[HLX] Viaggio verso Nut
Posted: Tue Jul 21, 2020 1:09 am
Il primo mese d'estate Danu lascia spazio alla madre Althea, abbassando i propri venti gelidi al nord, così che flora e fauna possano rinvigorirsi, anche sotto la neve che diventa più lieve e molti cuccioli nascono e alcune piante sono colme di frutti. Lithe è quindi riposo, un mese di riflessione per i Sagarth del nord, che rinnovano la devozione alla Dea, ricordandone i simboli come la Luna Nut, il Lupo, lo Scudo, le Stelle e coinvolgendo i fratelli in esplorazioni via mare, sfide alle creature marine o cerimoniali di preparazione.
Quella sera era lieve, nell'aria cerca una strana serenità, mentre si consumavano nelle sule della Rocca incontri diplomatici, alcuni nordici seduti al solito fuoco, ascoltavano le storie del Vecchio Claus, il Maknar dei Kessel. Ed era facile discorrere, sotto quelle stelle che parevano d'argento, in un momento senza venti e con la fioca luce della fiamma familiare di quella piazza, nell'isola di Helcaraxe.
Ma poi il Guardiano dei Ghiacci scese dalla Rocca e con egli gli ospiti del valoroso popolo Djaredin, ed era finalmente il tempo di recarsi nella Valle degli Dei perchè lì si sarebbero preparati nelle armi, e nei simboli, alla traversata che nei giorni successivi avrebbero fatto, verso Nut.
Victoria, la Sagarth dell'Hugr Rath, chiese a Dulbur di essere skald maestro di ritmo e cerimonia quella sera, guidando i fratelli tra i sentieri nevosi, tra pini e arbusti gelati, fino al Tempio, silenzioso, solenne.
Lì, emozionata e alla sua prima esperienza, Victoria chiese alla giovane Brynyja di recitare e intonare i versi che aveva scritto per onorare la Signora delle Maree, dei Mari, dal volto di Luna.
E poi, al centro di quel tempio adornato di conchiglie votive e doni, provenienti da tutto il popolo del nord, Victoria prese a parlare, davanti all'altare senza sedere su quello scranno che era posto ancora solo degli Harald e ricordò dei volti della Madre Abissale, della sua antica Furia guerriera, ma anche della sua Luna e del placido mare che con le Drakkar avrebbero solcato, in cerca ancora di sfide e segni. Sì le drakkar, gioielli dei cantieri nordici ma anche mezzo per avvicinarsi a Danu, il luogo adatto dove compiere un cerimoniale alla Dea.
Li chiamò uno ad uno, perchè prendessero con sé i coprispalla benedetti nel suo nome e di azzurro acceso.
"Danu Husbondi!" urlarono insieme perchè Lei in quella notte così perfetta potesse sentirli ancora una volta e nei giorni seguenti benedirli coi propri favori.
"Impugnate le armi che userete per purificare il suolo di Nut! Perchè vengano bagnate nella pozza sacra, lì dove Fuoco e Acqua si incontrano e i due Dei Fratelli si manifestano naturalmente."
E così fecero, immergendosi coi pesanti manti in quelle acque, fuori dal Tempio, nella valle dove ogni cosa diventa sacra, dai nomi sulle steli commemorative, alla forgia, alle rocce stesse.
Nel nome di Danu erano pronti e presto sarebbero salpati su quella Drakkar benedetta che i religiosi stavano preparando.