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[ODQ] Spedizione su Ankor Drek
Posted: Sun Jan 05, 2020 2:45 pm
by Elowen
GIORNO PRIMO
"estrapolato dal diario di byreem"
E' poco prima della 22esima clessidra e nella grotta sull'isola di Meadhan, che ormai mi sento di poter chiamare casa, siamo tutti pronti: abbiamo indossato le nostre armature migliori e scelto il nostro compagno fidato che ci segua. Possiamo salpare!
Noi Druidjah abbiamo deciso di intraprendere una spedizione su Ankor Drek, per permettere a me e ad altri aspiranti di vedere per la prima volta il nuovo mondo.
50 minuti dopo la 21esima clessidra siamo tutti sul Nemeton. I presenti, oltre a me, sono: Kyras, Raesh, Elowen, Beron, Felagund e Lisander. Siamo guidati dai Gran Druidi Dagoneth, Dan ed Eredrik.
Alla 22esima clessidra siamo pronti ad attraversare il vortice, dopo aver preso le dovute precauzioni ed esserci tutti quanti legati per non rischiare di cadere fuori bordo.
Grazie alle sapienti istruzioni di Dan, remiamo verso est e alle 22.02 viriamo nord, finalmente con il vento a favore.
Sbarchiamo su una piccola lingua di terra sul versante est di Ankor Drek. Il saggio Eredrik consiglia a Kyras, che si è offerto di tenere il diario di bordo, di fare il censimento, mentre si comincia a scaricare l'occorrente per costruire l'accampamento.
La zona scelta è strategicamente corretta: a nord ovest, in lontananza si scorgono delle rovine che controlleremo in seguito e a est c'è il mare in modo da avere le spalle protette. Proprio al di là dell'accampamento c'è un'enorme palude, nella quale potremo cercare rare erbe, fiori e funghi sotto la sapiente guida di Eredrik.
Lo spazio è grande e cominciamo a erigere quattro tende e numerose palizzate, che ci permettono di creare una latrina e un recinto per animali.
Le tende non erano ancora state erette del tutto che già alcune Sorelle parlavano per accaparrarsi la tenda migliore, ossia quella in prossimità del mare, in modo da farsi cullare nel sonno dal suono delle onde sulla battigia.
Allo scadere della 23esima clessidra, finimmo di allestire l'accampamento.
Io, Kyras e Raesh guidati da Dan e Felagund decidiamo di partire per una veloce esplorazione e incappiamo in una caverna circondata da creature arbustee, comandate da un Signore delle radici. All'interno veniamo sopraffatti da un fortissimo odore di carne in putrefazione e miasmi nocivi.
Dopo un breve sopralluogo decidiamo che è il caso di tornarci il giorno seguente, in compagnia degli altri fratelli.
Torniamo quindi all'accampamento e ci mettiamo a riposare, in vista della faticosa perlustrazione che ci attende l'indomani.
Byreem
Spedizione su Ankor Drek
Posted: Sun Jan 05, 2020 2:48 pm
by Elowen
SECONDO GIORNO
"estrapolato dal diario di Byreem"
Il secondo giorno mi sono svegliato con nuove energie ed ho subito iniziato a prepararmi per la spedizione che avrebbe avuto luogo quella sera nelle profondità dell’antro dove da tempi immemori si svolgeva l'eterno conflitto tra i demoni e gli esseri di luce.
Mi sono incamminato per raggiungere il prima possibile Maedhan, per poter nutrire e accudire i miei fidi compagni. Una lieta sorpresa mi attende, in quanto appena messo piede a Meadhan scorgo il Gran Druido Dan in compagnia di un nuovo fratello, di nome Eiron.
Dopo le dovute presentazioni, lo invitiamo a seguirci su Ankor Drek e lui accetta subito volentieri. Prendiamo allora una piccola barca e ci mettiamo in viaggio.
Dopo un viaggio fortunatamente tranquillo, scorgiamo di fronte a noi il nostro accampamento e il Gran Druido Dagoneth ci accoglie.
I fratelli e le sorelle accorrono per fare conoscenza di Eiron, che viene accolto calorosamente da tutti.
Ora ci siamo tutti e siamo pronti a partire. I presenti oltre a me sono Kyras, Raesh, Felagund, Elowen, Sharil, Eiron e i Gran Druidi Dan, Dagoneth ed Eredrik.
Mentre stiamo partendo, si sentono dei forti boati, simili a dei tuoni. Alziamo tutti lo sguardo e scorgiamo in lontananza tre puntini, che poco per volta si ingrandiscono e assumono dei colori definiti. Due erano verdi e il terzo, che stava tra gli altri due, era di un giallo acceso, quasi con tendenze al dorato. Erano i draghi amici dei Druidjah Felagun, Dan e Elowen che hanno deciso di accompagnarci nella perlustrazione per proteggere noi e il loro compagni.
Ci incamminiamo allora verso l’ingresso della caverna. In lontananza, nel fitto del bosco, si sentono dei forti tonfi, simili a dei passi di una creatura enorme. Le chiome degli alberi ondeggiano mentre questa creatura avanza verso di noi. All’improvviso due enormi alberi vengono sradicati dalla forza possente del nemico e dal bosco, al posto dei due alberi distrutti, spunta un Signore delle radici, un essere tra i più grandi mai visti.
Nonostante ciò, non desistiamo e decidiamo di avanzare. Dopo un arduo combattimento in cui siamo più volti arretrati per riprendere le forze, riusciamo a vincere la battaglia.
Ricondotta al grembo di Ella questa creatura e sanate le ferite riportate, ci apprestiamo a scendere nell’antro dopo aver sgomberato la zona dalle aberrazioni.
L’ingresso era pervaso da un fetore pestilenziale provocato da fenditure nella roccia, dalle quali fuoriescono fumi densi di colore verdognolo.
Ci facciamo strada tra Scarafaggi Mietitori e Runici che non riconoscono in noi una minaccia e ci lasciano proseguire.
In alcuni luoghi le pareti cosparse di sangue, il terreno intriso di brandelli di carne in putrefazione, i pezzi arrugginiti di armature e le celle da cui provengono fortissimi fetori ci fanno capire che qua si è combattuta una cruenta battaglia tra le creature splendenti e delle creature demoniache, a prova delle parole che disse Wladin, custode dell’isola con cui i fratelli Dagoneth e Beron entrarono in contatto mesi or sono e che li avvisò di questo scontro interminabile.
