[ODQ] Una scoperta inaspettata
Posted: Wed Dec 02, 2020 11:50 pm
*Tratto dai diari storici dell’Ordine della Quercia*
Baita delle terre Selvagge, 2 Dodecabrullo 284
A seguito dell’incontro odierno con il gruppo di esploratori accampati nella profondità della terra, ritengo necessario riportare gli eventi dei precedenti mesi ad esso legati. Lascio ai posteri traccia scritta delle nostre scoperte poiché questioni tanto importanti devono necessariamente rimanere imperiture, a futura memoria dei membri di questo Ordine e per tanto non è plausibile affidarsi al solo racconto orale.
Adulain 284
Eravamo di ritorno verso il rifugio quando al nostro passaggio presso la strettoia che separa il deserto dalle verdi terre notammo qualcosa di anomalo.
Rocce miste a lapilli bloccavano il passaggio verso il vulcano, crolli recenti dovuto probabilmente ai movimenti sismici dell’infuocata montagna. I visi di tutti i druidi presenti si crucciarono, un solo pensiero balenò all’unisono tra le menti di tutti, il grande Antico poteva essere rimasto ferito in un’improvvisa esplosione vulcanica, dovevamo assolutamente riuscire a passare per verificare le sue condizioni.
Così, armati di pale e picconi, iniziammo a scavare cercando di farci largo in mezzo a quelle instabili macerie, non fu facile salire fino alla cima, la preoccupazione per l'antico ci dava però la forza di continuare e dopo ore di lavoro riuscimmo a raggiungerlo, potendo fortunatamente constatare la sua illesa condizione fisica.
Guardandoci intorno notammo però che gli smottamenti ed i crolli portarono alla luce dei nuovi passaggi fino a quel momento sepolti sotto strati di rocce e lava, decidemmo quindi di approfondire la questione seguendo i nuovi sentieri, fino a ritrovarci al cospetto di qualcosa inaspettata: l'entrata di una grotta ancora sommersa dalle macerie.
Concordammo che era troppo pericoloso spostarle senza aver fatto prima degli studi approfonditi sulla nuova conformazione del terreno ed il rischio di generare un ulteriore crollo ci sembrò troppo alto, così insieme a Nimue e Kelthor ci limitammo a prendere dei campioni di roccia da analizzare nella speranza di poterli approssimativamente datare, ripromettendoci però di tornare nei mesi a venire per controllare che la situazione non si aggravasse ulteriormente mettendo in pericolo il grande Antico. Con un po’ di fortuna, speravamo di riuscire nel tempo a liberare quell’entrata.
Nembonume 284
Durante uno dei periodici controlli fatti presso le sommità del vulcano ci accorgemmo di nuovi smottamenti presso la fenditura precedentemente scoperta, la conformazione del territorio era nuovamente cambiata se pur in maniera marginale, tuttavia gli impedimenti che negavano l’ingresso alla misteriosa grotta sembravano essere rotolati via. L’intraprendenza dei presenti portò quindi il gruppo ad addentrarsi in quegli inesplorati cunicoli alla ricerca di chi sa quale immaginario mondo creato dalla nostra fantasia, un sogno che inizialmente si dimostrò molto più reale di quanto ci aspettassimo visto che ad accoglierci vi erano gigantesche creature sconosciute ed aggressive. Decidemmo quindi di mandare avanti un esploratore che riportò notizie di una vasta vallata su cui vegliavano folti gruppi di quelle strane creature, oltre che di una seconda grotta che si immergeva ancor più nelle profondità della terra.
Udite le nuove informazioni riportate da Gamurofe decidemmo quindi di addentrarci affrontando il pericolo, con il solo fine di dare risposte alle molte domande che affollarono le menti di tutti i presenti, non potendo nemmeno immaginare cosa avremmo trovato da lì a poco: un gruppo di ricercatori, presentatisi a noi come facenti parte della compagnia di Harrison Jones, aveva realizzato in quel remoto antro un vero e proprio campo base, ben attrezzato e colmo di lavoratori intenti a spaccare la pietra alla ricerca di chi sa quale antico tesoro.
