La fede, solida come roccia
Posted: Sun Jan 12, 2020 6:40 pm
AWEN
Sul finire dell'anno Imperiale 283 l'Ordine dei Cavalieri dell'Alba e il suo ramo sacerdotale, i Guardiani del Tempio, avviò dei lavori destinati ad arricchire con grandi opere artistiche e votive il Tempio di tutti gli Dei, allo scopo di dimostrare la propria devozione e rinfocolare quella dei fedeli; in particolare decisero di provvedere ad erigere delle grandi statue dedicate alle divinità.
La prima di cui si decise di occuparsi, sia come studio che come realizzazione pratica sarebbe stata quella del Dio Awen, poichè da anni presso l'Ordine il suo culto era mantenuto vivo, in ossequio alla virtù della Compassione, una delle cinque virtù alla base della vita dei Fratelli secondo il Volume delle Cinque gemme dei Cavalieri.
Dapprima se ne discusse internamente, e prevedibilmente a padre Mantasse fu affidata l'ideazione dell'estetica della statua, i cui bozzetti sarebbero stati realizzati dallo Scudiero Clare Amarth.
Si decise dunque di scolpire un enorme statua, della pietra scura della Fortezza, che poi sarebbe stata ricoperta di oro finissimo; tutti i cavatori dell'Ordine furono quindi chiamati a saggiare le vene aurifere contenute nell'esiguo territorio del Monastero per fornire il pregiato materiale per la copertura, e per il taglio della pietra da cui gli artigiani sarebbero stati chiamati a scolpire la figura.
Si iniziarono i lavori con un breve discorso esplicativo del Gran Maestro, e con la benedizione di padre Mantasse.
Mentre uomini e donne sudavano in miniera, gli altri Fratelli si avvicendavano a spostare e immagazzinare i materiali da essi consegnati; assieme ai Cavalieri ed ai Guardiani prestava la sua opera pure messer Mannus, impegnato in un percorso personale di redenzione e illuminazione spirituale. Intanto appoggiati a un tavolaccio di legno Mantasse dava le indicazioni a Clare, per fare i primi bozzetti della statua, mentre il cancelliere Silme coadiuvava come possibile i due cercando le soluzioni migliori a livello pratico.
Fu una serata di grande fatica ma illuminata dalla luce della concordia e della collaborazione, e al momento di andare a dormire i partecipanti poterono ritirarsi soddisfatti, sapendo che una volta realizzata la statua sarebbe stata una testimonianza di fede, vero esempio di ciò che dovrebbe animare i fedeli uniti dalle proprie credenze al di là di qualsivoglia limite territoriale e nazionale.
Sul finire dell'anno Imperiale 283 l'Ordine dei Cavalieri dell'Alba e il suo ramo sacerdotale, i Guardiani del Tempio, avviò dei lavori destinati ad arricchire con grandi opere artistiche e votive il Tempio di tutti gli Dei, allo scopo di dimostrare la propria devozione e rinfocolare quella dei fedeli; in particolare decisero di provvedere ad erigere delle grandi statue dedicate alle divinità.
La prima di cui si decise di occuparsi, sia come studio che come realizzazione pratica sarebbe stata quella del Dio Awen, poichè da anni presso l'Ordine il suo culto era mantenuto vivo, in ossequio alla virtù della Compassione, una delle cinque virtù alla base della vita dei Fratelli secondo il Volume delle Cinque gemme dei Cavalieri.
Dapprima se ne discusse internamente, e prevedibilmente a padre Mantasse fu affidata l'ideazione dell'estetica della statua, i cui bozzetti sarebbero stati realizzati dallo Scudiero Clare Amarth.
Si decise dunque di scolpire un enorme statua, della pietra scura della Fortezza, che poi sarebbe stata ricoperta di oro finissimo; tutti i cavatori dell'Ordine furono quindi chiamati a saggiare le vene aurifere contenute nell'esiguo territorio del Monastero per fornire il pregiato materiale per la copertura, e per il taglio della pietra da cui gli artigiani sarebbero stati chiamati a scolpire la figura.
Si iniziarono i lavori con un breve discorso esplicativo del Gran Maestro, e con la benedizione di padre Mantasse.
Mentre uomini e donne sudavano in miniera, gli altri Fratelli si avvicendavano a spostare e immagazzinare i materiali da essi consegnati; assieme ai Cavalieri ed ai Guardiani prestava la sua opera pure messer Mannus, impegnato in un percorso personale di redenzione e illuminazione spirituale. Intanto appoggiati a un tavolaccio di legno Mantasse dava le indicazioni a Clare, per fare i primi bozzetti della statua, mentre il cancelliere Silme coadiuvava come possibile i due cercando le soluzioni migliori a livello pratico.
Fu una serata di grande fatica ma illuminata dalla luce della concordia e della collaborazione, e al momento di andare a dormire i partecipanti poterono ritirarsi soddisfatti, sapendo che una volta realizzata la statua sarebbe stata una testimonianza di fede, vero esempio di ciò che dovrebbe animare i fedeli uniti dalle proprie credenze al di là di qualsivoglia limite territoriale e nazionale.