Superata la zona con le celle, sembra ci sia un momento di calma per cui ne approfittiamo per riposarci un attimo e recuperare le forze, dietro a una sporgenza che ci protegge da quello che ancora ci attende avanti. C’è chi si riposa e chi, come Kyras, che ne approfitta per prendere appunti sul taccuino.
Quando ci sentiamo pronti per proseguire, Felagund avanza per vedere cosa ci attende. Dopo pochi istanti, torna indietro di corsa urlando dicendo di prepararci perché sta arrivando qualcosa di enorme. Dietro di lui vediamo formarsi un’enorme ombra, minacciosa e terribile, che spunta dalla sporgenza che fino a poco prima ci proteggeva: un Antico colosso si fa strada e ogni suo passo fa tremare le pareti della caverna.
Il combattimento è lungo e impegnativo: tramite una magia arcana, la creatura è in grado di immagazzinare energia e rilasciarla quando vuole, con un attacco che colpisce e abbaglia tutti.
Nonostante le difficoltà, riusciamo ad abbattere la creatura e così proseguiamo.
Più avanti troviamo le creature demoniache che si sono salvate dalla battaglia e che si sono rintanate, forse per riprendersi, forse per attendere rinforzi.
Oltre ai cadaveri disseminati per terra, troviamo ancora molte creature demoniache in vita, guidate da quello che probabilmente è il loro comandante che fortunatamente riusciamo a sconfiggere.
A ovest perlustriamo una diramazione della caverna e la troviamo invasa da molti Orrori degli Abissi, creature malvage dal colore blu scuro che vivono in queste profonde grotte e che sono in grado di spruzzare una sostanza oleosa dal colore nero che rende tutti i colpiti momentaneamente ciechi.
Poco oltre scopriamo che questa diramazione era anche l’habitat perfetto per gli Scarafaggi Runici, che qua hanno creato una tana per loro ideale, sebbene non sia chiaro come possano convivere con creature di tale malvagità. Per noi è l’occasione giusta per studiare le loro tane e veniamo a conoscenza di come costruiscano delle enormi palle di feci, di cui tuttavia non conosciamo l’utilizzo. Una particolarità è che queste hanno inciso sulla loro superficie delle rune, molto simili a quelle che si possono vedere sulla loro corazza. Chissà se sono naturali o se gli scarafaggi hanno l’abilità per inciderle? Chissà quale significato posseggono?
Ahimè sono tutte domande che per il momento sono destinate a rimanere senza risposta.
Torniamo nella caverna principale e continuiamo nella nostra esplorazione. Avanzando, si riscontrano sempre le tracce della battaglia che c’è stata tra le creature splendenti e le demoniache. Velocemente, ripristiniamo l’Equilibrio ricongiungendo le anime di queste creature che ci si parano di fronte al grembo della Madre, finchè non veniamo rallentati da un’enorme massa non ben identificata, di colore rosa con sfumature viola, che ci si para di fronte e ci impedisce di avanzare.
E’ una creatura assai potente, in grado di infliggerci pesanti ferite con dei tentacoli velenosi che partono dal suo corpo centrale. La sua caratteristica principale, tuttavia è che è in grado di riprodursi molto velocemente, creando dei piccoli esseri che ci attaccano a loro volta.
Concentrando i nostri sforzi sulla creatura madre delle aberrazioni appena nate, riusciamo a portare a termine il combattimento in un lasso di tempo relativamente breve e avanziamo.
Infine, arriviamo a uno spiazzo dove sul lato nord si vede un cancello e immaginiamo che oltre ci possa essere l’uscita.
Decidiamo di entrare, ma lo scenario che ci troviamo di fronte ci coglie impreparati. Nella sala due Grandi Immondi, immensi che affiancavano la scalinata come due guardiani.
Ben presto i due guardiani iniziano a richiamare i loro seguaci, dei potenti e deformi orrori che a loro volta iniziano a moltiplicarsi e scagliare potenti incantesimi contro di noi.
Rapidamente comprendiamo che la situazione è cupa, siamo tutti stanchi, feriti e provati dalla lunga spedizione e protrarre questo combattimento potrebbe portare ad un esito incerto, potrebbe addirittura costare la vita ad alcuni di noi.
I membri anziani dell'Ordine attirano l'attenzione delle aberrazioni lasciando che il resto del gruppo possa correre sulla scalinata e guadagnare la tanto agognata liberta, subito dopo tutti i membri del gruppo sono corsi fuori sfiniti e feriti.
Mi risveglio nella tenda dell’accampamento. Apro lentamente gli occhi e la prima cosa che vedo, dopo che la vista si è abituata alla luce, è fratello Kyras che mi applica delle bende sulle ferite che ho sul corpo.
Dopo esserci ripresi, non abbiamo potuto fare a meno di constatare quanto il nemico fosse forte e ben organizzato. Questo errore ci sarà d’aiuto probabilmente in futuro, quando quelle creature torneranno su Ardania per reclamarne il possesso.
Decidiamo allora di andare a riposarci nella nostra tenda, lieti comunque di aver ampliato le nostre conoscenze riguardanti queste creature e di aver reso sicuro per un po’ di tempo quel luogo di conflitto e corruzione, con la speranza che l’indomani ci attenda con rinnovate energie.
Byreem
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Re: [ODQ] Spedizione su Ankor Drek
Posted: Sun Jan 05, 2020 2:49 pm
by Elowen
TERZO GIORNO
"estrapolato dal diario di Khyras Kharadras"
All’alba del terzo giorno su Ankor Drek, venni svegliato da Eredrik Vehemas, uno dei Druidi dell’Ordine della Quercia. Mi avvertì che lui e altri dei nostri fratelli erano usciti dall’accampamento per cercare qualche utile dono della Madre. Sorridendo, mi alzai.
Preso qualche coltello e il diario della spedizione, mi diressi nella palude che precedeva l’ingresso dell’accampamento che avevamo eretto pochi giorni addietro.
Tanti erano i fratelli che si erano svegliati per raccogliere erbette: Byreem, Elowen, Felagund e Dagoneth.
Sorridendo, mi accorsi che a fianco del mio piede destro, stava nascendo un piccolo fior di loto, appena celato da una grossa foglia del giullare. Lo raccolsi, facendo attenzione a non rovinarne i petali.
Poco più tardi, Lisander arrivò in palude, raccontando di aver trovato alte montagne che oscuravano la vista. Era suo desiderio esplorare quel posto.
