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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By Thorgad
#1481
Sull'isola dei ghiacci soffiava un vento gelido.
Il freddo dell'inverno ghermiva con ferocia quelle terre, rendendo la vita quotidiana di tutti i giorni una sfida.
Al centro della piazza di Helcaraxe sorgeva la Rocca dei ghiacci; alta ed austera con le sue pietre nere, torreggiava sull'isola come guardiano silente incurante del vento e della neve.
Ai suoi piedi vi era un piccolo falò. Le sue deboli fiamme lottavano contro il vento per non spegnersi e morire ma quello che colpiva maggiormente era l'enorme figura curva su di esso.
La luce gli Illuminavano debolmente i lineamenti del viso, rudi e segnati dalla battaglia.
Thorgad del Clan Valdar era intento a cucinare la sua preda, quando all'improvviso un purosangue Nordico lanciato a tutta velocità irruppe nella piazza.
Un nero manto scese da cavallo e scivolando come un ombra si mostrò al fuoco, scoprendo il volto con aria tesa.


“Il forte...il forte Stufflein è stato preso, bianche e fitte ragnatele lo avvolgono!”.
Con aria sconvolta esclamò.


Alzando lo sguardo dal focolare Thorgad fissò dritto negli occhi l’uomo e con i suoi occhi scuri e spenti disse:
“Per tutti i martelli di Aengus, cosa stai dicendo Vegard? le guardie nere hanno bisogno d’aiuto con le pulizie ?”
Disse con il suo solito tono, celando in lui una fiamma battagliera che nessun vento del nord poteva affievolire.
“Yggdrasil! La situazione è seria, bisogna agire ,adesso!!”
con tono più deciso e fermo la guardia nera rispose al grosso nordico.
Alzandosi in piedi, Thorgard impugnò il suo enorme martello e ruggì:
“Cerca i Syskar sull’isola di grandinverno, io li cercherò qui; raccoglieremo quanti più guerrieri possibili e faremo capire a quelle bestie che hanno scelto il luogo sbagliato per la loro tana!”


Corni e richiami ruppero il silenzio di quella sera, mentre venivano chiamati a raccolta quanti più guerrieri possibili.
Una volta radunati presero il mare come nubi di tempesta, pronte ad abbattere con la loro furia qualsiasi pazzo o creatura che osava sfidare il volere del Nord in quelle Terre.
Le loro lunghe Drakkar solcavano le onde del mare agitato. I bianchi spruzzi delle onde si infrangevano con violenza sullo scafo delle navi mentre il vento gonfiava con impeto le loro vele.
Joakim dei Van Duvel tratteneva con le sue imponenti braccia le corde delle vele, ridendo gioso, assaporando la battaglia imminente.
Danu, la signora dei mari, osservava i suoi figli con benevolenza; strumenti della sua furia nei mari del nord!


La traversata fu veloce sino al porto nascosto dei cunicoli, da lì iniziarono a galoppare cautamente fra le gallerie del villaggio Kessel.
Un chiaro di luna illuminava il Borgo nascosto di Hullborg; i mastri d’ascia avevano finito i lavori da pochi giorni.
Il paesaggio allietava la vista dei Nordici. I focolari che illuminavano le case e i bianchi tetti splendenti, rendeva magica la vista.
Ma appena dopo gli ultimi focolai delle mura, l’oscura foresta della Baronia li attendeva.

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Seguirono il sentiero senza interruzioni, sino ai piedi della montagna dove era celato il forte Stufflein.
Il passaggio segreto era ricoperto da una serie di fitte ragnatele, impossibili da oltrepassare; nè fuoco nè metallo le scalfiva.
Ulfryl ed Helis si avvicinarono per cercare invano di aprire una breccia nelle fitte tele, mentre la Gael Kamali osservava silente.


Vegard si avvicinò a Thorgad e con tono cupo. Disse che la situazione alla porta principale era la stessa.
I due discussero su alcune tattiche per forzare quel blocco fino a che…


“TRACCE, TRACCE FRESCHE!!! “

esclamò Bartas con aria eccitata


La Baronia non è un luogo ospitale, solo poche persone o avventurieri preparati possono avventurarsi senza la luce delle torce.
Era un dovere per i Nordici controllare, seguendo le orme sino all’inizio del sentiero che portava a Picco dell’Aquila.
Le tracce sempre più fresche proseguivano nella fitta foresta.
Un rumore di cavalli ruppe improvvisamente la quiete .
Dalla fitta boscaglia comparvero diverse figure in sella a dei purosangue.
Senza vessilli, i guerrieri dalle sembianze Nordiche dominavo le loro cavalcature imbizzarrite, ben armati e agguerriti.
Uno fra loro si fece avanti ed esclamò…


“Siamo venuti qui per prendere i vostri averi, consegnateci le vostre monete o le prenderemo dai vostri corpi!”

