- Fri May 16, 2025 12:29 am
#63779
Guardavo alle mie spalle. Vedevo uno spazio ancora vuoto. Le truppe Hammin avevano accerchiato gli Amoniani e i prodi Cavalieri dell'Alba, ma non del tutto, per permettere una ritirata.
Dovevamo fare qualcosa. La guida fallimentare di Vyn von Hagens aveva portato una sconfitta mai vista agli occhi dell'impero. Avevamo perso troppi uomini e pochi prodi erano rimasti in vita. I toni di Lord Aart si facevano più duri e minacciosi, e il tempo stringeva.
La diplomazia non procedeva bene. Notavo il Console Drake Xaladier sembrare in difficoltà; non volevo che gli fossero addossate ulteriori colpe dopo l'operato eroico degli ultimi mesi, da un branco di sciacalli all'interno della guerriera. Era evidente: gli Hammin stavano per caricarci. Negarlo è da ipocriti o stolti.
"La guerra è una forma di diplomazia", disse Lord Aart chiarendo i suoi intenti mentre le truppe ci circondavano e si preparavano all'attacco.
...Adesso... è il momento...
Senza attirare molta attenzione, indietreggiai. La bardatura leggera del mio cavallo venne slacciata e fatta scivolare al suolo. "Hop!" Saltai in sella e osservavo il varco dove le truppe potevano possibilmente fuggire, considerando la drastica inferiorità numerica di fronte a un nemico numeroso, preparato e che si era dimostrato valoroso in guerra.
Tanto coraggio quanto follia. lo caricai,Due colpi non letali, non volevo ucciderlo e possibilmente ferirlo lievemente. La mia spada sfiorava la pelle di un compagno non un nemico, poi la fuga disperata verso le porte del monastero, attirando il grosso delle truppe Hammin non pronte a quella pazzia, sperando nell'esperienza della Montagna di urlare alla ritirata, sfruttando il caos del momento. Speravo che i miei uomini comprendessero l'azione, sfruttandola per salvare quanti più uomini possibili ritirandosi, proprio come nella seconda battaglia, dove con due esplosioni di polvere nera rallentai il nemico garantendola.
Non sempre le cose vanno bene o come si spera. Gli Hammin furono molto scaltri e preparati; ebbero la meglio su ogni uomo e donna. Uccisero persino i Cavalieri dell'Alba, che in quella situazione non ci difesero né erano armati, e questo chiariva il loro intento di caricarci per non cedere alle loro richieste non onorevoli, richieste impossibili da accettare. Non avrebbe mai garantito una pace quella richiesta oppressiva.
Gli dei ci garantirono una nuova possibilità. In piazza sentii la mia tunica essere tirata. Ero confuso e notavo la Montagna afferrare con una mano le mie vesti e con l'altra impugnare un'arma contro di me, un uomo disarmato, urlandomi:"Vi uccido! Nullità!"
Alle sue spalle un gruppo di gente, nuova alle terre imperiali, a sostenerlo, a sostenere di uccidere un loro fratello che altro non voleva che difendere loro e l'impero senza piegarsi a delle condizioni che mai avrebbero portato alla pace.
Nonostante il Console Xaladier desse l'ordine di fermarsi per permettermi di seguirlo, la Montagna continuava a disobbedire senza lasciare la presa dalle mie vesti e il legionario Illegittimo, Soline, assieme ad altri uomini, lo incoraggiavano in quell'atto di insubordinazione che tradiva qualsiasi degli otto valori Amoniani.
Le conseguenze delle mie azioni, altamente incomprese, portarono al mio arresto e al ritorno al grado di velite in seguito a delle disposizioni del Console Xaladier stesso.
La bacheca iniziò a riempirsi di missive. La Lex venne citata più volte da uomini che di Amoniano hanno probabilmente solo un manto. Gente che non comprende il valore della disciplina, un elemento chiave per la guerriera. Un ordine è qualcosa di non contestabile al quale segue solamente l'obbedienza. Invece, in "branco" come degli sciacalli, oltre a profanare la sacralità di un ordine, esprimono anche opinioni insubordinandosi alla volontà del Console, una situazione mai vista prima, pari a quella di un branco di selvaggi.
Ed ecco lì, che tra le tante missive che sporcano la bacheca e l'onore dell'impero, il giungere di uno spiraglio di luce: una missiva proveniente dall'esterno della guerriera che spiegava tanto, ma impossibile da comprendere agli occhi ciechi degli stolti.
