- Wed Oct 30, 2024 6:13 pm
#61813
Dal Diario di Selene, Sacerdotessa della Sacra Chiesa d’Occidente, Venticinquesimo Orifoglia, Anno Imperiale 288
La luce fioca delle candele illumina i muri antichi della Sacra Chiesa d’Occidente mentre Selene china il capo, meditando su quanto ha scoperto.
I venti delle Westlands portano con sé voci di agitazione, e ora, davanti ai suoi occhi, si stendono le parole che il Regno ha disseminato nelle strade di Hammerheim: dichiarazioni di guerra contro un vecchio alleato, accuse di tradimento, inviti alla spada, alla lotta.
Selene prende fiato, guarda il suo solito taccuino e inizia a scrivere.
“Quel giorno, mentre percorrevo le vie di Hammerheim, i proclami appesi lungo le piazze erano già ben visibili, incorniciati dallo stemma reale.
Le pergamene sventolano leggere, ma le parole scritte portano un peso che nessun vento può sollevare.
Nel leggerle, il mio cuore si fa pesante. La voce dell'accusa è fredda, decisa, ed evoca in ogni Hammin il desiderio di vendetta.
Leggo i volti, osservo i sussurri e i mormorii attorno a me; la paura si mescola all'orgoglio, il dubbio al dovere. Il Regno invoca la memoria e la fierezza di un popolo intero, invoca Crom e la sicurezza della patria. “Alle armi,” gridano i messaggeri, “Alzate le spade al cielo e mostrate il vostro valore.”
Sento la voce di Crom risuonare nel cuore di ogni uomo e donna, una voce che domanda giustizia. Ma sento anche la voce della mia fede, della conoscenza e della saggezza, che impone cautela e attenzione.”
Selene si prende un momento per osservare la sua calligrafia, tracciata con mano ferma nonostante l’inquietudine che le opprime il petto. Il cuore batte ancora al ritmo delle parole che ha letto e delle immagini che si sono formate nella sua mente. Sa che la sua fede nella Chiesa dei Sette non può restare in silenzio davanti a quel richiamo: il Regno invoca l'onore degli Hammin, richiamando ognuno a difendere le terre e i propri ideali. La decisione matura in lei come un fuoco che, una volta acceso, brucia deciso: prenderà parte a quella difesa.
Dal Diario di Selene, Sacerdotessa della Sacra Chiesa d’Occidente, Ventinovesimo Orifoglia, Anno Imperiale 288
Selene è lì, in silenzio, osservando e ascoltando mentre gli Hammin discutono animatamente il piano. La notte si stende attorno a loro come un manto d'ombra. Nella sua mente, domande e riflessioni si rincorrono come il vento sulle acque del canale. Decide di annotare quei momenti, cercando di dare ordine ai suoi pensieri.
“Siamo in ronda da circa un’intera Clessidra. I passi silenziosi dei Martelli Dorati si muovono lungo le rive del fiume; la luna sopra di noi getta riflessi tremuli sulle acque. Ognuno di noi è immerso nei propri pensieri, vigile, mentre i nostri occhi scandagliano ogni ombra. È una ronda di cautela, ma anche di tensione, poiché nel cuore degli Hammin arde l’insofferenza di chi ha subito troppo e attende giustizia.
Lothar, Guardiano del Regno, rompe il silenzio per primo. Volta il capo verso destra, il suo sguardo fisso sulle sponde del canale. Con tono deciso, pronuncia il suo pensiero: “Potremmo far saltare le sponde del fiume. Bloccare l'afflusso d'acqua ai mulini e alla città.”
Lo osservo; noto la scintilla di risolutezza nel suo sguardo. Lothar non cerca solo vendetta, ma una via per scuotere il nemico nel profondo. Il Primo Consigliere Aart Dreyfus annuisce con serietà. “Non è un'idea malvagia,” risponde, mentre scruta la riva più a nord. Sta cercando il punto più adatto per attuare il piano. Anche il Lord Generale Jeremy Notch approva, suggerendo che quel danno potrebbe piegare il morale degli elfi di Rotiniel, minacciando la loro stessa sopravvivenza. I tre uomini, con sguardi decisi, indicano il punto da cui sarà più semplice agire. Ogni parola pronunciata è carica di significato, e in quegli occhi vi è la ferma volontà di colpire.”