Thorgad essendo il più temprato fra i compagni si fece avanti ed esclamò…
"Se è la battaglia quella che cerchi, l’hai trovata!”
Roteando il martello in aria gridò con tutta la sua forza.
“VITTORIA O VALHALLAAAA”


Dopo aver esclamato il grido di guerra i due gruppi caricarono con tutta la loro foga.
I Razziatori, con stupore dei manti cremisi, riuscirono a rompere le linee.
I guerrieri di Helcaraxe avevano sottovalutato i loro avversari, credendoli dei briganti sprovveduti.
Thorgad travolto da una lancia cadde giù da cavallo subendo una brutta ferita al ventre.
I compagni dietro di lui indietreggiando si divisero e, continuamente sparpagliati dalle cariche furibonde, crearono il caos.
La battaglia imperversava furiosa.

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Urla di guerra e colpi di acciaio riempirono la fredda notte della Baronia.
Guardandosi intorno spaesato Thorgad vide i fratelli in difficoltà.
I loro avversari erano temibili, i loro colpi erano tremendi e la loro fame di vittoria era più forte.
Dentro Thorgad divampò una fiamma; una rabbia mista a gioia scosse tutto il suo corpo e rialzandosi in preda alla furia cieca roteò il suo maglio scattando in avanti.
L’ebbrezza del momento, della difficoltà di una battaglia onorevole lo pervase. Poteva conquistare il suo posto nel Valhalla. Doveva prenderlo!
Colpì un razziatore in pieno debilitandolo, poi schivò un ascia bipenne.
In fine si trovò di fronte al Nordico con cui aveva parlato.

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I due si guardarono con sguardi accesi.
Il capo dei Razziatori spronò il suo cavallo, galoppando con furia dritto verso Thorgad che lo attendeva come una belva, stringendo il suo martello da guerra con forza disumana.
L’impatto del martello di Thorgad fu devastante, ma per qualche caso fortuito il suo avversario riuscì a tenersi in groppa al cavallo.
Due razziatori vedendo la scena corsero in aiuto colpendo Thorgad alle gambe, facendolo crollare sulle ginocchia.


La Battaglia sembrava finita e con aria fiera il Razziatore si ergeva davanti a Thorgad.
Con la mano silla ferita e in ginocchio con il suo martello, L'Yggdrasill pronunciò le seguenti parole…


“Sono Thorgad del Clan Valdar...Hai combattuto con onore, chi sei ?”


Il Razziatore togliendosi l’elmo e guardandolo con aria fiera disse:
“Sò bene chi sei...io sono Rorik il senza terra, e sono venuto qui insieme ai miei fratelli per razziare. Prenderò le vostre terre, i vostri soldi e le vostre donne.”


Thorgad lanciò una sacca colma di monente e sorridendo con aria insolitamente contenta disse:
“Hai combattuto bene Rorik, queste sono tue di diritto, ma sappi che la Baronia è di Helcaraxe! Ci scontreremo ancora sino a quando uno dei due non vedrà il Valhalla”.


Rorik di tutta risposta esclamò.
“Con il tuo maglio me l’hai quasi fatto vedere il Valhalla, ma questa notte è nostra. La battaglia è finita ma torneremo presto”


I razziatori raccolsero le monete e si dileguarono urlando vittoriosi.
I manti cremisi si ritirarono al picco dell’Aquila, mentre Thorgad venne accompagnato dal giovane Eoghan che stava per completare la sua Urval.


Sputando sangue il vecchio Nordico si mise a ridere.
Preoccupato il giovane orso si avvicinò…
“Siamo quasi arrivati, ma non ti preoccupare ci vendicheremo..”


Thorgad lo fulminò con i suoi occhi scuri e tuonò.
“VENDICARSI??? Non c’è onore più grande che combattere contro avversari degni. Aengus ci ha donato una degna battaglia questa sera e ne verranno altre, la vendetta è un subdolo sentimento delle valli verdi.
Gioisci stolto perchè dal Valhalla i nostri degni avi ci guardano!



