- Fri Mar 21, 2025 10:11 pm
#63063

20 Sùlimë, dodicesima parte della ventitreesima Fioritura.
Palude dei Ragni, Terre Selvagge.
Giorni turbati da azioni sconnesse e notti agitate da immagini feroci.
Non trovo pace, e non vi è riposo, e così come il corpo se punto da un morso di un ragno non riesce a trovare pace, ugualmente lo spirito non trova requie se a lacerarlo è dolore causato dalla loro Regina. Ma una lacerazione che espande il proprio veleno nel pensiero è difficile da debellare. Se ne esce segnati, per sempre.
L’ingresso nella tana dei ragni nei pressi della Cava Nera a Nolwe, insieme a coloro a cui è stata data l’etichetta di alleati, è stato forse un errore? Forse non si doveva mettere piede, non si doveva entrare con le armi sguainate? Forse ho sbagliato. O forse non ho capito e forse non ho bisogno di risposte, ma di nuove domande.
Cos'erano davvero quei cristalli? Perché le figlie della Regina dei Ragni mi hanno attaccato? Forse la corruzione di quei cristalli le ha distolte dalla sua egida. Non ho altre spiegazioni, non capisco perché sia stato attaccato. Perché siamo stati attaccati.
Una certezza è d'obbligo: Purificazione.
Come operare tuttavia in questa direzione? Cos’è d’altronde la fede se non nuove costanti ricerche di domande? Solo lo stolto cerca le riposte, è quindi altrove che devo muovere il mio sguardo.
Eppure la Dea mi concede ancora la possibilità di pregare per Lei, mi concede la possibilità di manifestare il suo potere attraverso la manifestazione della sua forza e della sua volontà concedendomi la compagnia delle sue Guardie e della sua Eco, che mi accompagnano ancora. Vuol dire che uno dei suoi occhi è volto ancora su di me. E su di noi.
Vuol dire che da me si aspetta ancora che io faccia qualcosa. Ed è innegabile che ci abbia messi alla prova, poiché questo è il suo modo di agire.
Era necessario che mi allontanassi dalla palude e dalla valle di Kelthra, per scoprire solo ieri sera che nel mondo sono disseminati innumerevoli segni del suo passaggio. Impensabili pareti di stanze celate sotto ruderi dimenticati mostrano segni del Suo passaggio. Lei c’era, era potente. Era dovunque. Ho accarezzato con le mie dita pareti scolpite da stirpi elfiche dimenticate che a Lei hanno dedicato la loro esistenza.
Forse devo ricominciare la ricerca dei Suoi luoghi di culto. Forse ho sbagliato a muovere la mia ricerca nei posti sbagliati, poiché di ricerca non si tratta, ma di pellegrinaggio. Forse devo solo riposarmi e affidarmi al caos che sussurra nella mia mente quando abbandono la ragione. Forse non è sulla superficie che poso trovare ciò che cerco, ma al di sotto. Non con gli occhi aperti, ma chiudendoli, poiché quando le palpebre si chiudono sempre più ricorrente è l’immagine di una tela di ragno con un'ombra di un elfo.
Nell’epiteto “Valië dormiente” è forse la chiave di tutto.

~ Eliandor Ynwe ~

20 Sùlimë, dodicesima parte della ventitreesima Fioritura.
Palude dei Ragni, Terre Selvagge.
Giorni turbati da azioni sconnesse e notti agitate da immagini feroci.
Non trovo pace, e non vi è riposo, e così come il corpo se punto da un morso di un ragno non riesce a trovare pace, ugualmente lo spirito non trova requie se a lacerarlo è dolore causato dalla loro Regina. Ma una lacerazione che espande il proprio veleno nel pensiero è difficile da debellare. Se ne esce segnati, per sempre.
L’ingresso nella tana dei ragni nei pressi della Cava Nera a Nolwe, insieme a coloro a cui è stata data l’etichetta di alleati, è stato forse un errore? Forse non si doveva mettere piede, non si doveva entrare con le armi sguainate? Forse ho sbagliato. O forse non ho capito e forse non ho bisogno di risposte, ma di nuove domande.
Cos'erano davvero quei cristalli? Perché le figlie della Regina dei Ragni mi hanno attaccato? Forse la corruzione di quei cristalli le ha distolte dalla sua egida. Non ho altre spiegazioni, non capisco perché sia stato attaccato. Perché siamo stati attaccati.
Una certezza è d'obbligo: Purificazione.
Come operare tuttavia in questa direzione? Cos’è d’altronde la fede se non nuove costanti ricerche di domande? Solo lo stolto cerca le riposte, è quindi altrove che devo muovere il mio sguardo.
Eppure la Dea mi concede ancora la possibilità di pregare per Lei, mi concede la possibilità di manifestare il suo potere attraverso la manifestazione della sua forza e della sua volontà concedendomi la compagnia delle sue Guardie e della sua Eco, che mi accompagnano ancora. Vuol dire che uno dei suoi occhi è volto ancora su di me. E su di noi.
Vuol dire che da me si aspetta ancora che io faccia qualcosa. Ed è innegabile che ci abbia messi alla prova, poiché questo è il suo modo di agire.
Era necessario che mi allontanassi dalla palude e dalla valle di Kelthra, per scoprire solo ieri sera che nel mondo sono disseminati innumerevoli segni del suo passaggio. Impensabili pareti di stanze celate sotto ruderi dimenticati mostrano segni del Suo passaggio. Lei c’era, era potente. Era dovunque. Ho accarezzato con le mie dita pareti scolpite da stirpi elfiche dimenticate che a Lei hanno dedicato la loro esistenza.
Forse devo ricominciare la ricerca dei Suoi luoghi di culto. Forse ho sbagliato a muovere la mia ricerca nei posti sbagliati, poiché di ricerca non si tratta, ma di pellegrinaggio. Forse devo solo riposarmi e affidarmi al caos che sussurra nella mia mente quando abbandono la ragione. Forse non è sulla superficie che poso trovare ciò che cerco, ma al di sotto. Non con gli occhi aperti, ma chiudendoli, poiché quando le palpebre si chiudono sempre più ricorrente è l’immagine di una tela di ragno con un'ombra di un elfo.
Nell’epiteto “Valië dormiente” è forse la chiave di tutto.


~ Eliandor Ynwe ~