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Sulle tracce del fantasma

Posted: Tue Dec 10, 2019 9:14 pm
by Rose_of_the_abyss
Rose_of_the_abyss;6831609 wrote:
Si stava allontanando dal piccolo villaggio,
diretta verso il bosco poco lontano,
quando d'un tratto in un turbinio di vento e piccole foglie
si palesò, innanzi ai suoi occhi stupiti,
Uno Spirito...
Un Fantasma...

L'essere le apparve davanti, guardandosi intorno


"Salute, giovane donna,
Sto cercando un compagno di bevute.
Vuoi del vino...?"


Nel parlare le porse un calice bianco, colmo di vino.
Un vino che però sembrava solcato da strane sfumature...
Incerta provò a scambiare qualche parola


"Chi sei?"

Nessuna risposta provenne dalle labbra cineree,
dunque per assecondarlo accettò di prendere il calice.


"Alla nostra, giovane donna!"

Il Fantasma la guardava in attesa, col calice issato al cielo,
in una innaturale immobilità..
Deglutendo alzò il calice a sua volta, assecondandolo.


"Non gradisci forse il mio vino, giovane Donna?"

Il tono divenne man mano sempre più iroso ed aggressivo

"Vuoi forse dire che il mio vino sa di acqua di mare...?
O vuoi forse insinuare che sia addirittura peggiore?!"


"Oh.. Non oserei.. Nej
Ma... Come posso brindare con te,
se non ho l'onore di conosce il tuo nobile nome..?"


Dopo un attimo di calma il Fantasma la guardò nuovamente, vacuo

"Salute, giovane donna,
Sto cercando un compagno di bevute.
Vuoi del vino...?"


Ancor più spaesata la ragazza cercò ancora di tergiversare

Lo sguardo da vitreo divenne improvvisamente iroso


"Dunque, insulti il mio vino!
Sei forse compagna di Morgan?!
Dunque, ciò che ti spetta è fare la fine che lui ha fatto fare a me!"


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Con un veloce movimento delle mani
ed un turbine di vento, fece palesare altri spettri...
La ragazza rimase attonita alcuni istanti.


Trichechi?!

Trichechi fantasma?!?


Non avendo armi ne altro per difendersi da tali esseri
iniziò ad indietreggiare sempre più
ma i colpi delle creature non tardarono ad arrivare,
lasciandola svenuta ed inerme al suolo.


"Seler... Seler! State bene?"

Si guardò attorno confusa ed allontanò gentilmente gli Alvar,
ringraziandoli per la cortesia e la preoccupazione...


"Scriverò un paio di missive ed in bacheca, non temete..
J.. Ay.. Avviserò chi di dovere.. Diola lle.."


Si poggiò piano alla panca mormorando fra se e se

"Trichechi... Trichechi!!
Fortuna che mi han già bandito dai Ghiacci...
dopo questa... ma quale onore?!"


Passò le mani sul viso sospirando.

"Ha detto Morgan...
E Morgan vuol dire Tortuga..."


Dopo alcuni inverni avrebbe di nuovo calcato le spiagge dorate dell'Isola.
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Rose_of_the_abyss;6831663 wrote:
Si avvicinò alla bacheca osservando le pergamene affisse.
Una risposta era apposta sotto il suo messaggio..



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"Atana, siete voi Nimue?"

Si voltò di scatto osservando l'elfo

"Ay.. Tu sei Hatanien.. immagino"

Sorrise indicando vagamente il foglietto alle sue spalle.
L'elfo si limitò ad annuire osservandola.


"Vorrei comprendere ciò che è accaduto,
possiamo sederci e parlarne?"


La ragazza annuì a sua volta per poi seguirlo all'interno dell'accogliente locanda.

Pochi cerimoniali e diverse parole furono scambiate,
la fanciulla gesticolava lenta, narrando.
Cercando di ricordare ogni istante,
valutando cosa dire e cosa omettere per il momento.

L'elfo l'ascoltava attento, seguendo il discorso e
ponendo di tanto in tanto domande precise.


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"Puoi mostrarmi il punto esatto in cui si son svolti i fatti?"


Lo guidò ai limiti del villaggio, indicando poi un punto preciso.
L'elfo iniziò a muoversi lentamente, ad occhi socchiusi.

Lei rimase immobile, osservandolo,
sapeva d'avere innanzi a se un mago, un manipolatore,
ma sapeva anche di non essere fra le Nevi..
ed in ogni caso le leggi dei Ghiacci non potevano più segnarla.
Non dovevano.

