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Il Ritratto delle Westlands

Posted: Tue Jun 02, 2020 9:52 pm
by Dast
IL RITRATTO DELLE WESTLANDS - PARTE PRIMA
22 Madrigale 284
Era ormai dall'autunno che Zellentarion aveva ceduto i propri incarichi a persone migliori: onestamente, non resse il peso delle cariche pubbliche. Troppi impegni e soprattutto troppe responsabilità: non se la sentiva che altri dipendessero da lui, o forse non era quello il momento giusto per lui di divenire baluardo per altri o colui che prendeva le decisioni.
Insomma, nel giro di un anno e mezzo aveva conosciuto la guerra e la calamità, un ritorno al passato troppo repentino e cruento.
Tutto a confermare ciò che era sempre stato: gracile, non solo nel fisico. Il passato che tornava a farsi sentire.
Ma un giuramento è un giuramento, e Zellentarion continuava a definirsi "un uomo di Sua Maestà"; voleva continuare a rendersi utile, in qualche modo. Uomini più avveduti direbbero che il ragazzo ha problemi di stima: un giovane mago che aveva studiato e scritto un rituale per ricostruire HammerHeim tutta durante i crolli, perfettamente riuscito, Responsabile dell'Accademia quando non era che un semplice Apprendista di magia, e ora Maestro Arcano a pieno titolo dell'Accademia. Senza contare gli elogi profusi da Lord e dall'Arcimago stesso (suo precedente apprendista). Si, forse Zellentarion aveva forti problemi di stima.
Ma del resto, come dicono i vecchi a Nosper: "Non c'è peggior sordo di chi non vuol sentire".

Ma questa storia non riguarda Zellentarion DeShain, nato Hammin... o forse sì. Dovrebbe riguardare delle illustri persone che nel 284 guidavano HammerHeim. Si, perché Zellentarion si era riscoperto pittore, ed era tramite questa secondaria "Arte" (la prima era il Flux) che voleva continuare ad essere utile alle Westlands, per non venir abbandonato come uno strumento difettoso.
Era vecchia di settimane ormai la sua missiva indirizzata al Consiglio in cui chiedeva di poter immortalare per i posteri gli attuali Consiglieri Reali. Dapprima aveva pensato a dipingere Sua Maestà, ma tornò sui suoi passi, preferendo fare le cose "per bene": quando si scala una montagna, lo si fa passo dopo passo dalla base, non guardando la vetta.

Quella mite sera di Madrigale si decise a chiedere l'esito della decisione direttamente al Primo, il Grand'Ammiraglio Bjorn. Un tempo lo chiamava per nome, o semplicemente "il Montanaro", come era stato conosciuto i primi mesi presso la capitale; ma ora la carica imponeva formalità, sebbene il nordico fosse un uomo pragmatico.
Zellentarion sapeva che Snaer aveva lasciato Helcaraxe e il clan Valdar per divergenti vedute; quello che invece sapeva per certo è che aveva scalato la gerarchia dei Martelli Dorati spaccandosi la schiena, promuovendone il corpo e riformandolo, addestrando le reclute e pretendendo da loro il massimo: così si guadagnò il titolo di Primo Gendarme, di Comandante e di Generale, infine. Quando poi Darius - ora Lord - lasciò il Consiglio, Snaer fu fermo di polso e raccolse il manto dell'onere di Primo Consigliere e con le proprie spalle resse l'impegno di guidare HammerHeim in vece di Sua Maestà, fedele alla corona e all'aquila Smeraldo e ciò che significava.
Snaer non era un uomo facile: testardo come un mulo e grezzo come la roccia, specialmente per un carattere come quello di Zellentarion, accorto per i dettagli; ma ciò che andava detto era che le Westlands non potevano chiedere di meglio. Era ovvio che tutto il lavoro non risiedesse nella sola sua figura, ma aveva saputo scegliere la gente giusta per accompagnarlo. Aveva saputo mettere nei posti giusti le persone adatte al ruolo di Arcimago, di Sommo Sacerdote (Sacerdotessa, per la precisione) e di quarto Consigliere; aveva riformato il corpo di Guardia da Martelli a Marina in un periodo storico dove era necessario essere addestrati ad andare per mare; aveva deciso della fortificazione del Trivio come ultimo baluardo settentrionale.
Insomma, per quanto fosse opinabile la guida di un nordico presso il Consiglio Reale, Snaer Bjorn aveva saputo smentire la malelingue; poi, cosa ne sarà del futuro, solo il Grigio Veggente lo saprà!

Tornando tuttavia al presente, la risposta fu affermativa: il Consiglio si era reso disponibile.
Zellentarion corse a prendere cavalletto, tele, pennelli e colori; una volta caricati sul mulo, tornò in piazza, senza sapere che il Primo aveva scelto il Palazzo Reale per farsi ritrarre. Erano 3 stagioni piene che Zellentarion non calcava le sale di Sua Maestà.
Snaer si sedette su un trono dorato preparato per l'occasione, mentre Zellentarion sistemò cavalletto e tela dinanzi a lui.

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La sessione di pittura fu piuttosto lunga ed estenuante, ma al termine, il risultato soddisfaceva sia Zellentarion che il soggetto...

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... e su consiglio di Zellentarion e ordinanza di Snaer venne appeso presso la Sala del Consiglio.

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