Selene osserva tutto in silenzio, riflettendo. Sente il peso della sua fede e della missione per cui è lì: rappresentare la Chiesa di Oghmar. L’impulso degli Hammin è una forza palpabile, come un fiume che trabocca gli argini. Dopo aver discusso rapidamente il piano, Lothar e Jeremy si scambiano uno sguardo di intesa. Non c’è tempo da perdere. Senza esitare, si allontanano dal gruppo per recuperare la polvere nera. Selene rimane in attesa con Aart e altri Hammin, il cuore che batte forte, mentre l’aria si riempie di tensione.
Dopo un tempo che sembra interminabile, Jeremy e Lothar tornano, le spalle cariche di sacchi di polvere nera. Lothar si ferma, respirando profondamente per raccogliere le forze, mentre Jeremy inizia a spiegare il piano con precisione. Dovranno far esplodere le macerie per bloccare il flusso dell’acqua, un atto audace che potrebbe cambiare le sorti della battaglia a venire. Con una precisione quasi chirurgica, sistemano la polvere nera in punti strategici lungo le sponde del fiume.
Selene osserva ed il cuore le batte forte nel petto, mentre i due uomini si scambiano sguardi carichi di tensione e determinazione. Quando tutto è pronto, Jeremy accende una delle torce e la porta alla polvere; il fuoco danza vivace e si propaga rapidamente. Un boato risuona nell’aria; Selene sobbalza mentre il fiume trema sotto l’impatto. Le macerie delle sponde crollano, creando una barriera che blocca il flusso d'acqua. Un mormorio di sorpresa e paura attraversa il gruppo, ma subito dopo si trasforma in un coro di esultanza.
“Ottimo lavoro, Hammin!” esclama Jeremy, il volto illuminato dall’adrenalina. Lothar si unisce a lui, mentre Aart annuisce soddisfatto. Rimangono lì per un momento, a contemplare il lavoro compiuto: il fiume ora è ridotto a un lento rigagnolo. L’azione è stata violenta e drastica, ma necessaria. Sanno di aver inflitto un duro colpo all'avversario. Con lo sguardo fermo Aart Dreyfus prende la parola: “Ora torniamo ad Hammerheim. Dobbiamo prepararci per la risposta nemica.”
Così, il gruppo si rimette in marcia verso Hammerheim.
La luce fioca delle candele illumina i muri antichi della Sacra Chiesa d’Occidente mentre Selene china il capo, meditando su quanto ha scoperto.
I venti delle Westlands portano con sé voci di agitazione, e ora, davanti ai suoi occhi, si stendono le parole che il Regno ha disseminato nelle strade di Hammerheim: dichiarazioni di guerra contro un vecchio alleato, accuse di tradimento, inviti alla spada, alla lotta.
Selene prende fiato, guarda il suo solito taccuino e inizia a scrivere.
“Quel giorno, mentre percorrevo le vie di Hammerheim, i proclami appesi lungo le piazze erano già ben visibili, incorniciati dallo stemma reale.
Le pergamene sventolano leggere, ma le parole scritte portano un peso che nessun vento può sollevare.
Nel leggerle, il mio cuore si fa pesante. La voce dell'accusa è fredda, decisa, ed evoca in ogni Hammin il desiderio di vendetta.
Leggo i volti, osservo i sussurri e i mormorii attorno a me; la paura si mescola all'orgoglio, il dubbio al dovere. Il Regno invoca la memoria e la fierezza di un popolo intero, invoca Crom e la sicurezza della patria. “Alle armi,” gridano i messaggeri, “Alzate le spade al cielo e mostrate il vostro valore.”
Sento la voce di Crom risuonare nel cuore di ogni uomo e donna, una voce che domanda giustizia. Ma sento anche la voce della mia fede, della conoscenza e della saggezza, che impone cautela e attenzione.”
Selene si prende un momento per osservare la sua calligrafia, tracciata con mano ferma nonostante l’inquietudine che le opprime il petto. Il cuore batte ancora al ritmo delle parole che ha letto e delle immagini che si sono formate nella sua mente. Sa che la sua fede nella Chiesa dei Sette non può restare in silenzio davanti a quel richiamo: il Regno invoca l'onore degli Hammin, richiamando ognuno a difendere le terre e i propri ideali. La decisione matura in lei come un fuoco che, una volta acceso, brucia deciso: prenderà parte a quella difesa.