Sospirò scuotendo il capo, doveva rimanere vigile.

Il Fantasma poteva ripresentarsi in ogni istante
e lei non aveva proprio voglia di rivederlo così presto.


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Rose_of_the_abyss;6831757 wrote:
Scese dal piccolo drakkar con un saltello,
legò bene la cima al pontile umido per poi avventurarsi fra le strade dell'Isola.

Un sorriso sincero le illuminò il viso
e senza esitare rubò il cappello all'uomo distratto


"Kveda mio caro!"

"Ah! Tesoro!
Che ci fai quì?"


"Cercavo giusto te!"

"Me eh? Cosa ti serve?"

"Informazioni."

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Si sedettero in disparte vicino le palme
e la ragazza in poche frasi racchiuse la sua disavventura.

"Morgan... vino e trichechi..
Devo controllare fra i manoscritti,
se vi è qualcosa alla Tortuga sarà lì."


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Ogni pergamena ed ogni testo venne aperto e,
seppur in maniera sommaria, letto.
Più gli scaffali si svuotavano più diveniva chiaro
che fra le informazioni ufficiali non si faceva riferimento
ad avvenimenti simili che avessero coinvolto
il Capitano Morgan o la sua ciurma.


"Continuerò a cercare, non preoccuparti."

***

"Odal mi sorride oggi!"

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"Sono felice d'averti incontrato.."

"Nim, Tesoro, cosa ti porta alla Tortuga?"

"Informazioni.. Ho parlato con Doblone...
Ma son certa che uno "studioso" come te
non si tirerà indietro dal volermi aiutare
nel risolvere un piccolo mistero fastidioso..."


Sorrise guardandolo per poi ripetere il racconto.

Al termine l'uomo si limitò ad annuire.


"Torna presto a trovarci e ne verremo a capo,
Non temere."


Non era certa di percorrere la strada giusta,
ma era l'unica che vedeva innanzi a se.


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Rose_of_the_abyss;6831910 wrote:
Si soffermava sempre più spesso a fissare le fiamme, riflettendo.

Un tempo calcavo le nere terre di Edorel come loro Signora,
portando il Culto Oscuro a diffondersi.
Ho accettato legami con Kuranes, Demoni ed entità varie.
In ogni Regno ho passato lunghi mesi, ho appreso usi e costumi,
ho intessuto con fili di seta e sangue amicizie incrollabili...

Un tempo calcavo le bianche Nevi Eterne come Kunnigr,
Yggdrasill nel Concilio ed insegnante per i giovani.
Ho custodito in me il Sapere, le Tradizioni del Nord,
riti perduti e molti modificati dalle esigenze più disparate.
Ho appreso da una Kunnigr Huatban e dall'Aruspice Bergtatt
i Segreti più profondi per i Vaticini, gli Oracoli più certi.

Ho abbandonato queste vie nel nome di Ella.
Jurth, Madre... Qualsiasi sia il nome con cui viene conosciuta.

Ed ora mi chiedo, ciò che vedo e sento è reale?
La mia mente inizia a vacillare?
Sono Visioni? Sogni? Pazzia?


La fanciulla stese nel comodo letto,
coprendo gli occhi col braccio, riflettendo ancora.


***

Una sera come tante, racconti davanti ad un piccolo focolare,
storie del Nord a paragone con quelle del Sud.
D'un tratto... quell'ombra.


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"Era..
Era un..
Tricheco?"


"Un tricheco? Quì?"

"Nimue, stai bene?"

Eppure era certa.. sapeva d'aver visto qualcosa.

***

O ancora, quel pomeriggio al Monastero...

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Concentrandosi poteva ancora udire distintamente le urla.
Ed ancora una volta era sicura.
Quell'ombra...
vi era un fantasma e lo spirito di un tricheco che lo inseguiva.


***

Sospirò mettendosi seduta.

***

Quella notte alla Piramide ancora una volta..
Dubbi ed incertezze iniziavano a radicarsi nel suo animo.
Forse solo erano i disegni delle ombre danzanti delle torce..


"Inizio a valutare l'idea di una sorta di maledizione
posta sulla tua persona Nimue, e mi preoccupa davvero."


***

Passò lentamente le mani sul viso.

Una maledizione? Mi manca solo questo.


