- Sat Jan 06, 2024 11:08 am
#59246
- Come dunque vi diceva - cominciò a spiegare il mastro d'arme - io ero a Nosper nelle ore in cui passavano gli orchi, che Crom possa strozzarli in cuna.
- Vi sarà stato, immagino, qualche combattimento al Trivio - interruppe Joakin.
- Per far combattimenti ci vogliono uomini e armi, e forse alla locanda si stava ad armi come Tabor stava a' calzoni, che dicono non ne avesse punto. Però a frugar qualche difesa si trova eccome, ma certi catenacci di mura e cancelli che un titano sopra un suo compagno non le scavalcherebbe. E sì che la guarnigione lì a difesa era stata raccomandata di non abbassare la guardia dopo la comparsa dei portali; non è sopravvissuto nessuno che abbia lingua umana per poter raccontare come han perso la battaglia contro l'orda di centinaia e centinaia di orchi alle cui voci non solo le ninfe ispiratrici, ma spaventati fuggirebbero i falchi dalle altissime vette ove annidano. Chi è scappato, prima di un più ampio resoconto, ha fatto solo intendere che <<Mandato è questo esercito per nostro sommo infortunio e forse per ira degli dèi immortali>>.
- E vennero davvero questi orchi?
- Domandate piuttosto ai nibbi se vengono volentieri al pollaio.
- Ma dico io la modalità di questa calata?
- La modalità l'hanno cavata fuori con alte torri mobili e forse un portale all'interno delle mura di modo che i cancelli venissero aperti, mentre quei demoni di genieri facevano pian piano buchi nelle fortificazioni; non sazi della locanda si sono spinti poi oltre l'eldrin e insieme verso Seliand, che però pare abbia retto. Io, come v'ho detto, ero in Nosper alla ventiduesima ora e la notizia dell'invasione era appena arrivata alla capitale dai cavalieri dell'alba e da lì fin anche al Doriath e a Loknar, in seguito c'erano persino i Qwalayr a saperlo e accorrere in aiuto. Non passò che una decina di clessidre prima che arrivasse il panico tra i nosperini che solo immaginavano l'orco come un barbaro e non ben peggiore come effettivamente è: già vedevano saccheggiata ogni abitazione; i terrazzani malmenati, percossi, feriti mortalmente; arse le travi; rotte le stoviglie; pieno ogni angolo di brutture, di stupri; sparso per le strade, i crocicchi, le stanze un fetor tetro e somigliante alla lor crudeltà; incendiati in campagna i tuguri, recisi gli alberi, calpestate le biade, dispersa la vendemmia, grande ricchezza della regione; spezzati e gettati alle fiamme i tini ed i rustici arnesi. Da ogni parte assordano i tamburi e i timballi umani; da ogni parte grondano le lacrime degli infelici abitatori. Che peggio avrebbe fatto Surtur se avesse preso d'assalto queste terre?
- Se fosse scoppiata una saetta a loro piedi non sarebbero rimasti più spaventati, come alla saputa di quella notizia. Fu un cunsultar tumultuoso, un affollar precipitoso di pareri e alla fine si è deciso di spiccar un contingente di valorosi a bloccare l'orco al ponte di Nosper. Mi sono unito alle prima avanguardia guidata da Skarlax con la speranza che mi reggesse il ginocchio; e fino alle porte sfondate del Trivio lo ha fatto. Fattostà che dopo ore, al mio ritorno da infortunato alla capitale confermavo notizie nefaste: vidi la locanda saccheggiata, orchi che sulle poche mura rimaste avevan piazzato grandi balliste, i campi devastati, nulla santo, nulla sicuro; una o più legioni, forse tutti i clan insieme, gran quantità di armi d'assedio e genieri che le manovravano, cariche di titani orcheschi che un generale esperto non avrebbe saputo gestire meglio. Solo oltre il ponte di Nosper hanno incontrato vera resistenza e han dovuto fermarsi a capire dove ridirigere gli attacchi e designare il cammino; onde per la strada che da Nosper mette in Monastero, passassero in poco tempo a Seliand, dopo esser piombati sul nostro paese. In un momento la locanda fu a sacco.
- Dunque erano arrivati al Monastero? - chiese uno dei presenti.
- Per Crom, che li confondi in eterno, no; e loro ebbero la grazia a poter dalla fortezza difender Seliand e venir poi ad assediare il Trivio con noi altri. Non so, in vita mia, d'aver mai fatta tanta forza con l'ascia da maneggiar a due mani, come l'altra sera; e anche il mio compagno che guidava la prima avanguardia, ho saputo poi che fu anche preso ostaggio da quei luridi, ma ha salvato le penne. I moli di Sareen erano gremiti di gente, accorsi a sentire le notizie e a vedere come andava la battaglia, che a sprazzi durò l'intera notte e il giorno successivo, ancora va avanti; e a combatter tra poco tornerò, finito questo! - concluse di parlare versandosi un ultimo bicchiere di vino.
— Eh! orco — il taverniere gli gridò al Thorris — non mi sciupate il vino per terra.
