Tornare alla Vita
Posted: Tue Apr 21, 2020 12:09 pm
Zenon il matto, lo svitato, lo scemo.
Sì, devo ammetterlo, mi ha sempre divertito farmi chiamare in modi così coloriti: e ancor maggiore divertimento e una profonda soddisfazione sapere che tutti credevano all’inganno: un cantastorie lucido come una sogliola morta che male avrebbe mai potuto fare agli altri? E’ buffo, intona canzoncine sconce, con rime ancor più sconce e parla con il suo cappello!
Eppure per anni ho portato in scena questo ruolo, non era difficile perché molte delle cose che dicevano di me sono vere…soprattutto la mancanza totale di lucidità - merito di quella santa donna di mia madre, quando ero un ragazzino nei carrozzoni di Eracles andava molto in voga la zuppa di funghetti viola e lei aveva una ricetta speciale.
E per anni ho aspettato che quelli che ritenevo fratelli, quelli che ho seguito ciecamente, quelli che mi hanno posto sulla strada delle tenebre tornassero a prendermi là dove mi hanno lasciato.
“Tu resterai lì, Zenon, nella città, li sorveglierai, li spierai riferendoci ogni singola parola, dandoci avviso di ogni singola mossa, fino al giorno in cui noi torneremo, forti come non mai, e li conquisteremo usando i loro segreti come lame affilate nelle loro grasse e pigre pance. E lo farai per lui, Zenon, per l’Unico Vero Dio”.
Fratelli, questo credevo che fossero. E forse lo sono stati, ma fratelli in una perversione che mi ha condotto solo nel buio, in un buio fatto di solitudine quando ognuno di loro sparì: scacciati, banditi o peggio, con il collo tirato da una corda o portati via dal vento in cenere.
Ed io senza più una famiglia.
Paradossalmente nel tempo iniziai a guardare la città in cui mi ero infiltrato e le persone che mi era stato ordinato di spiare sotto un’altra luce, a provare un legame che giorno dopo giorno si andava formando: ma non potevo venire meno alla fede, l’Unico Dio non si aspettava di meno da me...e cosa sarebbe stato di me se avessi tradito la sua fiducia?
Ma io, ad essere sincero, avevo ancora fiducia in lui? Avevo ancora fede nel totale silenzio? Avevo ancora fede in una strada buia che mi faceva sentire un reietto ovunque andassi?
Ho ingannato per anni, ma la realtà è che io stesso sono vittima dell’inganno che ho portato avanti, io stesso sono stato ingannato da coloro in cui credevo, da un dio che mi ha lasciato nel deserto a vagare senza uno scopo.
Ieri ho perso tutto.
Ma ieri ho anche ritrovato tutto, in un semplice libro di fiabe lasciato su un altare sperduto nelle campagne, un altare consacrato a colui che vede senza avere occhi. Ho visto minuscoli, impercettibili frammenti di vita e speranza fra le pieghe di ogni pagina ingiallita, persino nelle rilegature allentate dall'impietoso tempo.
E oggi, su questo terrazzo, con una pira incandescente alle mie spalle che riduce in cenere lo spauracchio di ciò che ero, io vedo Hammerheim, la sua gente, coloro che ho ingannato malgrado per lungo tempo mi abbiano sempre trattato come uno di loro, come un fratello. Solo un muro di pietra, pochi metri d’aria e un oceano di segreti ci separano.
Osservo i loro sguardi severi e, naturalmente, il disprezzo, la delusione: ma ieri ho perso tutto e ora ho ritrovato qualcosa, una luce che avevo smarrito. Prima ero cieco per l’oscurità, ora sono cieco perché devo imparare di nuovo a vedere il mondo: cieco come un Vecchio Viandante che si affida al suo bastone per conoscere la via.
Ora devo imparare di nuovo a vedere il mondo…e lo farò da un luogo che finalmente, con cuore purificato, posso chiamare casa.
