il tempo della Tmesi..
Posted: Sat May 18, 2024 1:10 am
Se è nel tempo che svolgiamo le nostre esistenze, il tempo è anche il luogo in cui possiamo decidere quali
sentieri tracciare, affinché una volta percorsi, questi ci conducano la dove le nostre migliori intenzioni
hanno realizzato i nostri migliori desideri.
Nel buio del notturno c'è il chiacchiericcio del bosco, il giaciglio non reca conforto e prendere sonno
diviene una fatica, così i sogni si animano nelle più variegate fantasie mescolandosi al vero, frugando nella
memoria per carpire quel che è il vissuto reale, riplasmandolo in oniriche scene, un teatro fantastico e crudo al contempo..
..ecco che dunque la, sotto il meleto tra il fogliame frusciante compaiono tre bisce scure.. sono i tre Lich della Congrega Ombrona
e silenti strisciano fino alla riva, attorcigliandosi su di una lucida pietra colpita dal lume di Nut che ora è una falce e poco dopo scompare..
Le tre bisce scure sibilano all'acqua sfiorandola coi loro linguini biforcuti, increspandola fino a che non emerge un gran pesce abissale le cui squame sono tutte scorticate
ed il suo viso ossuto e scavato è il luogo ove trovano posto due occhi che vibrano di luce..
una corona di conchiglie rotte e coralli infranti cinge il suo capo.. costui è Re Rao, il suo sguardo è carico d'odio.
Una civetta bianca stringe il ramo del noce tra i suoi artigli e grida a tutti gli animali del bosco di mettersi in salvo,
poiché il gran pesce abissale ha fatto ritorno ed è, grida ancora la bianca civetta, tutta colpa delle tre bisce scure.
Le sue grida sono così acute che dai boschi più lontani le si possono udire, la sua è la voce di Asa, lei non teme per se stessa,
non può più farlo, la sua piccola vita le è stata strappata tanto tempo fa, lei teme per noi e grida per volere di Danu,
Asa conosce il male che porta seco il Re dalle scaglie graffiate.
Un fulvo lepre si desta poiché il bianco grido ha colpito le sue orecchie dal morbido pelo, costui è un umile fedele della Dea Danu
e percorre lesto le vie Ardane per proferire ad ognuno di quel che ha sentito.
Il notturno prosegue sempre più buio ed il gran pesce abissale ora ha emesso il suo richiamo, giungono in branco i suoi devoti pesci trombetta
dai dentini aguzzi e gli occhi luminosi, un esercito risvegliato da un antiguo torpore che segue il volere del suo Re,
un volere che riversa rancore addosso alla Dea Danu e ne aggredisce il Templio profanandolo.
Una vecchia ghiandaia scorge il fulvo lepre che beve alla fonte di Danu, gli si avvicina silente e severa, la vecchia ghiandaia è Nerissa,
colei che fu allontanata dal Templio Danuita dalle sue stesse consorelle e confratelli a causa del suo spirito indomito.
La vecchia ghiandaia guarda dubbiosa il fulvo lepre che si abbevera e prega per le sorti Ardane e poi gli svela un segreto...
"il Templio di Danu cela un grande potere! Tu fulvo lepre, sarai in grado di risvegliarlo o vacillerai quando giungerà il tempo del sacrificio ?"
La vecchia ghiandaia guarda diffidente il fulvo lepre e non lo crede capace o fedele abbastanza da poter compiere gesta in grado
di riaccendere il Templio profanato, ma la vecchia ghiandaia non conosce il contenuto del fulvo lepre e non sa che quest'ultimo
custodisce la confidia avvolta nel suo impenetrabile strato di fede.
Gli animali dei boschi Ardani sono ormai tutti allertati, la voce, nel sogno notturno si sparge veloce come il Khamsin,
ora tutta la fauna conosce gli avvenimenti e unita marcia verso il Templio profanato.