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Rose_of_the_abyss;6832464 wrote: "Quindi vuoi diventare la migliore eh?
L'achimia però non è un'arte semplice"


Una lieve risata sgorgò spontanea dalle labbra della fanciulla.

"Ci proverò! Chissà... Si tratta di...."

Portò le mani al capo, stringendo appena le tempie.
Le sembrò d'esser in preda ad una tempesta
mentre un giramento di testa improvviso le tolse la parola...

Provò a sbattere più volte le palpebre,
vedendo solo buio innanzi a se.

Trattenne un mugolio di disappunto
mentre una nuova luce sembrava spandersi d'improvviso.

Dei tralci di vite contornavano una piccola area,
due uomini, forse d'una trentina d'inverni,
si fronteggiavano innanzi a lei con aria di sfida.


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"Dunque, il famigerato Morgen Marielle è venuto
a farmi visita... o forse dovrei dire il Tricheco?"


Un brivido le percorse le schiena.
Una visione?
S'impose la calma, conoscendo bene gli effetti sul proprio corpo.
Rimase silente ad osservare, cercando di comprendere,
cercando d'imprimere nella memoria ogni dettaglio...


"Gavarel, sapete che odio quell'appellativo
in particolare dalla vostra inutile bocca,
che serve solo a sputar scemenze."


"Saran scemenze ma a quanto pare la mia cantina
va meglio della vostra."


Alternava lo sguardo fra i due uomini,
osservava le movenze, gli abiti...
Ogni dettaglio può esser portatore d'informazioni,
questa era una delle prime lezioni apprese come Kunnigr.


"Oh... ma certo, il famoso vino di Landor Gavarel,
le uniche voci che ho sentito lo paragonano all'aceto!"


Una profonda risata scaturì dalle labbra del biondo.

"Ridete pure finchè ne avete fiato, Tricheco,
ma quando il mio prossimo carico
raggiungerà il mio contatto nel Doriath,
vedremo se avrete ancora i denari per mandare avanti
quell'infima cantina."


Il biondo smise di ridere, guardando con sdegno l'avversario.

"Voglio proprio vedere come andranno a finire
i vostri viaggi nel Doriath...
Dicono siano terre non molto ospitali."


Un ghigno ne deformò i lineamenti
mentre il buio tornava negli occhi e nella mente della ragazza.


Aprì piano gli occhi, guardandosi attorno confusa.
Una visione... possibile?
Da quando aveva abbandonato le Nevi
la Vista sembrava scomparsa, invece...


"Tricheco..
Morgen... non Morgan...
Ho cercato nel posto sbagliato.
Non la Tortuga ma il Doriath..."
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Rose_of_the_abyss;6833816 wrote:
Vaghe chiacchere avevano animato la piazza.
La ragazza sorrise nel riconoscere un volto familiare..
Poche parole, brevi saluti..
Nuovamente il dilungarsi nel racconto della sua disavventura.


"Sustzam... Devo chiederti un favore...
Puoi controllare una cosa per me alla Celata?"


L'elfo la guardava con aria poco convinta

"Ovvero?"

"Se vi è un qualche registro commerciale legato al vino,
ed a mancate consegne da parte di un certo Gavarel"


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"Legati al vino?
Direi proprio di no..
Ma posso far controllare."


"Se ho ben compreso ciò che ho visto,
Gavarel può essere lo spirito che ho incontrato quì.."


"Il tutto mi sembra essere molto nebbioso.."

La fanciulla passò piano le mani fra i capelli,
intrecciandoli poi nervosamente


"In alcuni momenti ho persino immaginato
che il tutto fosse solo nella mia testa.
Ho bisogno del tuo aiuto..."


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Pochi indizi, parole e stralci di frasi...
Visioni che la rapivano d'improvviso alla realtà...

Una via incerta sulle tracce di qualcosa d'impalpabile.
Una via la cui fine non riusciva ad immaginare.


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Rose_of_the_abyss;6834440 wrote:
"Ricordi Haramiel?"

"Mh..
Ja.. Ora rammento..
E' salita sul mio drakkar alcuni inverni fa."


"Possibile..
Son davvero pochi gli Alvar
con ancora un legame con Ella."


"Tuo Padre......"

La frase rimase sospesa nella sua mente,
mentre gli occhi si persero nell'oscurità.

Ancora una volta il buio sembrò portarla via
ed infine una nuova luce...


