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La Prova

Posted: Sat Oct 26, 2019 12:48 am
by Michael604
La luce di Aguardar si stava spegnendo lentamente oltre le alte montagne grige, mentre i loro picchi aguzzi e innevati risplendevano di un bagliore argenteo.
Nut timidamente cominciò la sua scalata nel cielo, conquistandosi con forza e fatica il posto che le spettava di diritto. Pallida regina tra un mare di nere tenebre.
I fuochi al Picco ardevano con vigore mentre le ombre dei suoi abitanti si proiettavano alte e indefinite, contorcendosi e deformandosi come strane e aliene creature.

Le alte fiamme del Falò vicino la locanda illuminavano il volto severo e corrucciato del giovane cacciatore, mentre perso nei suoi pensieri osservava il fuoco danzare, con spirali di fumo bianco elevarsi nel cielo buio.
Da molti giorni si allenava in quella Terra, maestra nel temprare col sangue e fatica i giovani orsi.
Alcune ferite gli ornavano il corpo, mentre sulla spalla segni ben definiti formavano la runa Hagalaz, marchio indelebile e simbolo del percorso ormai compiuto.
In quella notte poco illuminata lo attendeva una prova; fatta di fatica e morte.
Il sangue avrebbe infine decretato se i suoi allenamenti avevano dato buoni frutti.

Sellò con cura il proprio cavallo, assicurandosi che il proprio equipaggiamento non andasse perduto nella cavalcata.
Si incamminò nello stretto sentiero che dal Picco portava a valle, mentre la sua figura si incurvava appena sotto il peso del suo spesso mantello bianco.
Seguì il sentiero di terra battuto che portava verso il passo dell'Orus Maer; da lì, avrebbe poi proseguito a nord-ovest nelle terre dei Dverg.

Le zone circostanti Nuran Kar erano diverse da quelle a cui era abituato. Molte creature si erano stabilite ad ovest della Baronia, compresa quella che sarebbe forse divenuta la sua preda prescelta.
Alta e dal corpo scaglioso si muoveva sinuosa e terribile nelle fredde lande del nord: I suoi sibili echeggiavano nella notte oscura, risvegliando anche nei cuori più valorosi sensazioni ancestrali di paura e pericolo.
Le sue cinque teste si muovevano in modo indipendente, ipnotizzando le prede con il loro movimento.
Il loro soffio era gelido come ghiaccio, intrappolando in una morsa mortale la sua povera vittima;
L'Idra dei Ghiacci era un predatore forte e pericoloso; preda più che degna di essere cacciata.

Einar tirò a sè le briglie del cavallo mentre con occhio attento cercava tracce nel fitto della boscaglia.
I muscoli dell'animale erano tesi, mentre sbuffava e si dimenava percependo il pericolo imminente.


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Un lungo sibilo riecheggiò poco lontano verso nord, allertando i sensi del giovane cacciatore.
Nut brillava debolmente nel cielo, mentre l'oscurità avvolgeva il fitto della foresta davanti a lui.
Strinse con forza il suo arco mentre con un deciso colpo spinse il suo cavallo ad avanzare.
Il rumore degli zoccoli sulla neve riempivano il silenzio della boscaglia.
Lo sguardo di Einar scrutava con attenzione ogni singolo movimento nell'oscurità mentre i muscoli erano tesi e pronti allo scontro.
SI fermò di colpo quando, in uno spiraglio della vegetazione qualcosa attirò la sua attenzione.
Un leggero bagliore simile al ghiaccio stonava in quel mare di nere forme, attirando su di sè una strana e mortale curiosità.
Appena sopra le alte fronde della foresta, cinque strane forme ondeggiavano come rami sospinti dal vento, in una danza ipnotica e surreale.
Una di loro si fermò a osservare la figura del giovane cacciatore, mentre i suoi occhi da rettile risplendevano nel buoio.
Il suo sguardo era glaciale, mentre la pupilla si stringeva cercando di mettere a fuoco quella strana e piccola forma davanti a sè.

Un lungo e sommesso ringhio riempirono la notte mentre con rapidità mortale avanzava verso Einar.
La caccia era cominciata.


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Le frecce sibilavano mortali verso la creatura conficcandosi con forza nelle dure scaglie.
Dalle sue teste l'Idra emetteva il suo terribile soffio cercando di intrappolare e ostacolare quella strana creatura che aveva osato sfidarla.
La corazza di pelle artica però rendevano più sopportabile quella terribile morsa di ghiaccio, permettendo al giovane cacciatore di rimanere in sella e mantenere la giusta distanza da quella creatura.
Se fosse riuscita a raggiungerlo lo avrebbe avvolto nelle sue temibili spire, stritolandolo e mordendolo a morte, mentre il suo glaciale veleno gli congelava l'anima.


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Lo scontro fu lungo e logorante.
Sibili e grida di guerra si levavano dal fitto della boscaglia mentre Nut alta nel cielo compiva il suo cammino.
Alla fine alcune frecce riuscirono a prenetrare le scaglie della creatura ferendola in modo serio.
L'istinto di sopravvivenza spinse la bestia a cercare un riparo mentre il giovane cacciatore con mano ferma prendeva la mira, cercando di colpirla nei suoi punti più vulnerabili.
Altre poche frecce bastarono ad Einar per fermare la disperata fuga della creatura..
Si contorse su se stessa con un ringhio sibilante e straziante, rompendo il silenzio della notte che tornò a regnare minaccioso poco dopo.
Una enorme massa con scaglie simili al ghiaccio era immobile al suolo, mentre una macchia rossa scura cominciava a ricoprire la terra avida e assetata.
La caccia era finita.
Il giovane cacciatore si era conquistato di diritto quella sua nuova preda.
Scese lentamente dal cavallo mentre con attenzione si avvicinava all'animale morente.

Si tolse il guanto d'osso della sua armatura mentre con un pugnale si incise un leggero taglio, facendo cadere al suolo alcune gocce del suo sangue.
Poi come una lenta litania, mormorò tra sè alcune parole...


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Rimase in silenzio per alcuni attimi mentre il suo cuore ritornava a battere più lentamente.
Il suo respiro si fece meno veloce e più regolare mentre un sorriso soddisfatto gli solcavano il volto.
Poco dopo cominciò a scuoiare il corpo della bestia con cura. Nulla sarebbe andato sprecato.

Tornò poco dopo al Picco dell'aquila mentre ormai la notte diventava sempre più pesante e nera.
SIstemando il suo equipaggiamento, si trovò meditabondo a rigirare tra le mani un piccolo tomo di pelle.
La sua caccia era finita è vero... Ma non la sua prova.
Perchè non era solo lo sguardo di Jurth ad osservarlo e a giudicarlo in quelle fredde Terre.


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