Ci sono tutti, le aquile, le fenici arancioni, i leoni, le tartarughe, gli unicorni, pure gli alberi e nella grande battaglia notturna, che sembra
non avere mai fine, il fulvo lepre viene scortato sulla cima del Templio profanato e li compie il suo atto di fede lasciandosi cadere nel vuoto..
il cuore ricolmo di confidia e nei pensieri una prece per ognuno,
Il buio nella caduta è scuro più del notturno stesso, non è un volo il suo, il fulvo lepre non sa volare e nella interminabile caduta i suoi occhi sono oramai chiusi,
un filo di lagrima ne riga il viso, ma sul suo muso un sorriso,
abbracciato dalla sua Dea egli non teme più nulla e ricorda della bianca civetta Asa,
dei pallini al cocco e di tutti gli altri animali dei boschi Ardani che ora combattono contro il malevolo esercito di pesci trombetta che sembrano
invincibili, quando nell'infinito cadere uno sfioro divino sul cuore supino sospende tutto, il tempo e la vita,
ora è Danu che parla con le figure e dona la vista di ciò che è accaduto e di come un Re amaro abbia ferito e rapito la sua pregiata Delfina Suelain
che oramai poverina è in catene da tanto e non basta un gran pianto per scioglierle via.
La fuori la fauna riunita nel segno comune del bene riceve la luce nel buio profondo, ora dal Templio sorge un potere che debilita il pesci trombetta ed i loro comandanti,
la Fauna di Ardania sconfigge il nemico, libera il Templio e soccore il fulvo lepre che per volere divino è ancora tra loro.
Il notturno trova confidia, ed i boschi di Ardania ritornano al consueto,
il tempo sognato scorre in avanti e poi torna indietro e poi fugge via mischiando i momenti..
ritrova le tre bisce scure colpevoli ancora di altri momenti molto salienti,
la battaglia nella cittadella infuocata, quella nelle viscere del villaggio micamorto e ancora un'altra battaglia nel sottoterreno della foresta del Trivio..
quante vicende la fauna di Ardania ha affrontato da allora..
..ma il sogno notturno non pare finito..
un male interiore tanto opprimente insiste nel buio del continente.
Un tavolo appare e alcuni animali seduti li attorno per conciliare..
Si spiega la voce di un grande raduno, l'aquila striata Vichorn lo ha reclamato e invita altri animali a partecipare,
la città dell'Aquila fa da contonro a quel che poi avviene,
ed entrano in fila gli unicorni neri Liam Carter e Maeve Adler,
le fenici Eru Silme, Thradiel Gadith e Clare Amarth con la grande fenice arancione Hickaru Phoenixflame,
il leone rosso Zet Nelddar con i leoni Fehres e Albert Demishon,
alla tavola non imbandita non mancano mica le aquile Jeremy Notch, Jolet Tudas, Skarlax Dagoth, Lothar Meir, Gavin Stanmore, Viktoria Tredahoe, Sidenius Rafael Agmar,
vi è pure la tartaruga Vento,
ed oltre a tutti costoro sono giunte anche la opossum grigia Kevires Valraun, Sacedotessa degli Eterni e la Faina blù Nyrna, Prioressa del Templio di Danu.
Così si discute e parla ognuno,
a volte il ruggito di alcuni animali rende difficile il comunicare,
si rischia così di litigare,
Suelain la cara Delfina, è di lei che si parla, poverina,
cercarla rischiando di farsi male stuzzicando così il gran pesce abissale ?
Con la sua ciurma potrebbe tornare,
non solo, ci trema la mano se proferiamo del Leviatano,
uno per faro, e sono sei quelli ormai spenti,
cercati per mare da alcuni credenti.
Cercare il Guardiano custode del mare per farsi aiutare?
O temere soltanto restando a pregare ?
Parole di fede e parole di veto, viene alla luce anche un Decreto..
è un notturno di Madrigale,
288 dell'Anno Imperiale,
un sogno animato da tanti animali,
tutti che inscenano quel che è accaduto,
nel tempo passato che tocca il presente,
il tempo del fato non resta muto.
Questo è il tempo della Tmesi..
la dove noi tutti siamo un unico frutto, coltivato per volere dei nostri Dei, scegliamo di separarci, tracciando diversi sentieri,
ognuno dei quali potrebbe non condurre alla medesima meta, poiché percorrendo diversi sentieri ci allontaniamo gli uni dagli altri,
guardando con diffidia coloro che non ci camminano accanto.
sentieri tracciare, affinché una volta percorsi, questi ci conducano la dove le nostre migliori intenzioni
hanno realizzato i nostri migliori desideri.