Io e gli altri fratelli ci preparammo, guidati dalla sete di conoscenza. Non avevamo nulla da temere: Lisander e Felagund, erano due dei nostri fratelli più esperti nell’arte dell’esplorazione.
Arrivati davanti alle oscure montagne, una sensazione atroce pervase il mio corpo e la mia anima: quelle montagne nascondevano qualcosa di pericoloso, estraneo al grande disegno della Madre.
Mentre combattevo contro questa sensazione, una dozzina di scheletri uscì da un piccolo passaggio tra le montagne: ci avevano notati e le loro spade davano una chiara idea di quelle che erano le loro intenzioni.
La battaglia fu cruenta, ma io e gli altri fratelli eravamo coscienti del fatto che simili aberrazioni dovevano essere cancellate dal mondo, per riportare equilibrio e serenità.
Entrammo nella montagna e le aberrazioni aumentarono a dismisura.
Notai una piccola cripta che sapeva di morte.
Tentai di avvicinarmi, ma venni scaraventato via da un possente demone d’ossa che probabilmente era li per fare la guardia a quello che la cripta celava.
Quando mi ripresi, i fratelli avevano già sconfitto la temibile aberrazione, quindi il nostro passo si affrettò verso l’oscura cripta, costruita al centro di quella valle nere.
Entrati, scoprimmo che il luogo era debolmente illuminato da piccole candele, posate su piccoli candelabri sporchi. Molte ossa giacevano sotto i nostri piedi e l’unica cosa degna di nota era un altare, al centro della stanza. Anch’esso era ricoperto di ossa. Notai in particolare un grosso teschio, posizionato al centro di questo tavolo di pietra. Era probabilmente un altare sacrificale.
Mentre io e gli altri fratelli osservavamo il posto, Lisander e Felagund stavano ricoprendo l’altare di polvere sulfurea. Gli diedero fuoco.
Uscimmo quindi dalla cripta, lasciando che il fuoco prendesse possesso di quel lurido altare e di tutto ciò che lo circondava.
Prima di poter fare un sospiro di sollievo, un’immonda creatura si diresse contro di noi, correndo.
Non credevo ai miei occhi: era un drago senza carne, fatto esclusivamente di ossa.
Dopo l’estenuante battaglia, contemplammo come un drago avesse potuto avere una sorte simile. Pensai che forse dei cultisti avessero potuto riesumare un Drago morto, oppure condurre un drago in fin di vita verso l’oscurità.
Troppe domande e poche risposte. In futuro, dovrò indagare su quella faccenda.
Quella sera, tornammo all’accampamento, esausti e soddisfatti: immonde aberrazioni erano state abbattute e la pace e l’equilibrio erano stati riportati in quella valle, anche se per poco.
Khyras Kharadras
salvataggio
Posted: Sun Jan 05, 2020 3:09 pm
by Elowen
Al settimo giorno di campo su Ankor Drek, io e Felagund decidemmo di avventurarci in mare per esplorare alcuno grotte notate durante il viaggio di arrivo in galeone. Il sole era alto nel cielo ed il vento soffiava lieve a nostro sfavore, rendendo la traversata lenta ed impegnativa. Seguimmo la costa, navigando accanto alle maestose pareti rocciose a strapiombo sul mare, finché una brusca virata del mozzo rischio quasi di sbalzarci fuoribordo:
“In questo punto in vento si incanala e si fa più intenso, navigare così vicini alle pareti rocciose ci espone al pericolo di colpire gli scogli. È il caso di proseguire a remi”.
Con fatica riuscimmo a destreggiarci in quelle impervie acque e d’un tratto ci ritrovammo di fronte ad una grossa apertura nella roccia, tanto larga da permetterci di attraversarla con l’imbarcazione stessa, in cerca di un punto di approdo.
Con nostra sorpresa, all’interno della grotta trovammo un porticciolo attrezzato per l’ormeggio e delle torce piazzate in modo da dare luminosità all’intera zona, come se qualcuno frequentasse periodicamente la grotta, o ci avesse ricavato la propria dimora.
Dopo essere sbarcati ed aver silenziosamente eseguito una veloce ricognizione, ci rendemmo conto di essere incappati in un rifugio di briganti ben armati ed organizzati, ma il nostro scopo non era quello di immischiarci in qualche guaio e per questo decidemmo di ripiegare e riprendere il largo; ma qualcosa attirò la nostra attenzione: mentre ritiravamo l’ancora, uno strano boato riecheggiò sulle pareti.
Ci guardammo straniti, ma prima che potessimo dire qualunque cosa un secondo intenso suono più chiaro del primo ruppe il silenzio. Non si trattava di un boato, ma di un ruggito di dolore e sofferenza.
Dopo aver guardato per qualche istante Felagund, ci scambiammo un gesto di assenso e lasciata l’imbarcazione alle cure del mozzo ci addentrammo nelle profondità della grotta.
Non ci volle molto prima che venissimo scoperti, ma i diversi tunnel e le diramazioni giocarono a nostro vantaggio, permettendoci spesso di cogliere di sorpresa i nostri nemici e neutralizzarli uno dopo l’altro.
Arrivati in fondo, trovammo una sorta di abitazione non completa ricavata tra le rocce e custodita da alcuni strani esseri melmosi, che tuttavia non ospitava altri briganti. Non sembravano esserci ulteriori cunicoli esplorabili, ma i ruggiti continuavano a susseguirsi riecheggiando ed impedendoci di capirne la provenienza.
Mentre esploravamo il posto notai degli strani segni sul terreno, nei graffi che delineavano un perfetto arco come quello lasciato da una porta che tocca il pavimento, poi uno spiffero tradì il segreto di quel posto: una delle pareti nascondeva un passaggio segreto.
Un piccolo corridoio di pietra con pozze di liquame maleodorante, ci portò ad un ponticello su di un fiumiciattolo sotterraneo custodito da due enormi creature marine. Forti del nostro legame con Ella, istaurammo un rapporto di fiducia reciproca con quelle creature, che ci permisero di attraversare il ponte senza intoppi. Giungemmo in un grande antro al centro di diverse stanze, ma al nostro ingresso fummo immediatamente scoperti dalle guardie che ci attaccarono in massa costringendoci ad indietreggiare.
I lamenti erano intensi e fu finalmente chiaro che provenivano da quelle stanze, in oltre qualcosa di familiare in quei ruggiti ci fece capire che non potevamo ritirarci. Così, raccolto il nostro coraggio e supportati da un rinnovato vigore, avanzammo nuovamente e dopo una complessa e cruenta battaglia, riuscimmo ad eliminare ogni nemico che ci si pose davanti.