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Volse attorno a se lo sguardo, osservando la stanza.
Un piccolo studio ingombro di librerie, l'ampia scrivania,
diversi oggetti catturarono la sua attenzione alcuni istanti..

Infine si soffermò sull'uomo seduto sullo scranno, riconoscendolo.


Landor...

"Mia diletta,
chi ti scrive è Landor dei Gavarel.
Non passa giorno che non pensi a te,
sei la costante di quando mi sveglio
e di quando mi addormento.
Non vedo l'ora che sia il giorno
in cui ti potrò riabbracciare,
e portarti una bottiglia del miglior vino di Ardania:
il vino che produco quì, ad Edorel.
Giuro che te la porterò nel mio prossimo viaggio lì,
a Rotiniel,
e che quel giorno sarà anche quello di un secondo dono
che non ti anticipo.

Sempre tuo, Landor Gavarel.

Ottimo, direi che è perfetta."


L'uomo sigillò la missiva con la ceralacca.
La fanciulla rimase immobile ad osservare,
i movimenti sicuri, l'animo allegro...
Quel nome sussurrato con dolcezza...


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Il buio tornò ad avvolgerla.

"Hai visto qualcosa, mia Kunnigr?"

"Ja... Non... non sono..."

Sospirò appena passando le mani sul viso,
non aveva la forza di dibattere sul Ruolo che non le apparteneva...

L'uomo poggiò un ginocchio a terra e le accarezzò il volto


"Il tuo spirito è inquieto per ciò che hai visto?"

"Perdonami, Figlio del Mare...
Non cerco queste visioni e non le controllo,
quindi mi lasciano esausta e frastornata."


Il tono rimase mite

"Non chiedere scusa. Non vi è motivo.
Vuoi che ti porti al Tempio..
o alla Caverna..?"


La ragazza scosse immediatamente il capo

"Sai che non mi è concesso calcare le Nevi."

"Conosco che questo non ti fermerà.
Conosco il tuo animo."


La Caverna...

Forse vi poteva essere una speranza.


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Rose_of_the_abyss;6835099 wrote:
Seduta al piccolo scrittoio osservava la valle tingersi d'oro.
Il tramonto stava avvolgendo il piccolo bosco
quando la fanciulla abbassò lo sguardo sul desco,
rileggendo con calma le parole vergate sulla sottile pergamena.


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Kveda Thorgad,
posso immaginare che questa Mia ti giungerà inaspettata,
ma rendi il tuo animo quieto
e prova a leggere le mie parole prima di bruciarla.

Non mi perderò in elenchi di titoli ed inutili esaltazioni al Regno,
non vi è bisogno e sai bene che non è il mio modo d'essere.
Ti dirò dunque cosa porta la mia mano a vergare queste parole,
pur sapendo che è una speranza quasi vana quella che ti chiedo.

In seguito ad alcuni strani accadimenti ho avuto alcune chiare Visioni,
comprendo ciò che accade ma non come devo agire
per affrontare correttamente la situazione.
L'unico luogo in cui posso pienamente accedere alla Vista
è anche il medesimo in cui ti ho scortato per recuperare la Mente.
Trovo ridicolo dover richiamare alla tua memoria quell'avvenimento,
ma data la mia attuale situazione
ed il trattamento che ho ricevuto senza aver Mai agito contro i Ghiacci___


*una piccola sbavatura d'inchiostro lascia in sospeso la frase*

So che merito il bando, non ho mai contestato questa realtà ma..
Ho bisogno d'accedere alla Caverna del Destino
e vorrei il tuo permesso per calcare per una sola notte le Nevi Eterne.
Sarò schietta, ho vissuto i Ghiacci e ne sono parte,
qualsiasi cosa dicano le leggi umane è così e lo sai.
Potrei attraversare Helcaraxe liberamente,
conosco l'Isola in ogni sua segreta sfaccettatura
e quei luoghi mi son appartenuti sin dal mio primo respiro.
Viene insegnata una cosa:
Kunnigr si nasce, non si diventa nè si smette mai di esserlo,
e solo ora comprendo quanto sia profondamente vero.
Ma non divaghiamo..
Potrei calcare le Nevi senza che nessuno lo sappia.
Potrei farlo, ma non voglio.

Voglio rispettare il tuo Potere perchè è ciò che ho insegnato
ed in cui ho sempre creduto.
Il rispetto per leggi, per il sangue che ha sancito più volte Patti e Legami,
per ciò che tutti noi siamo: Figli dei Ghiacci.
Attenderò una tua risposta, che sia positiva o negativa.