Di fatti aveva versato più d'un mezzo bicchiero sul suolo; con tutto il sangue freddo, che cercava conservare a quella scena, non aveva potuto far a meno di tremargli la mano nel mescer da bere.
- Vi sarà stato, immagino, qualche combattimento al Trivio - interruppe Joakin.
- Per far combattimenti ci vogliono uomini e armi, e forse alla locanda si stava ad armi come Tabor stava a' calzoni, che dicono non ne avesse punto. Però a frugar qualche difesa si trova eccome, ma certi catenacci di mura e cancelli che un titano sopra un suo compagno non le scavalcherebbe. E sì che la guarnigione lì a difesa era stata raccomandata di non abbassare la guardia dopo la comparsa dei portali; non è sopravvissuto nessuno che abbia lingua umana per poter raccontare come han perso la battaglia contro l'orda di centinaia e centinaia di orchi alle cui voci non solo le ninfe ispiratrici, ma spaventati fuggirebbero i falchi dalle altissime vette ove annidano. Chi è scappato, prima di un più ampio resoconto, ha fatto solo intendere che <<Mandato è questo esercito per nostro sommo infortunio e forse per ira degli dèi immortali>>.
- E vennero davvero questi orchi?
- Domandate piuttosto ai nibbi se vengono volentieri al pollaio.
- Ma dico io la modalità di questa calata?
- La modalità l'hanno cavata fuori con alte torri mobili e forse un portale all'interno delle mura di modo che i cancelli venissero aperti, mentre quei demoni di genieri facevano pian piano buchi nelle fortificazioni; non sazi della locanda si sono spinti poi oltre l'eldrin e insieme verso Seliand, che però pare abbia retto. Io, come v'ho detto, ero in Nosper alla ventiduesima ora e la notizia dell'invasione era appena arrivata alla capitale dai cavalieri dell'alba e da lì fin anche al Doriath e a Loknar, in seguito c'erano persino i Qwalayr a saperlo e accorrere in aiuto. Non passò che una decina di clessidre prima che arrivasse il panico tra i nosperini che solo immaginavano l'orco come un barbaro e non ben peggiore come effettivamente è: già vedevano saccheggiata ogni abitazione; i terrazzani malmenati, percossi, feriti mortalmente; arse le travi; rotte le stoviglie; pieno ogni angolo di brutture, di stupri; sparso per le strade, i crocicchi, le stanze un fetor tetro e somigliante alla lor crudeltà; incendiati in campagna i tuguri, recisi gli alberi, calpestate le biade, dispersa la vendemmia, grande ricchezza della regione; spezzati e gettati alle fiamme i tini ed i rustici arnesi. Da ogni parte assordano i tamburi e i timballi umani; da ogni parte grondano le lacrime degli infelici abitatori. Che peggio avrebbe fatto Surtur se avesse preso d'assalto queste terre?
- Se fosse scoppiata una saetta a loro piedi non sarebbero rimasti più spaventati, come alla saputa di quella notizia. Fu un cunsultar tumultuoso, un affollar precipitoso di pareri e alla fine si è deciso di spiccar un contingente di valorosi a bloccare l'orco al ponte di Nosper. Mi sono unito alle prima avanguardia guidata da Skarlax con la speranza che mi reggesse il ginocchio; e fino alle porte sfondate del Trivio lo ha fatto. Fattostà che dopo ore, al mio ritorno da infortunato alla capitale confermavo notizie nefaste: vidi la locanda saccheggiata, orchi che sulle poche mura rimaste avevan piazzato grandi balliste, i campi devastati, nulla santo, nulla sicuro; una o più legioni, forse tutti i clan insieme, gran quantità di armi d'assedio e genieri che le manovravano, cariche di titani orcheschi che un generale esperto non avrebbe saputo gestire meglio. Solo oltre il ponte di Nosper hanno incontrato vera resistenza e han dovuto fermarsi a capire dove ridirigere gli attacchi e designare il cammino; onde per la strada che da Nosper mette in Monastero, passassero in poco tempo a Seliand, dopo esser piombati sul nostro paese. In un momento la locanda fu a sacco.
- Dunque erano arrivati al Monastero? - chiese uno dei presenti.
- Per Crom, che li confondi in eterno, no; e loro ebbero la grazia a poter dalla fortezza difender Seliand e venir poi ad assediare il Trivio con noi altri. Non so, in vita mia, d'aver mai fatta tanta forza con l'ascia da maneggiar a due mani, come l'altra sera; e anche il mio compagno che guidava la prima avanguardia, ho saputo poi che fu anche preso ostaggio da quei luridi, ma ha salvato le penne. I moli di Sareen erano gremiti di gente, accorsi a sentire le notizie e a vedere come andava la battaglia, che a sprazzi durò l'intera notte e il giorno successivo, ancora va avanti; e a combatter tra poco tornerò, finito questo! - concluse di parlare versandosi un ultimo bicchiere di vino.
— Eh! orco — il taverniere gli gridò al Thorris — non mi sciupate il vino per terra.
Di fatti aveva versato più d'un mezzo bicchiero sul suolo; con tutto il sangue freddo, che cercava conservare a quella scena, non aveva potuto far a meno di tremargli la mano nel mescer da bere.
pg Napin Thorris