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Una sera, nella Capitale

Posted: Sun Jun 07, 2020 9:05 pm
by Malynna Lethduwe
Era una tiepida serata nella Capitale, Malynna sedeva su una panca nella piazza giocherellando con la benda che si era appena sciolta dal braccio. Non riusciva ad abituarsi alla calma di quella grande città, in cui tutti sembravano impegnati in operose e pacifiche attività... Da dove veniva lei una giornata era da considerarsi "andata bene" se nessuno tentava di piantarti un coltello nei reni più di una volta.
E lei sapeva di chi era il merito di tutto ciò.
Erano successe tante cose negli ultimi giorni, era arrivata ad Hammerheim pochi giorni prima con una lettera per un amico scritta da un Capitano di dubbia reputazione e pochi spiccioli in tasca, poi tutto era successo così in fretta. Non si era mai veramente interessata alla vita istituzionale della città, quando aveva deciso di prendere il manto era stato su consiglio di qualcuno più saggio di lei e aveva dovuto allontanarsi dagli unici amici che avesse in quel momento, ma era stato un sacrificio necessario. Aveva visto il Primo Consigliere alcune volte organizzare le truppe sulla piazza ma prima di scrivere il suo nome sulla pietra della città non avevano mai scambiato più che qualche parola formale. Lui la incuriosiva: lo aveva guardato, confusa nelle ombre del portico del mercato, esercitare la sua autorità sugli armati in modo impeccabile e poi sorridere amichevolmente ai suoi uomini un istante dopo. Lui la confondeva.
Per questo era rimasta decisamente sorpresa quando quel pomeriggio lui la aveva avvicinata mentre era intenta a sbocconcellare una mela a gambe incrcociate godendosi il sole, lei che si era sempre considerata quasi invisibile.
Aveva alzato gli occhi quando la imponente figura di lui le aveva gettato un'ombra addosso, cercando di ricomporsi e darsi un tono per essere stata colta in un momento così personale.
"Gloria, Primo Consigliere", aveva farfugliato cercando di non apparire come la ragazzina impacciata di cui aveva tentato di liberarsi con questa fuga.
"Gloria, Malynna. Cosa stai facendo?"
"Oh nulla, Primo Consigliere, ero assorta nei miei pensieri. Mi perdonerete, non vi ho visto arrivare"
Lui aveva scosso il capo lentamente, "Nessuna offesa, sarete alla festa di Nosper stasera?"
Lei lo aveva guardato sorridendo: "Oh, pensavo di andare a vedere le celebrazioni. Voi vedrò li?", dando per scontato che uomo del genere non si sarebbe presentato da solo.
"Ci sarò- disse lui- vogliamo fare la strada insieme?"
Lo aveva guardato incerta su come interpretare quella richiesta.
"Sarò qui, alla nona ora" gli aveva risposto sottovoce.
Erano stati momenti concitati, lui la confondeva e la incuriosiva. Cosa voleva dire? Cosa intendeva con "facciamo la strada insieme? Aveva guardato il suo guardaroba, non c'era nulla degno. E se invece lui non intendeva ciò lei che stava pensando? Si era rivolta all'unica persona che conosceva in città e alla nona ora era in piazza, vestita come immaginava si vestisse una rispettabile cittadina Hammin.
Lui era solo, senza armatura. Lo aveva guardato con un certo stupore: era la prima volta che lo vedeva in abiti civili. Le aveva offerto il braccio per accompagnarla alla sua cavalcatura aiutandola a salire e si erano avviati verso Nosper, non sapeva più cosa pensare. Era stata una serata movimentata, aveva dovuto ad un certo punto trascurare il Primo per una importante conversazione, eppure lui la aveve attesa.
Lo aveva guardato: "Mi perdonerete, Primo Consigliere?", lui la aveva osservata stingendo appena gli occhi "Non sono molte le persone che si permettono di farmi aspettare. Rientriamo, Malynna?"
Era sinceramente convinta di aver fatto un passo falso con lui, dopo il rimprovero, ma lui era stato un gentiluomo e la aveva aiutata a montare Malocchio nonostante tutti i presenti reclamassero la sua attenzione. Sentire le sue forti sicure sui fianchi la aveva dato una strana sensazione.
Lui la confondeva.
Erano rintrati nella Capitale senza intoppi, arrivati in piazza lui la aveva guardata... "Vieni con me". Non era il caso di opporsi ad un ordine del Primo Consigliere.
La aveva fatta scendere da cavallo davanti ad una casa non lontana dalla banca per poi infilare rapidamente la chiave nella serratura guardandosi le spalle. Entrati in casa lei si era guardata intorno, non era abituata ad un luogo così sicuro e così elegante, lei che viveva in una taverna nella zona bassa della capitale.
"Questa è... Casa vostra, Primo?"
"Chiamami Snaer, andiamo."
Riusciva ancora a confonderla, con quel tono autoritario.
Erano finiti in terrazza a bere vino e contemplare le luci della città, timorosa di disturbare aveva tentato di congendarsi.
"Pri.. Snaer, forse è il caso che io vada.."
Lui si era avvicinato e la aveva guardata, continuava a farla sorridere il fatto di sentirsi così piccola davanti a lui.
"Sei sicura di voler andare?" le aveva sussurrato lui tirandola a se. Si era irrigidita un istante poi gli aveva infilato le dita tra i capelli sulla nuca.. "Io non lo so più di cosa sono sicura..." gli aveva sussurrato, lasciandolo fare.