sacerdote in tutta risposta poggia una mano a terra e dal ventre della stessa fa sorgere un’immensa creatura, il suo Guardiano e Protettore.
Maledico la mia lingua, naturalmente Lui ha chiaro in mente cosa dobbiamo fare.
Il nostro ingresso è paragonabile ad una passeggiata nei boschi. L’araldo semina morte e distruzione avanti a noi mentre Lui si limita ad avanzare con un sorriso beffardo ed una leggerezza sul volto che può avere solo chi è abituato a camminare in mezzo ad orrori ben peggiori di questi.
Lei rimane indietro facendo una cosa che non avevo mai visto fino ad ora. Cerca di estrarre del sangue dalle spoglie degli umanoidi. Mi incuriosisce. Probabilmente un’indiscrezione è giunta alle sue orecchie prima di diffondersi nelle piazze e nei mercati e probabilmente è questo il suo scopo oggi.
Anche se la minaccia del nemico è bassa avanziamo con una forza soverchiante. E’ così che siamo tenuti a comportarci per ricevere il favore del Primo. Il mio apporto alla battaglia è quasi nullo, ma vengo inebriato dalla netta superiorità che ci separa dai nostri oppositori “Adoro vedere schiacciati esseri più deboli di me”.
Scendiamo senza fatica al secondo livello, qui creature più feroci ci affrontano, ma non ci fermano. Solo il nostro obiettivo potrà arrestare la nostra avanzata, quella forza che inconsapevole ci attende e che verrà giudicata. Nessun compromesso “meritevole o morte”.
PostApritore, 285
“Gran Sacerdote Dakeyras ormai sarete già venuto a conoscenza della mia partenza.
E’ vero ho lasciato la comunità senza proferir parola, ma non dubitate,
il mio cammino è sempre volto a compiacere Nostro Signore.
Proprio a questo proposito vi volevo informare che anche qui, nel lontano Doriath,
ho trovato segni di emanazioni oscure. Chiedo dunque una squadra di supporto
per indagare oltre e capire se tali forze possano essere usate a nostro vantaggio.
Mi troverete in attesa a Ceoris.
Lode al Primo”
Dopo ore dall’invio della missiva mi trovo ancora ad andare su e giù per la piazza lanciando di tanto in tanto uno sguardo nervoso verso l’arco di ingresso al paese. Avevo fatto bene a scrivere quelle parole in una pergamena o sarei stato punito per aver corso il rischio?
Appena il secondo giorno i miei dubbi trovano risposta. Una voce pacata interrompe la mia lettura su una panchina della piazza: «Ecco il supporto che avete chiesto». Volgo lo sguardo incuriosito dall’identità dell’emissario, ma quando mi rendo conto di chi ho alle spalle il corpo precede la mente: in piedi, lo sguardo chino, il cuore in gola.
“E’ venuto di persona...” la mia soggezione è evidente. “... ed ha portato anche Lei. Zyra Violet”
Ricordo di averla vista parlare in alcune circostanze con i peggiori tagliagole ed in altre con i più caritatevoli esponenti delle chiese, in egual modo e per lo stesso scopo: profitto. Se è stata scelta sicuramente ci deve essere un motivo.
“Spero solo che quello che scopriremo avrà un qualche valore, altrimenti…” fortunatamente non faccio in tempo a visualizzare le punizioni in cui sarei incorso. «Andiamo dunque» nessuno sforzo per celare l’impazienza nella sua voce. E Lui non è di certo una persona che si può far attendere.
Il viaggio verso la foresta dei pelleverde è silenzioso e dopo ore di cammino arriviamo all’ingresso della caverna designata. Spoglie di una civiltà antica ci porgono il loro silenzioso benvenuto.
Timidamente propongo la mia strategia «Il primo livello è abitato da infime creature, non serve scomodare guardiani da altri piani». Il sacerdote in tutta risposta poggia una mano a terra e dal ventre della stessa fa sorgere un’immensa creatura, il suo Guardiano e Protettore.
Maledico la mia lingua, naturalmente Lui ha chiaro in mente cosa dobbiamo fare.
Il nostro ingresso è paragonabile ad una passeggiata nei boschi. L’araldo semina morte e distruzione avanti a noi mentre Lui si limita ad avanzare con un sorriso beffardo ed una leggerezza sul volto che può avere solo chi è abituato a camminare in mezzo ad orrori ben peggiori di questi.
Lei rimane indietro facendo una cosa che non avevo mai visto fino ad ora. Cerca di estrarre del sangue dalle spoglie degli umanoidi. Mi incuriosisce. Probabilmente un’indiscrezione è giunta alle sue orecchie prima di diffondersi nelle piazze e nei mercati e probabilmente è questo il suo scopo oggi.
Anche se la minaccia del nemico è bassa avanziamo con una forza soverchiante. E’ così che siamo tenuti a comportarci per ricevere il favore del Primo. Il mio apporto alla battaglia è quasi nullo, ma vengo inebriato dalla netta superiorità che ci separa dai nostri oppositori “Adoro vedere schiacciati esseri più deboli di me”.
Scendiamo senza fatica al secondo livello, qui creature più feroci ci affrontano, ma non ci fermano. Solo il nostro obiettivo potrà arrestare la nostra avanzata, quella forza che inconsapevole ci attende e che verrà giudicata. Nessun compromesso “meritevole o morte”.
Nemes Riverine