Così dicendo si avviò con passo deciso ai cancelli del borgo nascosto, lasciando il giovane orso a meditare sulle sue parole.
#1937
Thorgad tirò con forza le briglie del suo destriero facendo forza con le gambe per non farlo imbizzarrire.
Rimase in silenzio mentre osservava per un attimo il paesaggio davanti a sé.
Dalle montagne della Baronia si potevano vedere al chiaro di luna le valli verdi del continente umano.
Le foreste silenti si stagliavano sino a perdersi nell’oscurità.
Distolse lo sguardo, mentre la sua espressione si faceva greve.
Pensò a quello che avrebbe trovato nelle terre verdi; ferite dai continui laceramenti del Flux.
I maghi avevano sconvolto l’equilibrio per troppo tempo in quelle lande, e proprio in quei giorni era giunta al suo orecchio la voce di avvenimenti assurdi. Doveva indagare.
Cavalcò deciso seguendo il tortuoso sentiero del passo Dell’Aquila verso sud, per poi costeggiare le montagne.
In lontananza vide alcune luci di fiaccole e i contorni di grandi mura in pietra.
Un piccolo ponte attraversava il fiume, mentre un pesante cancello era sorvegliato attentamente da una guardia.
La sua armatura e la sua alabarda scintillavano debolmente alla luce di Nut, mentre il suo mantello arancione gli ornava le spalle.

“Alt! Chi giunge fino alle nostre mura? Questa è terra sacra e tutti sono i benvenuti ma non prima di essersi fatto riconoscere. Palesa dunque le tue intenzioni.”

Thorgad ripose la sua arma dietro le spalle portandosi poi a poca distanza dal cancello. La luce delle fiaccole illuminavano i suoi lineamenti duri e temprati dal freddo. La sua barba grigia e il suo manto avevano ancora tracce di neve, mentre i suoi occhi grigi scrutavano la guardia del cancello.

“Sono Thorgard, del Clan Valdar. Non vengo per creare problemi. Voglio cercare un po’ di ristoro e un fuoco caldo a cui scaldarmi. Dopo aver visitato il vostro mercato.”

Disse con la sua voce fiera e pesante.

La guardia lo scrutò attentamente per alcuni istanti, poi diede l’ordine di alzare il pesante cancello di ferro.

Il nordico spronò la sua cavalcatura superando appena la Locanda alla sua destra e dirigendosi poco più a ovest.
Lasciò il suo cavallo alle cure dello stalliere mentre cominciò a curiosare tra i mercanti e i garzoni del mercato.
Curiosando in giro incontrò varie persone, ma fra tutte il cavaliere Norman, che lo accolse con riserbo.
Parlarono fra i banchi delle merci fino a quando non arrivò il Cancelliere Eru che raccolse altri suoi compagni e aspiranti.
Thorgad ascoltò il gruppo di cavalieri che pareva si stesse preparando per una spedizione, così decise di unirsi a loro.
Parlarono per alcuni attimi mentre i cavalieri sembravano volerlo far desistere, ma alla fine accettarono .

La meta era lontana, verso est.
Avrebbero ripercorso le strade sino a Hullborg per poi proseguire verso le terre selvagge.
Il vecchio Nordico sapeva bene quali pericoli potevano attenderlo in Baronia, cose che persino i cavalieri forse ignoravano.
Oltrepassarono il passo di Amon e di fronte alla foresta innevata il comandante Eru ordinò:

“Fratelli, visto il pericolo di incontrare dei nordici ribelli, da questo punto fino al budello dell'Orco sarà messer Thorgad a decidere come gestire la situazione, se si dovessero presentare problemi.”

Avanzarono cauti nel sentiero di terra battuto, mentre i loro mantelli dal colore sgargiante contrastavano con il colore candido della neve e del nero della notte.
Le loro armature riflettevano debolmente la luce della luna, mentre il rumore di zoccoli riempiva l’aria della notte.
Thorgard osservava con attenzione il fitto della foresta, sperando forse in cuor suo di trovare quello che lui riteneva un degno avversario.
Ritornò con la mente a quella sera, dove gli uomini del nord subirono una pesante sconfitta da parte di alcuni Ribelli senza Clan.
Il loro capo, Rorik si era rivelato un degno avversario, persino degno di strappare a quel vecchio guerriero una morte in battaglia, concedendogli così infine di accedere al Valhalla.

