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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By Malynna Lethduwe
#56091
21 Forense 287, secondo la conta atana

La mezzelfa si svegliò nel suo letto in un bagno di sudore, la mano stretta convulsamente al uno dei pilastri alla testata del letto.
Era stata una notte difficile al rientro da Ilkarin: ricordava poco e niente della cerimonia dopo i canti rituali, compresi i sogni di quella lunghissima notte. Il mare occidentale in tempesta, odore di salsedine e schegge di legno a ferirle i palmi: sale sulle sue ferite; Venicius che le tendeva la mano incapace di raggiungerla e la sensazione di soffocare mentre il faro del porto di Tortuga svettava su di lei minaccioso. Caldo opprimente, una figura ammantata di verde, occhi neri e il dolore di una coltellata al basso ventre. Urlava piegata sulla seta dei tappeti che lei stessa aveva tessuto mentre di fronte a lei sfilava un carosello di volti come un ricordo troppo potente per essere evocato restando lucida. La donna dalla maschera di onice e ambra con gli occhi come le tigri del deserto la guardava tendendole la mano, istintivamente aveva allungato il palmo verso di lei ipnotizzata e inerme allo scintillio del pugnale tra le dita di lei fin quando una mano guantata di pelle rossa non si era frapposta allontanando la figura nel nucleo nero opaco di uno spazio senza tempo. Aveva invano cercato di raggiungerla precipitando per un momento che era sembrato infinito, l'istante dopo era sdraiata su un prato. Aveva goduto della senzazione dell'erba fresca tra le dita dei piedi e aveva aperto gli occhi su un cielo pieno di costellazioni che non conosceva.
Una parola risuonava nell'aria e nella sua mente... "Strega".

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Si era alzata controvoglia, l'aria nella stanza era gelida nonostante il clima mite del Doriath, le lanterne e i due candelabri ai piedi dell'altare spenti.
Aveva indossato distrattamente la prima cosa che aveva trovato e si era inginocchiata davanti al suo altare riaccendendo le candele con uno schiocco di dita per gli atti di devozione mattutina. "Signora delle Maree, salvami dalle tempeste di mia breve esistenza. Proteggimi dai venti che mi allontanano dai miei obiettivi e conducimi su rotte sicure" sussurrò sciacquandosi le mani nel bacile di acqua marina per poi segnarsi la fronte. La fiamma dei candelabri languì fino a spegnersi.

Il demone la inseguì fino all'angolo della stanza, cercò di fuggire ma un solo sguardo avvelenò il suo sangue prostrandola... "Feanor", riuscì a sussurrare prima di cadere a terra. Si era svegliata col Primo Paladino che le asciugava le labbra dal liquido arancione iridescente, costernato, Machival li guardava corrucciato.
"Primo..."
"Sei di nuovo tra noi, cara"
"Cosa...?"
L'elda aveva scosso la testa, serio: "A nulla è servito contro i veleno il potere dei Valar ne quello degli Dei Atani"
La mezzelfa cercò di alzarsi poggiandosi al bastone, una parola risuonava di nuovo nella sua testa pronunciata da due voci diverse con toni opposti... "Strega"
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By Malynna Lethduwe
#56192
8 macinale 287, secondo la conta Atana.