Nel buio del notturno c'è il chiacchiericcio del bosco, il giaciglio non reca conforto e prendere sonno
diviene una fatica, così i sogni si animano nelle più variegate fantasie mescolandosi al vero, frugando nella
memoria per carpire quel che è il vissuto reale, riplasmandolo in oniriche scene, un teatro fantastico e crudo al contempo..
..ecco che dunque la, sotto il meleto tra il fogliame frusciante compaiono tre bisce scure.. sono i tre Lich della Congrega Ombrona
e silenti strisciano fino alla riva, attorcigliandosi su di una lucida pietra colpita dal lume di Nut che ora è una falce e poco dopo scompare..
Le tre bisce scure sibilano all'acqua sfiorandola coi loro linguini biforcuti, increspandola fino a che non emerge un gran pesce abissale le cui squame sono tutte scorticate
ed il suo viso ossuto e scavato è il luogo ove trovano posto due occhi che vibrano di luce..
una corona di conchiglie rotte e coralli infranti cinge il suo capo.. costui è Re Rao, il suo sguardo è carico d'odio.
Una civetta bianca stringe il ramo del noce tra i suoi artigli e grida a tutti gli animali del bosco di mettersi in salvo,
poiché il gran pesce abissale ha fatto ritorno ed è, grida ancora la bianca civetta, tutta colpa delle tre bisce scure.
Le sue grida sono così acute che dai boschi più lontani le si possono udire, la sua è la voce di Asa, lei non teme per se stessa,
non può più farlo, la sua piccola vita le è stata strappata tanto tempo fa, lei teme per noi e grida per volere di Danu,
Asa conosce il male che porta seco il Re dalle scaglie graffiate.
Un fulvo lepre si desta poiché il bianco grido ha colpito le sue orecchie dal morbido pelo, costui è un umile fedele della Dea Danu
e percorre lesto le vie Ardane per proferire ad ognuno di quel che ha sentito.
Il notturno prosegue sempre più buio ed il gran pesce abissale ora ha emesso il suo richiamo, giungono in branco i suoi devoti pesci trombetta
dai dentini aguzzi e gli occhi luminosi, un esercito risvegliato da un antiguo torpore che segue il volere del suo Re,
un volere che riversa rancore addosso alla Dea Danu e ne aggredisce il Templio profanandolo.
Una vecchia ghiandaia scorge il fulvo lepre che beve alla fonte di Danu, gli si avvicina silente e severa, la vecchia ghiandaia è Nerissa,
colei che fu allontanata dal Templio Danuita dalle sue stesse consorelle e confratelli a causa del suo spirito indomito.
La vecchia ghiandaia guarda dubbiosa il fulvo lepre che si abbevera e prega per le sorti Ardane e poi gli svela un segreto...
"il Templio di Danu cela un grande potere! Tu fulvo lepre, sarai in grado di risvegliarlo o vacillerai quando giungerà il tempo del sacrificio ?"
La vecchia ghiandaia guarda diffidente il fulvo lepre e non lo crede capace o fedele abbastanza da poter compiere gesta in grado
di riaccendere il Templio profanato, ma la vecchia ghiandaia non conosce il contenuto del fulvo lepre e non sa che quest'ultimo
custodisce la confidia avvolta nel suo impenetrabile strato di fede.
Gli animali dei boschi Ardani sono ormai tutti allertati, la voce, nel sogno notturno si sparge veloce come il Khamsin,
ora tutta la fauna conosce gli avvenimenti e unita marcia verso il Templio profanato.