Cavalcarono fino a scorgere in lontananza le mura di Hullborg.
Qui il vecchio nordico fermò il gruppo mentre osservava con attenzione verso nord-est.
Sguainò la sua arma indicando poco lontano un piccolo gruppo, forse ricognitori, di guerrieri del Clan Bergtatt.
La battaglia non durò molto e lo strano gruppo riuscì facilmente ad avere la meglio.
Mentre si medicava un piccolo taglio fattosi in battaglia, il vecchio nordico esclamò:
“Vi sono diversi pericoli qua in Baronia, i Clan ribelli sono uno di questi ma un nuovo nemico è giunto, un nuovo pericolo che tutti dobbiamo temere, sono i Razziato…”

Non fece in tempo a finire la frase che nere figure in groppa a possenti purosangue nordici si avvicinarono a loro con le armi sguainate.
Il loro sguardo torvo scrutò per un attimo il gruppo di cavalieri e il vecchio nordico che li accompagnava.

Gli occhi di Thorgard si illuminarono di una nuova luce. Il fuoco della battaglia lo chiamava.
Finalmente Aengus aveva dato una nuova occasione a Thorgad di andare nel Valhalla combattendo contro nemici onorevoli.

In sella al suo Purosangue Nordico uno dei razziatori iniziò a girare attorno al gruppo, fissando il Nordico e il suo Maglio.
Thorgad spazientito esclamò con impeto:
“ Che Rorik si faccia avanti! abbiamo un conto in sospeso io e lui!”

Per nulla intimorito il predone tagliò le parole del vecchio orso...
“Non è qui… Ma basterò io per te... e gli porterò la tua testa!”

La luce negli occhi di Thorgard si accese come scintilla, mentre sentiva l’impeto della battaglia farsi strada nel suo corpo.
Strinse con forza il suo Maglio, mentre quasi in preda all’euforia gridò:
“Vieni a prenderla...VITTORIA O VALHALLA HUAAA!!!”

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A quel grido, i due schieramenti si diedero battaglia.
Thorgad sapeva già a cosa andava incontro e fu preparato ai loro attacchi.
I cavalieri e i loro aspiranti si chiusero intorno al loro sacerdote respingendo ogni carica.
Thorgad consapevole della tattica nemica riuscì a disarcionare un paio degli avversari riuscendo a finirli.
Osservò per alcuni istanti il gruppo di cavalieri e di come si muovevano in battaglia.
“Il loro capo ci sa fare vedo! Riesce a mantenerli tutti uniti respingendo gli assalti nemici…non male”
Pensò tra sè con un sorriso mentre combatteva con tutte le sue forze.

Lo scontro durò relativamente poco, e questa volta i razziatori ebbero la peggio.
Alcuni di loro giacevano al suolo mentre altri, forse sottovalutando troppo i loro nemici, o forse vedendo con quale brutalità e ferocia il vecchio nordico li colpiva con forza, decisero di ritirarsi.

Vedendo scappare i predoni Thorgad iniziò a saltare roteando il suo maglio urlando a squarcia gola…
“Tornare qui dannati!!! TORNATE QUIIII!!!
Vedendo sbraitare il vecchio Nordico i cavalieri si raggrupparono, ridendo bonariamente a quella scena.
Poi iniziarono a curare i loro feriti.

Dopo quell’episodio il viaggio fino alle terre selvagge fu tranquillo.
I cavalieri sconfissero un paio di grossi gruppi di orchi accampati e diedero le loro lezioni agli aspiranti.

Verso notte fonda tornarono nelle valli verdi e appena oltrepassato il passo dell’Aquila, il Nordico si staccò dal gruppo dei cavalieri ritornando sui suoi passi verso Helcaraxe.
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Anche se il suo avversario non era presente, potè ritenersi soddisfatto delle battaglie affrontate.
Strinse con forza il suo maglio, mentre sul suo volto comparve un leggero sorriso. I suoi occhi erano illuminati da una strana luce, che ardevano avidamente di un fuoco brutale e battagliero.
“Presto...molto presto ci affronteremo ancora...e in quell’occasione solo uno di noi due trionferà alla fine. Per poi forse...un giorno lontano, brindare assieme nelle sale del Valhalla!”
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