Quello che trovammo fu spaventoso e ci provoco un profondo dolore: una stretta stanza chiusa con grosse grate e sporca di sangue e sterco, era la prigione di due cuccioli di Antico dalla pelle nera.
Erano feriti e malnutriti, legati come le bestie del peggior circo, aggressivi come lo sarebbe chiunque in quelle condizioni.
Ci volle un po’ per tranquillizzarli e medicare le loro ferite, ma dopo aver conquistato la loro fiducia attraversammo insieme quelle grotte ed uscimmo alla luce.
Erano finalmente liberi di tornare nelle loro terre.
Ankor Drek
Posted: Sun Jan 05, 2020 3:13 pm
by Elowen
Era una notte serena e Nut, alto nel cielo, illuminava il nostro cammino nonostante qualche nuvola ne celasse la vista di tanto in tanto.
Io e mie fratelli druidjah ci accingevamo a salpare alla volta di Ankor-Drek, non prima però di aver stipato sul galeone viveri ed oggetti di necessità in vista di una lunga trasferta.
Ormai era quasi diventato un rito andare in quelle terre, colme di luoghi inesplorati da studiare per aumentare la nostra conoscenza del creato e saziare la sete di sapere.
In più l’occasione è sempre stata ottima per mostrare ai nuovi fratelli giunti a Meadhan le meraviglie di quel luogo lontano.
Quando tutto fu pronto e con la volta superiore ricolma di Belenill lì ferme ad osservarci, le vele furono spiegate ed il galeone prese il largo.
Col vento a nostro favore siamo giunti senza troppi intoppi.
Il posto scelto per l'accampamento era come al solito vicino alla palude, punto ideale ormai consolidato dal gruppo e nel quale in poco tempo piazzammo tende in cui riposare e palizzate per proteggerle.
Qualcuno si è poi radunato attorno al fuoco per raccontare storie, mentre altri studiavano con attenzione mappe e percorsi da seguire nei giorni a venire, così da esplorare luoghi non ancora conosciuti all’Ordine.
Nei giorni seguenti i nostri occhi hanno visto molti luoghi nuovi, tra vallate di fitta foresta, a profonde grotte nascoste,
luoghi segreti e stretti cunicoli realizzati da laboriose formiche;
luoghi di particolare bellezza*che si armonizzano perfettamente tra loro e rendono chiaro ai nostri occhi come Ankor-Drek sia parte del creato.
Ogni luogo porta con sé un nuovo studio e ogni studio una nuova creatura da accudire come un figlio.
Per me ed i miei fratelli diventa sempre più chiaro che questo Nuovo Mondo non è una terra inospitale con risorse da cannibalizzare,
bensì un ulteriore tassello nel perfetto disegno di Ella.
Re: [ODQ] Spedizione su Ankor Drek
Posted: Sun Jan 05, 2020 3:22 pm
by Elowen
La via che ognuno di noi percorre spesso si incrocia con quella degli altri e risulta sempre molto interessante osservare quante differenti interazioni possono nascere da un semplice incontro:
se su una strada taluni si scontrano e combattono, su quella accanto altri cooperano e collaborano per un fine comune capace di portare beneficio alla collettività.
Ancora una volta le rive di Ankor Drek spuntano all’orizzonte e diventano sempre più grandi sulla lente del cannocchiale con il quale la nostra vedetta scruta le acque.
La lunga traversata ha come sempre pesato sui nostri fisici, ma non sui nostri animi che fremono per l’ambizioso progetto iniziato e bramano il raggiungimento del risultato che tanto ci sta a cuore.
Tutto è partito da una semplice idea, sviluppata nel tempo e cresciuta tanto da diventare oggi studi sul terreno, misurazioni e progettazione.
Un sogno che alla base racchiude l’ideale di un popolo unito e capace di collaborare nonostante le diversità,
individui che si sostengono vicendevolmente per reggere il peso di questo nostro mondo, come fossero i pilastri di una buona costruzione, tanto forte da resistere al tempo.
Quest’anno, per la seconda volta siamo dunque qui, in un fazzoletto di terra diverso dal solito ma altrettanto accogliente.
Questa volta però non siamo soli: il frutto del nostro impegno è ripagato dalla presenza di molti amici che sono qui ad affiancarci ed aiutarci giorno dopo giorno,
con sacrificio ed impegno non dovuto ma voluto, quasi a volerci ringraziare per il nostro continuo vegliare.
Tra il confronto di idee ed il trambusto per montare il campo, la serata passa veloce e ci ritroviamo presto con gli amici Ramjalar a programmare quanto ci sarà da fare nei giorni a venire.
Saranno sicuramente giorni duri ed intensi ma li affronteremo con impegno e sacrificio,
col sorriso sulle labbra e la speranza nel cuore di portare anche in questo Nuovo Mondo un neutro angolo di ristoro.
Re: [ODQ] Spedizione su Ankor Drek
Posted: Sun Jan 26, 2020 4:13 am
by -Angelu$-
Lo scorrere del tempo non è facilmente catalogabile: c’è chi racchiude finissimi granelli di sabbia in clessidre di vetro e prova a scandirlo con il fluire sciolto di essa attraverso le forme del suo vitreo contenitore,
c’è chi intacca legnetti o dispone dei sassolini, c’è chi si basa sulle ombre proiettate da una meridiana.
Diverso è per chi si trova spesso in viaggio, ascoltando i sussurri, seguendo quasi impercettibili segni che lo guidano alla scoperta di nuove lande, dove il tempo diventa relativo.
Era giunta di nuovo l’occasione per i druidjah di riunirsi e partire per via navale, dirigendosi laddove diverse settimane prima avevano approntato un campo, ma questa volta mossi dal voler concretizzare un progetto insieme.
In quest’occasione era giunto anche il Circolo dell’Yggdrasil che si era messo a disposizione per contribuire attivamente al progetto che avrebbe portato alla costruzione di una baita su Ankor Drek.
Era senza dubbio una buona circostanza per conoscere meglio chi, fino ad ora era stato soltanto compagno di qualche avventura e sarebbe potuto diventare una valida presenza da avere accanto.
Insieme dunque, finiti i preparativi necessari, si partì a bordo del Nemeton, il galeone che aveva solcato infiniti mari, conducendo in ogni dove su Arda.
La rotta era simile a quelle che erano state prese precedentemente, ma il punto d’attracco designato questa volta era diverso.
