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[HMR] La guerra dei ghiacci eterni

Posted: Tue Dec 15, 2020 12:23 pm
by malcador27

Il cielo rimase cupo per tutti e sei i giorni successivi alla funzione nella grande cattedrale. La pioggia quasi incessante formava fanghiglia e pozzanghere per i vicoli della Splendida, ma nonostante questo la città sembrava in trepidazione; fabbri tenevano aperte le loro fucine anche dopo il calar del sole, contadini presero tutto il possibile dai loro campi come provvigione di guerra, carpentieri si chiusero nelle loro officine lavorando giorno e notte. Del vecchio Auldan non si seppe più niente sempre indaffarato a trattare le ferraglie, gli unguenti e le stoffe. L'intero clero della Sacra Chiesa d'Occidente si radunò nella grande cattedrale guidati nella preghiera dalla Somma sacerdotessa in persona. Gli studiosi dell'Accademia delle Arti meditavano e pesavano libre di zolfo, preparavano le loro borse, mentre la Marina Reale completava gli ultimi addestramenti.

Ma con i giorni che passavano lenti e cupi, l’attesa cresceva proporzionata allo sconforto di donne e bambini che si avvicinavano al momento dell’addio o l’arrivederci a mariti e padri, vincitori o vinti. Per quanto ogni recluta e armato era convinto della riuscita dell’impresa c’era una donna o un bambino con la paura di non vedere più tornare l’amato. Il sesto sole stava per morire, l'intera piazza venne adibita a campo di marte. Sin dalla notte precedente tutti coloro che dovevano partire si recarono al magazzino per ritirare le corazze, la propria sacca o la divisa, rivedendo il vecchio Auldan stanco e assonnato; armi raffinate e rinforzate uscirono dalle forge; i carpentieri lasciarono andare le proprie opere trainate da buoi a ritmo di frustate, le ruote dei macchinari con difficoltà percorrevano le strade della Capitale. Carri e carri vennero riempiti di cibarie e otri; dalla cattedrale uscirono sacerdoti con lunghe tuniche pregiate che, senza dire neanche una parola, si misero in linea in attesa della benedizione mentre la Marina già schierata formava un muro difronte al Primo consigliere Snaer Bjorn, infine gli accademici, guidati dall'Arcimago Jeremy Notch, si disposero tra le fila così come era stato ordinato.

Ed ecco arrivare i nobili Matchar Yaren, avvolti in cremisi mantelli che cadevano lunghi sulla schiena e ne cingevano i colli, schierarsi insieme ai cittadini della Capitale. I loro "Tre vertici si affiancarono al consiglio. Tutto sembrava pronto, riuniti iniziarono il proprio discorso; mogli e bambini non seppero dare il corretto valore al gesto, se consistesse realmente in un incitamento o fosse più vicina ad un estrema unzione per i proprio cari..


L’armata si apprestò a partire, la pioggia non li accompagnò e Nut era già brillante nel cielo anche se nascosta tra le nuvole. Lentamente sfilò per i vicoli, strade e case; gli uomini salutarono famiglie piangenti e tristi, al loro passare qualche fiore fu gettato; pochi applausi, poche grida. Tante lodi e preghiere ma anche tante lacrime che si unirono alle pozzanghere e fanghiglia.
Il lento corteo stava scomparendo per il sentiero che va oltre il grande ponte; Il Re in persona si affacciò dal balcone del suo palazzo e molti furono i familiari che cercarono i punti più alti della città per rivedere l’armata dei propri cari, ricomparire in lontananza nella pianura senza distinguere ormai persone o volti.

Il Re, fiero, si godette lo spettacolo fino a quando l’occhio non gli permise più di guardare.
La luce di Nut penetrò tra la cupezza delle nubi baciando le armature dei valorosi nella piana; sembrava luccicassero, emanassero luce propria. Questa fu la scena che riempì i cuori dei familiari e portò i popolo a pronunciare silenziose preghiere.. "lode a Voi Giusti, sia fatta la vostra volontà"





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