Zenon è morto.
E Zenon ora torna a vivere.
Sì, devo ammetterlo, mi ha sempre divertito farmi chiamare in modi così coloriti: e ancor maggiore divertimento e una profonda soddisfazione sapere che tutti credevano all’inganno: un cantastorie lucido come una sogliola morta che male avrebbe mai potuto fare agli altri? E’ buffo, intona canzoncine sconce, con rime ancor più sconce e parla con il suo cappello!
Eppure per anni ho portato in scena questo ruolo, non era difficile perché molte delle cose che dicevano di me sono vere…soprattutto la mancanza totale di lucidità - merito di quella santa donna di mia madre, quando ero un ragazzino nei carrozzoni di Eracles andava molto in voga la zuppa di funghetti viola e lei aveva una ricetta speciale.
E per anni ho aspettato che quelli che ritenevo fratelli, quelli che ho seguito ciecamente, quelli che mi hanno posto sulla strada delle tenebre tornassero a prendermi là dove mi hanno lasciato.
“Tu resterai lì, Zenon, nella città, li sorveglierai, li spierai riferendoci ogni singola parola, dandoci avviso di ogni singola mossa, fino al giorno in cui noi torneremo, forti come non mai, e li conquisteremo usando i loro segreti come lame affilate nelle loro grasse e pigre pance. E lo farai per lui, Zenon, per l’Unico Vero Dio”.
Fratelli, questo credevo che fossero. E forse lo sono stati, ma fratelli in una perversione che mi ha condotto solo nel buio, in un buio fatto di solitudine quando ognuno di loro sparì: scacciati, banditi o peggio, con il collo tirato da una corda o portati via dal vento in cenere.
Ed io senza più una famiglia.
Paradossalmente nel tempo iniziai a guardare la città in cui mi ero infiltrato e le persone che mi era stato ordinato di spiare sotto un’altra luce, a provare un legame che giorno dopo giorno si andava formando: ma non potevo venire meno alla fede, l’Unico Dio non si aspettava di meno da me...e cosa sarebbe stato di me se avessi tradito la sua fiducia?
Ma io, ad essere sincero, avevo ancora fiducia in lui? Avevo ancora fede nel totale silenzio? Avevo ancora fede in una strada buia che mi faceva sentire un reietto ovunque andassi?
Ho ingannato per anni, ma la realtà è che io stesso sono vittima dell’inganno che ho portato avanti, io stesso sono stato ingannato da coloro in cui credevo, da un dio che mi ha lasciato nel deserto a vagare senza uno scopo.
Ieri ho perso tutto.
Ma ieri ho anche ritrovato tutto, in un semplice libro di fiabe lasciato su un altare sperduto nelle campagne, un altare consacrato a colui che vede senza avere occhi. Ho visto minuscoli, impercettibili frammenti di vita e speranza fra le pieghe di ogni pagina ingiallita, persino nelle rilegature allentate dall'impietoso tempo.
E oggi, su questo terrazzo, con una pira incandescente alle mie spalle che riduce in cenere lo spauracchio di ciò che ero, io vedo Hammerheim, la sua gente, coloro che ho ingannato malgrado per lungo tempo mi abbiano sempre trattato come uno di loro, come un fratello. Solo un muro di pietra, pochi metri d’aria e un oceano di segreti ci separano.
Osservo i loro sguardi severi e, naturalmente, il disprezzo, la delusione: ma ieri ho perso tutto e ora ho ritrovato qualcosa, una luce che avevo smarrito. Prima ero cieco per l’oscurità, ora sono cieco perché devo imparare di nuovo a vedere il mondo: cieco come un Vecchio Viandante che si affida al suo bastone per conoscere la via.
Ora devo imparare di nuovo a vedere il mondo…e lo farò da un luogo che finalmente, con cuore purificato, posso chiamare casa.
Zenon è morto.
E Zenon ora torna a vivere.