Ha Det Bra Syskar.


Sospirò appena prima d'apporre la propria firma ed il sigillo.

Nimue.
Figlia dei due orsi.


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Si alzò lenta e consegnò la missiva al messo,
vi poteva essere una speranza?


****

Un nuovo tramonto stava ammantando la valle
quando il messo si avvicinò a lei con aria divertita


"Nim cos'hai combinato questa volta?!"

La ragazza aggrottò la fronte

"Io? Niente, credo.."

"Lo Jarl non mi è parso felice di vedere il tuo sigillo...
Ha urlato di tutto per un bel po'..."


L'uomo scoppiò a ridere osservando l'espressione della ragazza.

"Però ti ha risposto!"

Con aria sorpresa la fanciulla aprì di scatto il sigillo,
sorrise nel notare che la scrittura scomposta di Thorgad
risultava ancor più calcata ed alterata..


"Scommetto che se fossi stata davanti a lui mi avrebbe strangolato,
o mi avrebbe ficcato il pennino nel cuore.
Guarda come gli tremavano le mani dal nervoso..."


Sorrise lievemente nel riconoscere, nonostante tutto,
lo stato d'animo di quell'uomo dalla sola calligrafia.


Non c'è nessuna e ripeto NESSUNA ragione
per la quale uno Jarl possa concedere ad un Nidhing di solcare queste terre.
I tuoi futili discorsi su destini e fesserie varie mi fanno solo adirare.
Ma... Mi è chiaro quanto tu sia testarda,
e devo anche render conto del fatto che hai avuto coraggio.
Sei stata l'unica di una serie di Nidhing
che ha consegnato il manto con le sue mani,
rischiando una sentenza immediata.

Ti concederò una notte per solcare ancora una volta queste terre
e sarò io stesso a scortarti alla Caverna,
per assicurarmi delle tue azioni e soprattutto che tu te ne vada.

E' bene che tu non consideri questo come qualsiasi atto di benevolenza.
Ma solo come un atto richiamato dal legame stabilito fra noi nella Caverna stessa.

Al sorgere dell'alba tornerò a darti la caccia.

Thorgad Valdarsen
Jarl del Clan dell'Orso Bianco


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"Non ci credo, mi ha dato il permesso..
Potrò calcare il suolo della Caverna.."


Per una notte gli Orsi non sarebbero stati nemici da temere,
e forse... le sue domande avrebbero trovato risposta.


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Rose_of_the_abyss;6836665 wrote:
Osservava la Sacerdotessa discorrere con gli ospiti.
Una sorta di lotteria, se aveva ben compreso,
stava animando le celebrazioni amoniane in onore di Danu..

Si guardava attorno, distrattamente,
conversando di tanto in tanto con l'uomo accanto a se.

D'un tratto la sua attenzione venne catturata da un'ombra.


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"Darius, hai visto qualcosa innanzi a te?
Ai tuoi piedi?"


Teneva lo sguardo fisso in quel punto, innervosita.

"Nulla Nimue, perchè lo chiedi?
Hai visto qualcosa di strano?"



La ragazza si alzò di scatto per poi guardarsi attorno.
Trovato colui che stava cercando si avvicinò velocemente,
senza preoccuparsi degli altri presenti.


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"Devo parlarti. In privato.. ora..."

L'uomo la guardò alcuni istanti per poi strattonarla dal braccio
conducendola in un'area libera dagli ospiti.


"Il fatto che io ti abbia dato una risposta via missiva,
non vuol dire che tu possa amabilmente discorrere con me.
Sono stato chiaro, Nidhing?"


La voce vibrava di rabbia trattenuta,
ma in quel momento non importava.
In quel momento un solo pensiero valicava la mente della ragazza.


"Devo tornare alla Caverna, Thorg.
Il prima possibile."


Una smorfia di disappunto sul volto dello Jarl

"A due condizioni.
La prima è che non muoverai un passo lontano dal mio fianco.
La seconda è più complessa... la scoprirai al momento giusto."


Valutò alcuni attimi le parole
per poi proferire con tono basso


"E sia, Jarl. Ho fiducia che le tue richieste saranno onorevoli.
Al volgere del terzo tramonto, calcherò le nevi..."


I due si guardarono alcuni istanti per poi annuire.

"Non farmi pentire."



[continua...]