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[YGD] Skjǫldsnae

Posted: Mon Dec 14, 2020 11:09 pm
by Tuyuk
Le ferite della Baronia erano profonde… La fauna e la flora lasciavano posto alla morte e desolazione portata dall’incendio furente.

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Rientrato l’esercito Hammin nella capitale, dopo la vittoria nella campale contro Helcaraxe, per il circolo dell’Yggdrasil diventava primario portare le cure necessarie alle terre innevate.

Bisognava trovare un modo per rendere l’accesso del passo dell’Ours Mear più impervio, in modo da scoraggiare le sortite degli uomini del sud ed avere il tempo necessario al rimboschimento della flora e la rinascita della fauna.

Dopo un breve consulto i Gael decisero di mutare per qualche giorno il clima nei pressi del passo, freddo, ghiaccio e neve sarebbero stati duri ostacoli per l’attraversamento.
Riuniti nei meandri del Nemeton crearono un nuovo rito, lo Skjǫldsnae letteralmente dall’antico nordico: Lo Scudo di neve.

Il Rumenal inviò un corvo alla rocca di Helcaraxe per richiedere assistenza e protezione ai guerrieri del Nord, lo Skjǫldsnae richiede concertazione e molti minuti per la preparazione, tempo in cui i Gael sono vulnerabili.

Radunati tutti ad Hulborg i Nordici cavalcarono velocemente oltre il passo e si fermarono nelle verdi terre...

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in poco tempo furono erette palizzate di difesa, il perimetro era delineato, i guerrieri erano pronti alla battaglia il rito inizia…

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Con l’aiuto delle Rune furono richiamati gli elementi:
• Chiamata all’aria
“nei venti impetuosi, nella betulla dei nuovi inizi e l’aquila nelle altezze del mattino, invoco l'ARIA. E la ringrazio per i suoi doni”
• Chiamata all’acqua
“nella porta azzurra delle acque possenti, il salice, resistente e flessibile e il salmone della saggezza, invoco l'ACQUA. E la ringrazio per i suoi doni.
• Chiamata della Terra
“dal verde delle alte pietre, il frutto del melo e la grande orsa dei cieli stellati, invoco la TERRA. E la ringrazio per i suoi doni
• Chiamata al fuoco
il cancello rosso delle fiamme luminose, la solidità della quercia e il cervo bianco del bosco estivo, invoco il FUOCO. E lo ringrazio per i suoi doni.

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Richiamati gli elementi non restava altro che bandire il fuoco per rompere l’equilibrio e permette al freddo di predominare.
Il Rumenal con voce calma e sicura:
“Fuoco cha hai arso queste terre, lascia spazio al gelo e che le creature che possono vivere in lui abbiano nuova vita "
In questo momento i tre elementi rimasti presero il sopravvento, una sferzata di vento gelido arriva da dentro il passo dell’Orus Maer, in quel momento i druidi incanalano questo gelo spingendolo verso l’avamposto Hammin, il ghiaccio coprì porte e scale a monito per il comportamento sconsiderato degli uomini della capitale.

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Non resta che rientrare nel Nord... per qualche giorno la neve la farà da padrona all’ingresso del passo, lenta cadrà... inesorabile... tutto ricoprirà.

Re: [YGD] Skjǫldsnae

Posted: Tue Dec 15, 2020 2:04 pm
by Don Vito
Il rito era concluso. Il passo era finalmente coperto di neve e anche l’avamposto ora imbiancato. Ma Cartis continuava a rimuginarci su. Temeva di aver tralasciato qualcosa, temeva di non aver controllato bene dalle finestre e che qualcuno fosse rimasto chiuso dentro. Sapeva del rischio che correva ma doveva andare a controllare o non avrebbe dormito sonni tranquilli.

Intraprese il sentiero che dal picco portava al passo e più si avvicinava a quel budello e più sentiva che qualcosa non andava. Arrivato a pochi passi dall’insenatura scorse delle figure dal manto verde. Hammin. La neve vorticò vicino le zampe del suo stambecco e due guardiani di ghiaccio si materializzarono al suo fianco. Si avvicinò lentamente.

<<C'è qualcuno qui ad ovest!>> avvertì Allan Terth
<<RIMANERE UNITI, COMPATTI!!>> tuonò Snaer

In batter d’occhio Cartis fu accerchiato, tenuto sotto mira dall’arco del primo uomo ad averlo visto

<<Cartis. Cos'è? Cosa avete combinato alla Gendarmeria dell'Orus Maer?!>>
gli uomini intorno a loro continuavano a cercare tracce di altri nordici, pronti a dare battaglia e a farla pagare a qualsiasi cosa si muovesse intorno a loro.