Kelthor per la prima volta salì fino al posto di vedetta, gli fu semplice perciò osservare con l’aiuto di un cannocchiale quelle che erano le coste frastagliate della zona. Gli altri collaboravano gestendo con apparente affinità cordame, vele e quant’altro.
Il primo obiettivo fu presto raggiunto, sbarcando infatti circa a Nord dalla palude, tutti si misero in fermento per trovare la giusta via. Gli amici ramjalar dovevano essere accampati in quei pressi da diverse settimane e il compito ora era quello di trovarli.
“Tempo” al tempo, fu il ramjalar per primo a trovarli e scortò il numeroso gruppo verso la zona sicura dove avevano stabilito i tendaggi.
Gioioso fu il momento per tutti di incontrare volti noti ed altri meno noti, alcune persone infatti era la prima volta che incrociavano i propri sguardi. Lunghi istanti passati a scambiare chiacchiere amichevoli e considerazioni sul luogo, fino ad iniziare i preparativi per accamparsi lì in modo duraturo.
Il grado di luce era diverso su Ankor rispetto ad Arda, per abitudine sarebbe stata notte ma invece sembrava proprio l’opposto, ciò favorì in intensi lavori e nel giro di qualche clessidra le tende erano già state montate.
"Il terreno qui è solido!"
così avevano decretato i ramjalar che vantavano esperienza di accampamento in quelle zone da diverso tempo, non restava perciò di approntare il resto del campo e prepararsi adeguatamente per quelli che sarebbero stati i futuri obiettivi.
Il gruppo di druidjah si suddivise autonomamente i compiti, c’era chi si occupava di rendere ospitali e accomodanti le tende, c’era chi si dedicò a recuperare legname e chi con l’ausilio di forti braccia costruì la palizzata, c’era chi si dedicò a seminare qualche pianta per favorire facile sostentamento a uomini e animali.
Grazie al lavoro in gruppo si era resa una zona selvaggia un posto dove poter stare anche a lungo termine, in quanto il mare circondava il fazzoletto di terra da nord, mentre i robusti tronchi proteggevano il versante sud, difendendo da eventuali minacce provenienti dalla vicina palude.
Infine con rami e ciocchi residui, non poté mancare un bel focolare che sarebbe servito per riunire tutti, donando al campo un luogo dove scambiare opinioni e raccontarsi storie avvincenti.
Presto altri amici avrebbero fatto visita a quel luogo, e chi prima, chi dopo, tutti insieme avrebbero contribuito all’edificazione di qualcosa di duraturo e che avrebbe in futuro offerto ristoro e sicurezza lontano dalle lotte ai territori e alle insidie del vastissimo nuovo mondo.[/COLOR]
Re: [ODQ] Spedizione su Ankor Drek
Posted: Sun Jan 26, 2020 6:24 pm
by Elowen
"estrapolato dal diario di Dan Von Kazer"
L'ambizioso Progetto che i drudjah stavano portando avanti andava man mano prendendo forma.
Grazie alla collaborazione con gli altri Circoli Druidici, i Ramjalar e i Cavalieri dell'Alba erano stati compiuti notevoli passi in avanti.
Il luogo dove edificare il Rifugio era stato scelto a Nord-Ovest delle terre paludose, affacciato sul grande arcipelago, il progetto di costruzione era stato redatto accuratamente e la lista delle risorse necessarie stilata.
Non restava che procedere con il reperimento delle materie prime e iniziare i lavori.
Il trascorrere del tempo presso l'Accampamento non fece che evidenziare la presenza di altre necessità, non solo i viandanti ma anche coloro che fossero venuti per mare avrebbero potuto avere il bisogno di ormeggiare in un luogo sicuro per trovare ristoro.
Approdare tra le isole dell'arcipelago non era decisamente agevole, le correnti rendevano l'attraversamento complicato e in alcune zone il fondale era meno profondo di altre.
Ciò che serviva era un piccolo Molo e di conseguenza qualcuno che avesse l'esperienza e le conoscenze adeguate a poterlo costruire.
Non ci volle molto a trovare la soluzione migliore al nostro problema, essa risiedeva in un'amicizia di vecchia data, presso un'isola decisamente nota...
I nostri rapporti con i Corsari erano molto buoni sin dal passato, anche per via dell'amicizia che legava il Sommo Gerofante con il Capitano.
Ci furono diversi incontri fortuiti tra cerimonie, rituali e competizioni a Tremec, l'argomento era stato vagamente accennato ma non c'era mai stato modo di discuterne in maniera approfondita.
Durante l'ultimo incontro con Malandrino si decise finalmente di scegliere una data che ci permettesse di discuterne in modo adeguato.
Giunse la data dell'incontro, quella sera, quando ormai il giorno stava lasciando il posto alla notte, un nutrito numero di Drudjah prese posto sul Nemeton alla volta dell'Isola di Tortuga.
Una volta ormeggiata la nave al porto Sud seguimmo la strada verso la piazza, venimmo accolti calorosamente dai Corsari presenti che ci accompagnarono presso la celebre Perla di Danù.
Una volta riuniti tutti attorno ad una tavola dove come ci si aspettava non mancava della frutta tropicale e numerose bottiglie di liquore.
La discussione non durò molto, i Corsari sono indubbiamente gente molto pratica, hanno subito evidenziato i vari problemi che potevano presentarsi nel costruire un Molo in una zona come quella da noi scelta.
Tuttavia per essere certi delle risorse necessarie e degli effettivi inconvenienti di tale impresa avrebbero comunque avuto necessità di venire sul posto e verificare personalmente.
Anche per quanto riguarda il prezzo di quest'opera avremmo dovuto attendere per saperlo, non essendo noi particolarmente avvezzi alle trattative e avendo comunque fiducia nella nostra amicizia con loro, abbiamo accettato anticipatamente senza discuterne troppo.
Al termine della serata eravamo tutti soddisfatti dell'accordo raggiunto, non rimaneva altro che portare avanti i lavori e attendere che loro iniziassero la loro parte.
Tornammo a bordo del Nemethon e filammo nella notte in direzione del luogo che eravamo soliti chiamare casa.
Re: [ODQ] Spedizione su Ankor Drek
Posted: Mon Jan 27, 2020 1:05 am
by Rose_of_the_abyss
Accarezzò delicatamente le possenti pietre del chiostro
"...Il vostro contributo, molto importante,
sarà il controllare la zona per comprendere se è idonea.