Tuttavia l’ora in cui giungemmo non era delle più consone per poter istaurare un dialogo, per tanto decidemmo di ritirarci con la promessa di tornare nei giorni successivi con viveri e bevande, un modo come un altro per chiedere scusa e supportare degli impegnati lavoratori
Baita delle terre Selvagge, 2 Dodecabrullo 284
A seguito dell’incontro odierno con il gruppo di esploratori accampati nella profondità della terra, ritengo necessario riportare gli eventi dei precedenti mesi ad esso legati. Lascio ai posteri traccia scritta delle nostre scoperte poiché questioni tanto importanti devono necessariamente rimanere imperiture, a futura memoria dei membri di questo Ordine e per tanto non è plausibile affidarsi al solo racconto orale.
Adulain 284
Eravamo di ritorno verso il rifugio quando al nostro passaggio presso la strettoia che separa il deserto dalle verdi terre notammo qualcosa di anomalo.
Rocce miste a lapilli bloccavano il passaggio verso il vulcano, crolli recenti dovuto probabilmente ai movimenti sismici dell’infuocata montagna. I visi di tutti i druidi presenti si crucciarono, un solo pensiero balenò all’unisono tra le menti di tutti, il grande Antico poteva essere rimasto ferito in un’improvvisa esplosione vulcanica, dovevamo assolutamente riuscire a passare per verificare le sue condizioni.
Così, armati di pale e picconi, iniziammo a scavare cercando di farci largo in mezzo a quelle instabili macerie, non fu facile salire fino alla cima, la preoccupazione per l'antico ci dava però la forza di continuare e dopo ore di lavoro riuscimmo a raggiungerlo, potendo fortunatamente constatare la sua illesa condizione fisica.
Guardandoci intorno notammo però che gli smottamenti ed i crolli portarono alla luce dei nuovi passaggi fino a quel momento sepolti sotto strati di rocce e lava, decidemmo quindi di approfondire la questione seguendo i nuovi sentieri, fino a ritrovarci al cospetto di qualcosa inaspettata: l'entrata di una grotta ancora sommersa dalle macerie.
Concordammo che era troppo pericoloso spostarle senza aver fatto prima degli studi approfonditi sulla nuova conformazione del terreno ed il rischio di generare un ulteriore crollo ci sembrò troppo alto, così insieme a Nimue e Kelthor ci limitammo a prendere dei campioni di roccia da analizzare nella speranza di poterli approssimativamente datare, ripromettendoci però di tornare nei mesi a venire per controllare che la situazione non si aggravasse ulteriormente mettendo in pericolo il grande Antico. Con un po’ di fortuna, speravamo di riuscire nel tempo a liberare quell’entrata.
Nembonume 284
Durante uno dei periodici controlli fatti presso le sommità del vulcano ci accorgemmo di nuovi smottamenti presso la fenditura precedentemente scoperta, la conformazione del territorio era nuovamente cambiata se pur in maniera marginale, tuttavia gli impedimenti che negavano l’ingresso alla misteriosa grotta sembravano essere rotolati via. L’intraprendenza dei presenti portò quindi il gruppo ad addentrarsi in quegli inesplorati cunicoli alla ricerca di chi sa quale immaginario mondo creato dalla nostra fantasia, un sogno che inizialmente si dimostrò molto più reale di quanto ci aspettassimo visto che ad accoglierci vi erano gigantesche creature sconosciute ed aggressive. Decidemmo quindi di mandare avanti un esploratore che riportò notizie di una vasta vallata su cui vegliavano folti gruppi di quelle strane creature, oltre che di una seconda grotta che si immergeva ancor più nelle profondità della terra.
Udite le nuove informazioni riportate da Gamurofe decidemmo quindi di addentrarci affrontando il pericolo, con il solo fine di dare risposte alle molte domande che affollarono le menti di tutti i presenti, non potendo nemmeno immaginare cosa avremmo trovato da lì a poco: un gruppo di ricercatori, presentatisi a noi come facenti parte della compagnia di Harrison Jones, aveva realizzato in quel remoto antro un vero e proprio campo base, ben attrezzato e colmo di lavoratori intenti a spaccare la pietra alla ricerca di chi sa quale antico tesoro.
Tuttavia l’ora in cui giungemmo non era delle più consone per poter istaurare un dialogo, per tanto decidemmo di ritirarci con la promessa di tornare nei giorni successivi con viveri e bevande, un modo come un altro per chiedere scusa e supportare degli impegnati lavoratori