Ci sono tutti, le aquile, le fenici arancioni, i leoni, le tartarughe, gli unicorni, pure gli alberi e nella grande battaglia notturna, che sembra
non avere mai fine, il fulvo lepre viene scortato sulla cima del Templio profanato e li compie il suo atto di fede lasciandosi cadere nel vuoto..
il cuore ricolmo di confidia e nei pensieri una prece per ognuno,
Il buio nella caduta è scuro più del notturno stesso, non è un volo il suo, il fulvo lepre non sa volare e nella interminabile caduta i suoi occhi sono oramai chiusi,
un filo di lagrima ne riga il viso, ma sul suo muso un sorriso,
abbracciato dalla sua Dea egli non teme più nulla e ricorda della bianca civetta Asa,
dei pallini al cocco e di tutti gli altri animali dei boschi Ardani che ora combattono contro il malevolo esercito di pesci trombetta che sembrano
invincibili, quando nell'infinito cadere uno sfioro divino sul cuore supino sospende tutto, il tempo e la vita,
ora è Danu che parla con le figure e dona la vista di ciò che è accaduto e di come un Re amaro abbia ferito e rapito la sua pregiata Delfina Suelain
che oramai poverina è in catene da tanto e non basta un gran pianto per scioglierle via.
La fuori la fauna riunita nel segno comune del bene riceve la luce nel buio profondo, ora dal Templio sorge un potere che debilita il pesci trombetta ed i loro comandanti,
la Fauna di Ardania sconfigge il nemico, libera il Templio e soccore il fulvo lepre che per volere divino è ancora tra loro.
Il notturno trova confidia, ed i boschi di Ardania ritornano al consueto,
il tempo sognato scorre in avanti e poi torna indietro e poi fugge via mischiando i momenti..
ritrova le tre bisce scure colpevoli ancora di altri momenti molto salienti,
la battaglia nella cittadella infuocata, quella nelle viscere del villaggio micamorto e ancora un'altra battaglia nel sottoterreno della foresta del Trivio..
quante vicende la fauna di Ardania ha affrontato da allora..
..ma il sogno notturno non pare finito..
un male interiore tanto opprimente insiste nel buio del continente.
Un tavolo appare e alcuni animali seduti li attorno per conciliare..
Si spiega la voce di un grande raduno, l'aquila striata Vichorn lo ha reclamato e invita altri animali a partecipare,
la città dell'Aquila fa da contonro a quel che poi avviene,
ed entrano in fila gli unicorni neri Liam Carter e Maeve Adler,
le fenici Eru Silme, Thradiel Gadith e Clare Amarth con la grande fenice arancione Hickaru Phoenixflame,
il leone rosso Zet Nelddar con i leoni Fehres e Albert Demishon,
alla tavola non imbandita non mancano mica le aquile Jeremy Notch, Jolet Tudas, Skarlax Dagoth, Lothar Meir, Gavin Stanmore, Viktoria Tredahoe, Sidenius Rafael Agmar,
vi è pure la tartaruga Vento,
ed oltre a tutti costoro sono giunte anche la opossum grigia Kevires Valraun, Sacedotessa degli Eterni e la Faina blù Nyrna, Prioressa del Templio di Danu.
Così si discute e parla ognuno,
a volte il ruggito di alcuni animali rende difficile il comunicare,
si rischia così di litigare,
Suelain la cara Delfina, è di lei che si parla, poverina,
cercarla rischiando di farsi male stuzzicando così il gran pesce abissale ?
Con la sua ciurma potrebbe tornare,
non solo, ci trema la mano se proferiamo del Leviatano,
uno per faro, e sono sei quelli ormai spenti,
cercati per mare da alcuni credenti.
Cercare il Guardiano custode del mare per farsi aiutare?
O temere soltanto restando a pregare ?
Parole di fede e parole di veto, viene alla luce anche un Decreto..
è un notturno di Madrigale,
288 dell'Anno Imperiale,
un sogno animato da tanti animali,
tutti che inscenano quel che è accaduto,
nel tempo passato che tocca il presente,
il tempo del fato non resta muto.
Questo è il tempo della Tmesi..
la dove noi tutti siamo un unico frutto, coltivato per volere dei nostri Dei, scegliamo di separarci, tracciando diversi sentieri,
ognuno dei quali potrebbe non condurre alla medesima meta, poiché percorrendo diversi sentieri ci allontaniamo gli uni dagli altri,
guardando con diffidia coloro che non ci camminano accanto.