Ed in seguito stilare un progetto per la costruzione.
Per noi sarebbe ideale qualcosa di simile ad rifugio che esiste quì vicino."
"I nostri amici dell'Ordine hanno intenzione di costruire una baita.."
*
Sorrise nell'udire le parole di Dan,
in effetti non vi era necessità di opere complesse.
Un piccolo rifugio, per aiutare i viandanti in difficoltà
anche nelle terre più lontane ed estreme.
"Dobbiamo capire con che tipo di terreno abbiamo a che fare,
se vi è acqua vicino, se è umido, se c'è pietra.. sabbia..."
"Vi è una palude vicino ma siamo a ridosso del mare, in realtà.
Se volete possiamo esaminare la zona questa sera."
*
Nuovamente una lunga traversata sul mare,
osservò gli uomini ammantati d'arancio legarsi ben stretti,
mentre il Gorgo li inghiottiva rivelando le coste frastagliate di Ankor
"State tutti bene?"
"Puntiamo a nord!"
L'attracco non fu semplice ma con poche e sapienti manovre
finalmente riuscirono a calare l'ancora nei pressi del campo.
*
L'aria serena e conviviale che s'instaurò subito fra i gruppi presenti,
sembrava quasi sottolineare la diversità col territorio selvaggio attorno.
"Dovremo trovare una zona buona,
la costruzione dovrà esser ben isolata alla base,
se prende umidità potrebbe marcire."
Si sedette ad ascoltare distrattamente i diversi gruppetti:
Chi come Hickaru parlava delle risorse necessarie,
chi come Eru e Norman si muoveva facendo rilievi e bozzetti,
chi come i qwaylar presenti, osservava incuriosito ed abbozzava idee particolari.
*
Osservava anche lei, silenziosa.
I terreni nuovamente esaminati, con occhi più attenti e preparati...
Muri magici innalzati ad ipotizzare le future strutture...
Passi, lunghezze e calcoli.
Osservava, sorridendo...
Molte persone erano già giunte al campo,
ed altre sarebbero arrivate ed andate via...
Persone da ogni angolo di Ardania, dai freddi ghiacci alla calda giungla,
dalle terre selvagge alle roccaforti del regno umano..
Persone disposte ad aiutare, a credere in un progetto comune.
Re: [ODQ] Spedizione su Ankor Drek
Posted: Mon Jan 27, 2020 1:07 am
by Rose_of_the_abyss
"Allora! Abbiamo studiato la composizione del terreno
e guardato anche quel trattato di cui vi dicevamo,
sui legnami e la loro solidità.
Ed abbiamo elaborato un piano per una casa che, speriamo,
possa reggere anche in un terreno acquitrinoso."
Sorrise nell'ascoltare le parole di Hickaru,
se vi era una cosa che aveva sempre apprezzato nella donna innanzi a se
era proprio la mancanza di fronzoli ed inutili giri di parole.
Il tempo di sedere comodamente al tavolo della sala riunioni
e lei già aveva colto il punto esatto d'interesse.
*
"Dan ha un tomo in questo momento.
Nella parte iniziale vi sono le misure della costruzione,
prese da quella vicino al trivio, come riferimento.
La seconda parte, come diceva prima Hicka,
presenta una brevissima sintesi della composizione del terreno.
La terza, infine, è il piano vero e proprio."
Gli occhi di tutti si puntarono attenti sull'elfo
"Il progetto si basa sul lavori fatti per le murature sul lato est del monastero,
che sono in riva al fiume e quindi su un terreno soggetto ad infiltrazioni."
*
Eru si prodigò in una lunga e dettagliata spiegazione,
chiarendo l'idea base per la struttura ed i materiali da utilizzare.
"L'idea dell'Ordine era quella di procurare sul posto le risorse,
così che siano più in linea con il clima e l'equilibrio del posto
ed anche per non dover affrontare anche lunghi viaggi di trasporto,
oltre alla costruzione vera e propria che già impiegherà molto lavoro.
Vorremmo parlare con i minatori di Krall per le rocce...
vedremo se saranno interessati ad uno scambio commerciale."
Annuì lenta nell'ascoltare le parole di Dan
Pochi altri accordi vennero presi fra le mura del Monastero,
pochi ma vitali per il continuo del progetto e dei lavori.
Re: [ODQ] Spedizione su Ankor Drek
Posted: Sun Feb 02, 2020 6:30 pm
by -Angelu$-
Un paesaggio di grigia roccia che sprofondava nel mare scuro, laddove le onde si infrangevano con fragore, rilasciando nell'aria l'odore della salsedine. Imponenti pareti granitiche dalle quali si intravedevano alcune casupole, collegate tra sentieri stretti e ripidi. Una sottile spiaggia racchiusa e protetta in buona parte da scogli, che rendevano difficile l'attracco.
Questo era ciò che si parava dinnanzi a chi per la prima volta giungeva nei pressi di Krall,
villaggio nell'estremo oriente del continente di Ankor Drek.
"Per il nostro progetto potremmo prendere contatti con i popoli locali ed eventualmente cercare supporto e risorse direttamente dalla gente del posto"
Non era un caso che i druidjah dei vari circoli si fossero diretti proprio in quel luogo, Krall infatti era una comunità di minatori e lavoratori di pietra e una collaborazione con qualcuno di loro sarebbe potuta tornare utile per gli intenti di costruzione della baita.
Erano giunti anche alcuni esponenti dei Cavalieri dell'Alba, i quali già precedentemente si erano occupati di esaminare l'area di edificazione e avevano redatto una bozza del progetto per la baita conforme ai modelli già esistenti su Ardania.
Insieme si erano dunque tutti diretti nei pressi delle abitazioni tra gli anfratti rocciosi, nella speranza di trovare con chi poter discutere.
Di certo non si poteva proceder a tentoni bussando casa per casa, ma d'altro canto per le strade non si incontrava nessuno, probabilmente perchè tutti erano intenti a lavorare o forse perchè erano gente schiva e stavano ben attenti al tenersi lontano da stranieri.
Si giunse nei pressi di un'edificio che era più grande rispetto agli altri ed immaginando fosse l'abitazione di qualche personaggio rilevante della zona il gruppo si soffermò a curiosare.
La villetta era costruita come tutto il resto nei dintorni con pietra dall'aspetto scuro, ma era dotata di una veranda al primo piano che sporgeva sull'ingresso principale.
