- Fri Jun 20, 2025 6:31 pm
#64121
Non c’era più nulla da uccidere.
I corpi dei Minotauri fumavano ancora sulle rocce scure quando il portale si richiuse con un sibilo secco, come un taglio netto nel tessuto del mondo.
Il flux taceva.
E la runa di ritorno, l’unica, si era spezzata come pane raffermo tra le mani di Simon.
«È successo qualcosa... non dovrebbe...»
Non doveva, ma era successo.
Il flux ci aveva tradito.
L’energia arcana che ci aveva portati fin lì, così docile all’andata, ora ruggiva come una bestia ferita. Simon provò a placarla. Io provai a non urlare.
Bloccati. Su quell’isola. Un giorno intero.
Non c’era cibo.
Non c’era acqua.
Solo noi due. Io e Simon.
E il silenzio. Quel silenzio sospeso che arriva quando non si può tornare indietro e non si sa come andare avanti.
Abbiamo parlato. All’inizio di magie, poi di ricordi. Poi... meno.
Abbiamo camminato in tondo.Poi abbiamo smesso anche quello.
La noia è una brutta bestia.
E quando si è stanchi, affamati, disidratati e... vulnerabili, la noia prende strane forme.
Occhi che si soffermano troppo.
Frasi che iniziano per gioco e finiscono a metà.
Silenzi.
Successe qualcosa.
Non di concreto, forse.
Ma qualcosa che non avrebbe dovuto succedere.
E che nessuno a Loknar capirebbe davvero.
Al tramonto, Simon riuscì a forzare un filo di flux. Non abbastanza per un portale, ma quanto bastava per animare un oggetto. Una bottiglia. Una pergamena. Un messaggio.
Messaggio nella bottiglia:
Confratelli di Loknar,
l’Isola dei Minotauri è stata purificata.
Ma il prezzo non è stato solo magico.
Il flux ha fallito. La runa si è infranta.
Siamo rimasti qui per un solo giorno, eppure quel giorno…
Non chiedeteci nulla, quando torneremo.
Non sempre si combatte con la spada.
A volte la battaglia è il silenzio,
e il nemico… se stessi.
– Dakeyras e Simon[/i]
Il mare ha preso la bottiglia.
Speriamo che Loknar sia pronta a riceverla.
I corpi dei Minotauri fumavano ancora sulle rocce scure quando il portale si richiuse con un sibilo secco, come un taglio netto nel tessuto del mondo.
Il flux taceva.
E la runa di ritorno, l’unica, si era spezzata come pane raffermo tra le mani di Simon.
«È successo qualcosa... non dovrebbe...»
Non doveva, ma era successo.
Il flux ci aveva tradito.
L’energia arcana che ci aveva portati fin lì, così docile all’andata, ora ruggiva come una bestia ferita. Simon provò a placarla. Io provai a non urlare.
Bloccati. Su quell’isola. Un giorno intero.
Non c’era cibo.
Non c’era acqua.
Solo noi due. Io e Simon.
E il silenzio. Quel silenzio sospeso che arriva quando non si può tornare indietro e non si sa come andare avanti.
Abbiamo parlato. All’inizio di magie, poi di ricordi. Poi... meno.
Abbiamo camminato in tondo.Poi abbiamo smesso anche quello.
La noia è una brutta bestia.
E quando si è stanchi, affamati, disidratati e... vulnerabili, la noia prende strane forme.
Occhi che si soffermano troppo.
Frasi che iniziano per gioco e finiscono a metà.
Silenzi.
Successe qualcosa.
Non di concreto, forse.
Ma qualcosa che non avrebbe dovuto succedere.
E che nessuno a Loknar capirebbe davvero.
Al tramonto, Simon riuscì a forzare un filo di flux. Non abbastanza per un portale, ma quanto bastava per animare un oggetto. Una bottiglia. Una pergamena. Un messaggio.
Messaggio nella bottiglia:
Confratelli di Loknar,
l’Isola dei Minotauri è stata purificata.
Ma il prezzo non è stato solo magico.
Il flux ha fallito. La runa si è infranta.
Siamo rimasti qui per un solo giorno, eppure quel giorno…
Non chiedeteci nulla, quando torneremo.
Non sempre si combatte con la spada.
A volte la battaglia è il silenzio,
e il nemico… se stessi.
– Dakeyras e Simon[/i]
Il mare ha preso la bottiglia.
Speriamo che Loknar sia pronta a riceverla.