"...Volevo proteggerli al costo della mia stessa vita,Dovranno guardarsi le spalle da oggi, Poveri stolti..."
Dovevamo fare qualcosa. La guida fallimentare di Vyn von Hagens aveva portato una sconfitta mai vista agli occhi dell'impero. Avevamo perso troppi uomini e pochi prodi erano rimasti in vita. I toni di Lord Aart si facevano più duri e minacciosi, e il tempo stringeva.
La diplomazia non procedeva bene. Notavo il Console Drake Xaladier sembrare in difficoltà; non volevo che gli fossero addossate ulteriori colpe dopo l'operato eroico degli ultimi mesi, da un branco di sciacalli all'interno della guerriera. Era evidente: gli Hammin stavano per caricarci. Negarlo è da ipocriti o stolti.
"La guerra è una forma di diplomazia", disse Lord Aart chiarendo i suoi intenti mentre le truppe ci circondavano e si preparavano all'attacco.
...Adesso... è il momento...
Senza attirare molta attenzione, indietreggiai. La bardatura leggera del mio cavallo venne slacciata e fatta scivolare al suolo. "Hop!" Saltai in sella e osservavo il varco dove le truppe potevano possibilmente fuggire, considerando la drastica inferiorità numerica di fronte a un nemico numeroso, preparato e che si era dimostrato valoroso in guerra.
Tanto coraggio quanto follia. lo caricai,Due colpi non letali, non volevo ucciderlo e possibilmente ferirlo lievemente. La mia spada sfiorava la pelle di un compagno non un nemico, poi la fuga disperata verso le porte del monastero, attirando il grosso delle truppe Hammin non pronte a quella pazzia, sperando nell'esperienza della Montagna di urlare alla ritirata, sfruttando il caos del momento. Speravo che i miei uomini comprendessero l'azione, sfruttandola per salvare quanti più uomini possibili ritirandosi, proprio come nella seconda battaglia, dove con due esplosioni di polvere nera rallentai il nemico garantendola.
Non sempre le cose vanno bene o come si spera. Gli Hammin furono molto scaltri e preparati; ebbero la meglio su ogni uomo e donna. Uccisero persino i Cavalieri dell'Alba, che in quella situazione non ci difesero né erano armati, e questo chiariva il loro intento di caricarci per non cedere alle loro richieste non onorevoli, richieste impossibili da accettare. Non avrebbe mai garantito una pace quella richiesta oppressiva.
Gli dei ci garantirono una nuova possibilità. In piazza sentii la mia tunica essere tirata. Ero confuso e notavo la Montagna afferrare con una mano le mie vesti e con l'altra impugnare un'arma contro di me, un uomo disarmato, urlandomi:"Vi uccido! Nullità!"
Alle sue spalle un gruppo di gente, nuova alle terre imperiali, a sostenerlo, a sostenere di uccidere un loro fratello che altro non voleva che difendere loro e l'impero senza piegarsi a delle condizioni che mai avrebbero portato alla pace.
Nonostante il Console Xaladier desse l'ordine di fermarsi per permettermi di seguirlo, la Montagna continuava a disobbedire senza lasciare la presa dalle mie vesti e il legionario Illegittimo, Soline, assieme ad altri uomini, lo incoraggiavano in quell'atto di insubordinazione che tradiva qualsiasi degli otto valori Amoniani.
Le conseguenze delle mie azioni, altamente incomprese, portarono al mio arresto e al ritorno al grado di velite in seguito a delle disposizioni del Console Xaladier stesso.
La bacheca iniziò a riempirsi di missive. La Lex venne citata più volte da uomini che di Amoniano hanno probabilmente solo un manto. Gente che non comprende il valore della disciplina, un elemento chiave per la guerriera. Un ordine è qualcosa di non contestabile al quale segue solamente l'obbedienza. Invece, in "branco" come degli sciacalli, oltre a profanare la sacralità di un ordine, esprimono anche opinioni insubordinandosi alla volontà del Console, una situazione mai vista prima, pari a quella di un branco di selvaggi.
Ed ecco lì, che tra le tante missive che sporcano la bacheca e l'onore dell'impero, il giungere di uno spiraglio di luce: una missiva proveniente dall'esterno della guerriera che spiegava tanto, ma impossibile da comprendere agli occhi ciechi degli stolti.
"...Volevo proteggerli al costo della mia stessa vita,Dovranno guardarsi le spalle da oggi, Poveri stolti..."
Norman Uthrjl - Velite {AMO}