Mentre alcuni si arrovellavano per trovare una soluzione, altri girovagavano con fare incerto,
Kelthor invece si era soffermato su quella balconata e i pensieri vagavano chissà fin dove.
I dubbi furono fugati appena qualcuno del gruppo con gran stupore dei presenti decise di introdursi nell'abitazione e solo dopo verificare se ci fosse davvero qualcuno li dentro.
Un uomo infine uscì da quell'abitazione che a primo impatto sembrava inabitata, si presentò come il reggente del luogo e invitò tutti ad entrare per discutere.
Subito dopo l'ingresso si aprì lo spazio verso una grande stanza con un tavolo sul quale erano riversate pergamene, mappe e libri vari. La stanza era fortunatamente illuminata da candelabri ed era arricchita da librerie e scaffali con campioni di minerali e rocce.
Alle spalle di tutto ciò una grande scalinata che conduceva al piano di sopra, cosa che aveva subito colpito l'attenzione di Kelthor, suscitando in lui un'espressione sorridente. Si guardava intorno come a voler controllare qualcosa di già visto.
Tutti o quasi avevano presto posto, Kelthor rimase in piedi al fianco di alcuni cavalieri osservando in preciso silenzio.
Dan Von Kazer fu colui a prender parola e spiegare i dettagli del progetto a quell'uomo che inizialmente non ispirava molta fiducia.
Si rivelò saper il fatto suo e diede l'impressione che la richiesta di 3.000 blocchi di pietra fossero bazzecole per la sua quotidianità.
"Ci servono 3.000 blocchi, è un bel numero."
"Ma che bel numero? Sono due sassi! Che problema c'è?"
"Avreste anche modo di trasportarceli al nostro accampamento qui su Ankor?"
Jedel, dopo aver contrattato per il compenso, diede l'approvazione per portare le rocce richieste con delle zattere nel punto che i druidjah gli avevano indicato. Per fortuna il luogo dove si sarebbe dovuta edificare la baita era molto vicino al mare e possedeva anche un piccolo sbocco portuale verso nord.
Quell'uomo si incuriosì facendo poi ulteriori domande su quello che era il progetto e si riservò di dare altri consigli su cosa sarebbe servito per i loro intenti.
Il gruppo potè dunque prendere la via del ritorno, forte di nuovi accordi e con tutto che procedeva per il meglio.
Re: [ODQ] Spedizione su Ankor Drek
Posted: Tue Feb 04, 2020 10:14 pm
by Rose_of_the_abyss
Gli incontri nella penisola si susseguirono con cadenze regolari.
I materiali di costruzione vennero consegnati da Krall.
Rocce e pietre di ottima qualità per la costruzione e grandi quantitativi di legname.
Con le dovute valutazioni i lavori iniziarono.
Dapprima la baita, un'alta e solida palafitta, ed in seguito il molo.
Ogni gruppo, secondo forze e conoscenze, contribuì nello sviluppo.
Ogni sera durante i lunghi lavori, seppur stanchi ed impolverati, finivano col sedere vicini.
Sorrisi e brindisi, racconti e storie...
Insieme, uniti in un unico progetto.
Re: [ODQ] Spedizione su Ankor Drek
Posted: Sun Feb 23, 2020 11:39 pm
by -Angelu$-
Diverso tempo era passato e grazie alla collaborazione di coloro che avevano voluto aiutare l'Ordine,
il progetto aveva visto la sua conclusione.
Dalla piccola e piacevola baia dove l'acqua era limpidissima, si innalzavano ora tronchi portanti sui quali era ben costruita una struttura completamente lignea simile alle altre baite druidiche esistenti su Arda.
In quella sera i drudjah dell'Ordine della Quercia avevano fatto riunire gli altri circoli druidici ed avevano invitato amici e conoscenti a prender parte ad un primo rituale per richiamare le trame dell'essenza su Ankor.
Per quella stessa sera vi era inoltre un'altro intento:
quello di dirigersi in un luogo specifico di quelle lande, laddove l'energia
si accumulava in modo molto intenso, con lo scopo di studiarne i dettagli.
Coincidenza o meno, la padrona di quel luogo si palesò al loro cospetto,
a seguito dell'intento dei drudjah di concentrare alcuni flussi nei pressi della Baita.
L'aria cominciò ad addensarsi e rendersi satura di scariche elettriche e quella figura minacciosa
redarguì l'intero gruppo dal non intromettersi in qualcosa di cui ella si proclamava come regina.
"Osate insultarmi con dell'infida energia?"
Tuonò quella creatura.
L'energia del tutto? QUESTA E' LA VERA ENERGIA!!!
Numerose scariche si abbatterono sul terreno a pochi metri da chi si era messo in cerchio
per richiamare il fluire naturale della Madre.
Sparì lasciandosi intorno minacciose nubi e per tutti fu chiaro il da farsi, se quell'entità era stata infastidita probabilmente si doveva proseguire su quella via.
L'intero gruppo formato dai druidi, dai ramjalar, i Cavalieri dell'Alba ed alcuni qwaylar di Timata Ora si diresse verso quello che era il luogo della "Regina delle Tempeste"
Cunicoli sotterranei, ricchi di un fiume d'energia, cristalli e strani marchingegni.
Dinnanzi a loro si parava un muro di creature che sembravano permeare elettricità pura, li dentro qualsiasi cosa sembrava
crepitare come in una perenne tempesta.
Il gruppo si fece spazio fino a giungere nel luogo nel quale la regina li attendeva, pronta a scatenare il proprio arsenale.
La figura fulminea volteggiava continuamente sopra di loro, mentre fulmini pesanti spezzavano il fiato di tutti e dai quali si innescava l'arrivo di figure enormi, puramente fatte d'energia.
I colpi non sembravano essere una sufficiente minaccia verso quelle creature, che anzi sembravano rispondere ad ogni colpo con scariche elettriche.
"OSATE ENTRARE NEL MIO REGNO E QUINDI... SIETE ALLA RICERCA DELLA MORTE!!"
Attimi difficili, tra sguardi incrociati con gente affiatata e con altra meno, ma facendo ognuno la propria parte si riuscì ad avere faticosamente la meglio.
Infine abbattuti tutti i lacchè energetici di quell'essere, si riuscì a guadagnare lo scontro finale, abbattendola definitivamente, ma al suo scomparire quel luogo cominciò a pulsare in modo energetico e incrementò l'energia, come fosse selvaggia ed incontrollata.