Cartis rispose vago e la cosa fece infuriare Snaer: <<V'erano creature simili a quelle che porti con te a guardia delle porte del forte>>
<<Sono i Guardiani che Jurth ci manda quando c’è qualcosa che non va, forse la natura ha ripreso parte di quello che gli era stato tolto con l'incendio>> Rispose pacato Cartis.

<<E voi non c'entrate niente?>> chiese lord Dreyfus, ma la risposta che ottenne non gli andò molto a genio.
<<noi viviamo in armonia con la natura, e siamo solo un suo tramite>>

Dall’alto del suo stallone Snaer non ammetteva repliche <<Forse non ti è chiaro. Fa in modo che la Gendarmeria torni com'era prima o complicherete ancora di più le sorti delle vostre vite.>>

Ma il rumenal aveva le idee chiare <<quando la baronia tornerà in equilibrio e le creature che la abitano saranno tornate a vivere, come e quante erano prima, sicuramente tutto tornerà alla normalità>>.

La Faccia del primo consigliere si fece furente. << Richiama a te l'Ordine dell'Yggdrasil, e fate tornare le terre verdi com'erano se ne siete il danno. O non mi fermerò ad Helcaraxe.>>

Il Gael pareva non voler capire le minacce e ammonì gli uomini del sud <<Noi non siamo il danno, ricordatelo. I Gael sono l'unica cosa che può curare queste terre. In questa gendarmeria non vedo danno se non a cosa materiali, non vedo animali morti lì, non vedo alberi bruciati. Il ghiaccio dei guardiani che si sono sciolti forse invoglierà altre creature a solcare il passo e tornare a popolare quelle valli che ora sono sono il risultato del rogo che VOI avete causato. io non guido Jurth, ne seguo i passi e faccio quello che la natura vuole>>

<< Cartis, ripeto: non ho mai voluto affrontare la battaglia contro di voi. L'unico danno di Helcaraxe è chi la guida. Ma nelle TERRE DI HAMMERHEIM ci sono delle dannate palizzate e un’intera gendarmeria ghiacciata, e vuoi dirmi che voi non ne sapete nulla?>>
Gli uomini intorno a loro cominciavano ad innervosirsi, ora oltre l’arco una cerbottana teneva sotto mira Cartis e degli elementali erano stati evocati dai manipolatori della capitale.

<<vuoi che usi la tua testa come ariete per aprirne la porta?>> continuò sempre più irritato Snaer.

Cartis allora cercò di smorzare gli animi <<No, ma ti propongo una cosa migliore. Hai a cuore questo posto e vuoi che tutto torni come era? Bene. aiutaci a riportare la terra come era prima delle vostre azioni scellerate, convinci i tuoi coltivatori a piantare alberi e sicuramente la neve si ritirerà>>

Snaer ascoltava perplesso le sue parole, ma qualcosa lo aveva colpito. Qualcosa da dentro forse aveva fattoo prevalere il suo animo nordico. E mentre lui pareva pensarci gli uomini intorno a lui continuavano a berciare infastiditi: <<Lo faremmo se fossero nostri territori>> disse qualcuno alla sua sinistra, al quale cartis rispose senza neanche voltare la testa. <<Però per bruciali non vi siete fatti scrupolo>>. Le parole colpirono duramente l’uomo che si zittì.

I manipolatori intorno a lui continuavano ad evocare bestie e la cosa infastidì Cartis, che preoccupato per l’equilibrio di quelle terre fece notare loro che era solo e non avrebbe rappresentato un pericolo così grande da giustificare quelle creature. Snaer fece quindi liberare. << Stanmore, fatemi la cortesia di togliere le vostre evocazioni e TU figlio di Jurth, vieni con noi. E finchè il danno non si è risolto, considerati ospite di Hammerheim>>

Un vento gelido soffiava dall’insenatura del passo e la neve cadeva quasi incessantemente ora in quel luogo. Man mano che ci si avvicinava all’avamposto le fiamme delle torce si facevano sempre più flebili come se qualcosa le affievolisse. Durante tutto il tragitto Snaer sembrava pensieroso e trascorse il viaggio senza proferire parola. Arrivati davanti l’avamposto uno dei suoi uomini, forse accortosi di questo gli chiese << Primo, cosa pensate di fare?>>
<< Ci sto pensando.>> rispose Snaer. Gli uomini Tremavano di freddo. Chi poteva si copriva con il mantello o si accucciava nelle sue pellicce. Il freddo era pungente, quasi più che nella baronia stessa e il vento non aiutava.