Dal Diario di Selene, Sacerdotessa della Sacra Chiesa d’Occidente, Ventinovesimo Orifoglia, Anno Imperiale 288
Selene è lì, in silenzio, osservando e ascoltando mentre gli Hammin discutono animatamente il piano. La notte si stende attorno a loro come un manto d'ombra. Nella sua mente, domande e riflessioni si rincorrono come il vento sulle acque del canale. Decide di annotare quei momenti, cercando di dare ordine ai suoi pensieri.
“Siamo in ronda da circa un’intera Clessidra. I passi silenziosi dei Martelli Dorati si muovono lungo le rive del fiume; la luna sopra di noi getta riflessi tremuli sulle acque. Ognuno di noi è immerso nei propri pensieri, vigile, mentre i nostri occhi scandagliano ogni ombra. È una ronda di cautela, ma anche di tensione, poiché nel cuore degli Hammin arde l’insofferenza di chi ha subito troppo e attende giustizia.
Lothar, Guardiano del Regno, rompe il silenzio per primo. Volta il capo verso destra, il suo sguardo fisso sulle sponde del canale. Con tono deciso, pronuncia il suo pensiero: “Potremmo far saltare le sponde del fiume. Bloccare l'afflusso d'acqua ai mulini e alla città.”
Lo osservo; noto la scintilla di risolutezza nel suo sguardo. Lothar non cerca solo vendetta, ma una via per scuotere il nemico nel profondo. Il Primo Consigliere Aart Dreyfus annuisce con serietà. “Non è un'idea malvagia,” risponde, mentre scruta la riva più a nord. Sta cercando il punto più adatto per attuare il piano. Anche il Lord Generale Jeremy Notch approva, suggerendo che quel danno potrebbe piegare il morale degli elfi di Rotiniel, minacciando la loro stessa sopravvivenza. I tre uomini, con sguardi decisi, indicano il punto da cui sarà più semplice agire. Ogni parola pronunciata è carica di significato, e in quegli occhi vi è la ferma volontà di colpire.”
Selene osserva tutto in silenzio, riflettendo. Sente il peso della sua fede e della missione per cui è lì: rappresentare la Chiesa di Oghmar. L’impulso degli Hammin è una forza palpabile, come un fiume che trabocca gli argini. Dopo aver discusso rapidamente il piano, Lothar e Jeremy si scambiano uno sguardo di intesa. Non c’è tempo da perdere. Senza esitare, si allontanano dal gruppo per recuperare la polvere nera. Selene rimane in attesa con Aart e altri Hammin, il cuore che batte forte, mentre l’aria si riempie di tensione.
Dopo un tempo che sembra interminabile, Jeremy e Lothar tornano, le spalle cariche di sacchi di polvere nera. Lothar si ferma, respirando profondamente per raccogliere le forze, mentre Jeremy inizia a spiegare il piano con precisione. Dovranno far esplodere le macerie per bloccare il flusso dell’acqua, un atto audace che potrebbe cambiare le sorti della battaglia a venire. Con una precisione quasi chirurgica, sistemano la polvere nera in punti strategici lungo le sponde del fiume.
Selene osserva ed il cuore le batte forte nel petto, mentre i due uomini si scambiano sguardi carichi di tensione e determinazione. Quando tutto è pronto, Jeremy accende una delle torce e la porta alla polvere; il fuoco danza vivace e si propaga rapidamente. Un boato risuona nell’aria; Selene sobbalza mentre il fiume trema sotto l’impatto. Le macerie delle sponde crollano, creando una barriera che blocca il flusso d'acqua. Un mormorio di sorpresa e paura attraversa il gruppo, ma subito dopo si trasforma in un coro di esultanza.
“Ottimo lavoro, Hammin!” esclama Jeremy, il volto illuminato dall’adrenalina. Lothar si unisce a lui, mentre Aart annuisce soddisfatto. Rimangono lì per un momento, a contemplare il lavoro compiuto: il fiume ora è ridotto a un lento rigagnolo. L’azione è stata violenta e drastica, ma necessaria. Sanno di aver inflitto un duro colpo all'avversario. Con lo sguardo fermo Aart Dreyfus prende la parola: “Ora torniamo ad Hammerheim. Dobbiamo prepararci per la risposta nemica.”
Così, il gruppo si rimette in marcia verso Hammerheim.