Un cristallo che era ben custodito sembrò essere l'oggetto fulcro di quell'energia, con un gesto deciso venne infranto e immediatamente quella potenza cominciò ad affievolire, lasciando svanire alcune barriere che portavano verso l'uscita.
Si era riusciti ad abbattere una creatura che indirizzava parte dei flussi dell'energia di Ankor Drek in quel luogo,
ora gli equilibri si sarebbero potuti ristabilire e l'intricata matassa dell'essenza avrebbe potuto seguire i suoi flussi naturali.
Re: [ODQ] Spedizione su Ankor Drek
Posted: Sat Mar 21, 2020 5:39 am
by Rose_of_the_abyss
Al calare della sera i Drudjah si radunarono muovendo passi silenziosi lungo le valli.
Identici sorrisi nascevano spontanei nell'incrociare l'uno lo sguardo dell'altro.
Poche parole sussurrate.
"Non disturbiamo le creature che vivono in questa Valle...
Conoscete la particolarità di quest'albero?"
Tutti i presenti si limitarono ad annuire
"Molto bene, Elowen, sei la più abile...
Raccogli tu una piccola porzione di radice?"
"Sicuramente tu saprai come evitare di ferirlo Sorella."
Una piccola incisione e nuovi sorrisi.
"Un altro passo..."
Re: [ODQ] Spedizione su Ankor Drek
Posted: Mon May 04, 2020 12:56 pm
by Elowen
Dopo aver recuperato tutti gli elementi necessari, i Drudjah scelsero accuratamente due luoghi in cui richiamare contemporaneamente il potere di Ella ed impiegarono tempo e fatica affinché tutto fosse pronto: nulla poteva essere lasciato al caso.
Due semicerchi furono creati in entrambi i luoghi, due metà distanti che insieme formavano un unico simbolo, specchio del ciclo della natura.
Giunta la sera del giorno prescelto, i confratelli di ogni Circolo Druidico risposero al richiamo dell’Ordine, dividendosi in due gruppi che, se pur distanti, agivano come un unico individuo.
“Fratelli, ricevete in dono queste ghirlande. Un cerchio perfetto come quello che cercheremo di ricreare questa sera. Sono intrecciate con edera… per la sua caratteristica di aggrovigliarsi in modo deciso, quasi indissolubile.
Hanno inoltre fiori di elleboro… sapete, ad Ankor narrano una storia. Si dice che una bimba vagasse per i campi in cerca di un dono da offrire alla Natura, essendo stato un inverno molto freddo, non riuscì a trovare neanche un fiore. Disperata per l’accaduto iniziò a piangere ed il suo pianto attirò l’attenzione di uno Spirito che si trovava di passaggio, questo si pose vicino alla bambina e tolse un po’ di neve dalla strada, immediatamente comparvero delle particolarissime rose invernali, che da quel momento vennero usate come simbolo di buon auspicio. Potete indossarle o tenerle fra le mani, al termine del rito, se il Velo lo consentirà… le lasceremo alle acque”.
Gocce di oli vennero versate su tutte le candele ed un acuto profumo pervase l’area circostante, riportando alla mente dei presenti i dolci profumi primaverili.
“Fratelli, seppur diversi nelle credenze, nelle usanze e nei modi di venerare Ella , siamo tutti Figli ed abbiamo un unico spirito, un filo conduttore che ci unisce. Raccogliamoci in meditazione, lasciamo che il fluire del tutto ci avvolga come contenitori, lasciate che l'essenza ci riempia così da poter avvertire nell'insolita forza vitale di questo luogo il legame che cerchiamo con il Grembo, nostra dimora sicura. Lasciate che tutto scorra attraverso di noi e fate vostro il legame con questa terra, lontana ma pur sempre parte del tutto; sentite dentro di voi il dolore di Ella e fatelo vostro, siate quercia e siate vento”
Una leggera brezza proveniente dal mare iniziò a soffiare, regalandoci improvvisa quiete e pace mentale.
Dan srotolò con cura un'antica pergamena, tramandata nell'Ordine da tempi antichi: le parole in essa custodite sarebbero nuovamente state udite, così che i presenti potessero riuscire a vedere oltre.
Dopo la lettura, cedette la parola ai confratelli della giungla.
"Si levi la Voce della Giungla, indomita e selvaggia come queste terre, sia squarcio di luce e liana che rinforza.”
Per porsi in collegamento spirituale con la loro controparte, i Nacactu'Har posero sul terreno una ciotola dal forte odore di muschio e terra al cui interno sbriciolarono erbe ed altri elementi a loro sacri,
“Come cuore manda sangue in corpo, così Giungla riflette sua essenza tra le radici di alberi. E con questi anche loro rami. Vace da terra a cielo in un unico essere. Tutti figli di Mawu ese come Jungla. Tutti loro ese collegati da radici di loro storia”
Il terreno circostante iniziò a tremare sotto i possenti colpi dei Naa’Har, loro fedeli compagni.
Una connessione tra i confratelli Qwaylar parve crearsi ed un eco lontanissimo riempì l’aria come a volerlo testimoniare.
Una radice venne poi piantata nel terreno.
“Radici profonde unirà tutti i luoghi, tutti i figli di Mawu sarà uniti: unico suono e unica forza”
“Che la Radice trovi la via.
Che varchi i confini, liberando i legami del Velo.
Che sia guida per i nostri passi, ancora incerti“
Il legame tra i due luoghi iniziava a divenire sempre più forte e tangibile.
Era giunto il momento che anche i ghiacci eterni facessero sentire la loro voce.
"Si levi possente la Voce del Nord, che come lampo nel cielo superi le distanze illuminando la via."
Cartis scavò una buca nel terreno e vi piantò un ramo dell’Yggdrasill, la cui simbologia è al centro della cultura Nordica, poi cosparse il terreno con alcuni elementi simbolici.
*Sparge della terra attorno al ramo*
“Questa terra proviene dalle radici dell’Yggdrasill stesso”
*Cosparge la terra con delle limature di Azzurrite*
“Limature di azzurrite, potente canalizzatore di energia. Faciliterà il processo di trasformazione”.
*Sbriciola un pezzo d’ambra e la sparge sul resto dei componenti*
“Si dice che l’ambra colleghi l’anima individuale all’energia universale”.
*Versa dell’acqua sul terreno*
“Questa acqua proviene dai ghiacci eterni, che sciolti bagneranno questo ramo”
La natura parve rispondere al richiamo dei suoi figli, avvolgendoli in un dolce e caldo abbraccio che servì loro per riuscire a vedere oltre.