Snaer piantò il suo sguardo sul rumenal <<Cartis, oltre ingravidare capre, cavalli e bovini per risolvere questo danno, Cosa dovremmo fare?>>

<<Alberi>> sentenziò Cartis. <<Tutti gli alberi bruciati vanno rimpiazzati>>

Gli uomini intorno guardarono Cartis sbalorditi, come se il nordico avesse bestemmiato qualche divinità. << Non può essere serio... >> disse qualcuno.

Allora il Gael si rivolse nuovamente a Snaer: << posso spiegare una cosa al tuo uomo Snaer?>> <<Respiri ancora per questo. Prego>> rispose il primo consigliere.

Cartis scese dal suo stambecco e si avvicinò al drappello di uomini rimasti in disparte << voi avete idea del danno che ha subito la baronia con quell'incendio? lo spiego a tutti sperando che sia una cosa che vi rimanga a futura memoria. un predatore morto è un predatore che non mangia un erbivoro. Un erbivoro che esce da queste terre perché senza predatori distrugge i campi, tutti, anche i vostri. Un albero che non dà riparo agli uccelli è cacciagione in meno per i vostri cacciatori. E se quegli uccelli non trovano riparo qui dovranno venire a sud e ripararsi sulle vostre fronde, e mangiare i vostri frutti. quando fate un danno a queste zone non danneggiate helcaraxe, danneggiate voi stessi e i cavalieri, e Amon, e gli Djaredin. Capite che grande danno avete causato? >>

Ivan Kaskarov Fece una risatina nervosa, poi si mise una mano in faccia incredulo

<<mi incolpate di qualcosa che non sapete e della quale non potete dare la colpa se non a voi stessi e al continuo uso della magia che fate in queste terre>> Cartis rivolse poi lo sguardo verso Snaer. <<Avevamo un patto. Lo avevi fatto direttamente con noi Gael, e non lo avete rispettato. >>

Il vento continuava a soffiare gelido.

<<Il Patto che abbiamo fatto, Era lo stesso firmato negli accordi con il popolo Djaredin testimone Ovvero che i maghi non arebbero utilizzato il flux se non per difendersi dalle creature nemiche. E indovina un po’, ad Hammerheim pensi realmente interessi di razziare e utilizzare il flux in una terra piena di nulla? Pensi realmente che l'interesse di questi studiosi sia distruggere il Livmor? A loro interessa solo difendersi, come tu ti difendi con le tue armi e io con le mie. Anche il popolo di Kard accetta la difesa nella baronia nei loro territori, e non possono farlo due trichechi con la barba?>>
<<ti dico io cosa fare ora. Torna ad Helcaraxe, fatti portavoce del dono di Jurth, e digli che se non si arrendono entro una settimana, non mi fermerò alla Baronia. Arriverò prima ad Hulborg e poi ad Helcaraxe fino ad arrivare dinnanzi a Kaek.>>

Un uomo nelle retrovie continuava a prendere appunti delle parole che venivano dette. Cartis quindi lo guardò e poi lo indicò chiedendo a Snaer. <<Lui è uno studioso vero? se ti assicurassi che non gli verrà torto un capello saresti disposto a mandarlo con me al villaggio di kaek valdar? Voglio mostrargli cosa veramente causa il flux a queste terre, così capirete che le parole di noi Gael non sono solo il vaneggiare di un superstizioso. >>

Snaer non parve molto convinto di quelle parole e sentenziò: << Helcaraxe è fatta di Pietra e a guidarla non è un Gael ma un uomo che sta dimenticando ogni valore. Fammi dire da lui in persona che non verrà torto un capello allo studioso e, se lui vorrà, vi seguirà.>>

Le parole di Cartis raggiunsero ben più di una persona e la curiosità colpì il volto di alcuni uomini. Continuò quindi a stuzzicare quella curiosità: << in onore dei tuoi studi e della conoscenza, hai fiducia nelle mie parole? Se lo vorrai potrai seguirmi e ti mostrerò esattamente la cosa che dici di non credere, ti mostrerò come il flux influenza le terre del nord. Quando tornerai alla tua città sono sicuro che ti farai anche tu portavoce di quello che noi chiamiamo Livmor>>.

L’ora ormai era tarda e il viaggio per la capitale era lungo. Snaer concluse quindi: << Che Aengus mi colpisca se stò sbagliando, dì ai tuoi del circolo di studiare questo danno e risolverlo.>>

<<Aspetto quindi i tuoi uomini domani alla decima ora dopo la metà del giorno, con pale e semi. E se la Baronia riprenderà vita, vedrò cosa il circolo di Jurt può fare per liberare la gendarmeria. Farò in modo che le bestie non li tocchino, neanche quelle che camminano su due piedi>>.

Gli uomini del sud se ne andarono quindi lasciando Cartis a tirare un sospiro di sollievo nel poter tornare alle sue terre.