Arrancò verso casa cercando di coprirsi la testa col cappuccio del mantello: quel gesto bruciava più delle ferite che le avevano inferto. Irritata cerò di togliersi la polvere dalle vesti con il solo risultato di insozzare i tappeti, lacrime di frustrazione e rabbia le lasciavano righe nette sulle guance sporche.
Tre colpi delicati alla porta la distrassero dai pensieri distruttivi di cui era preda, silenziosa e guardinga salì al piano di sopra per guardare chi fosse dal terrazzo: un cavallo bianco brucava sereno l'erba vicino al suo Ostard, nessun malintenzionato si sarebbe palesato in modo così lampante.
Quando aveva aperto Faramir la guardava dalla cornice della porta, "Posso entrare?"
Gli fece cenno di avvicinarsi.
"Come stai?"
"Ho avuto momenti migliori"
"Sono arrabbiato per ciò che è accaduto"
"Per questo tu stanotte dormirai a casa mia, davanti alla mia porta"
"Lo farò, ma dobbiamo fare qualcosa e vendicarci come il Padre insegna"
Gli indicò i cuscini e il Telero si sdraiò incrociando le mani dietro la testa. Lei sedette, dritta come il fuso a cui si accingeva a lavorare, rigida e tesa come il filo di lino mentre lui rispettava il suo bisogno di silenzio.
Lo sentiva, inquieto, cambiare posizione sui cuscini finchè non si era alzato.
"Posso?"
"Devi solo scostare la tenda, vieni."
"Sei piu tranquilla?"
"Abbastanza"
"Ricordati che vivo nella casa che confina con la tua"
"Lo so"
"E sarò sempre al tuo fianco"
"Faramir, dobbiamo difenderci a vicenda. E' diventato urgente"
"Assolutamente, questa non sembra una bella zona"
"Un tempo era un luogo tranquillo, sai?"
"Chiederemo all'Ammiraglio un piantone fisso al ponte"
"Sono d'accordo"
"Stanno succedendo tante cose Malynna"
"Io voglio stare tranquilla almeno a casa mia come tu devi esserlo a casa tua" rispose lei gettando il fuso in un angolo con un gesto di stizza "Adesso basta!"
"Non ti preoccupare, cara, finchè questa vicenda non sarà conclusa e non tornerà la serenità di sempre saremo, come hai detto tu uno lo scudo dell'altra"
La mezzelfa si girò a fissarlo, il Paladino resse il suo sguardo.
"Mi hanno tagliato i capelli. Mi hanno umiliata, Faramir, ferita" disse abbassando il cappuccio mostrando il capo.
L'elfo sospirò mettendole una mano sulla spalla nel tentativo di confortarla, la mezzelfa poggiò per un istante la testa sulla sua spalla espirando.
"Io mi vendicherò. Oggi 8 Macinale 287..."
La strinse al petto d'impulso, come ad impedirle di parlare "Malynna-sussurrò-non fare promesse che non puoi mantenere!"
La maga lo allontanò da se guardandolo seria poi estrasse il suo falcetto da erborista in argento dalla manica della tunica.
Lentamente fece scorrere lo fece scorrere sul polso destro, osservando il sangue colare mentre lui la guardava in silenzio.
"Io, Malynna Lethduwe della Casata Da Mora, giuro oggi che mi vendicherò"
L'elfo la guardò impassibile... "Nel nome del Padre la Vendetta sarà la tua rinvicita"
Cercò gli occhi di lui tendendo la mano, il sangue gocciolava sul pavimento nel silenzio come i rintocchi di una pendola rotta... Lui prese la piccola mano tra le sue, poggiò due dita sul polso di lei e con le dita sporche tracciò un simbolo sulla fronte della mezzelfa.
La maga chinò il capo, incapace di parlare mentre osservava di nuovo quella mano guantata di rosso come in un sogno troppo vivido.
Si segnò.

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"Vendicati come il Padre suggerisce di fare"
"Che il Padre mi protegga e ascolti le tue parole"
Il telero mormorò alcune parole in onore di Suldanas, poggiando la sua fronte su quella di lei.
"Andiamo..."
Un ululato risuonò in lontananza nel silenzio della notte di Rotiniel.

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By Malynna Lethduwe
#56733
19 Adulain 287, secondo la conta Atana

Sedeva con la Matriarca Fanie su una panca della piazza godendosi il clima mite della primavera nel Doriath, idea che apparentemente alla Perla riscuoteva un certo successo visto che poco dopo a loro si unirono il Primo Astro e Finnlass, Osservando i Sacerdoti che la circondavano si disse che saebbe stata sciocca a rinunciare a una occasione simile.
"Primo Astro, Matriarca, Finnlas... Vorrei approfittare del vostro tempo per approfondire la mia conoscenza sulla dottrina e le tradizioni del Doriath. Non capita spesso di avere l'onore di essere circondati da tante personalità di spicco"
Isil la aveva guardata: "Stai ancora attraversando una fase di dubbio?
"l mio cuore è saldo ma le mie conoscenze sono poche. Come Istar il mio approccio rimane di tipo.. accademico diciamo. Ho fatto uno strano sogno la notte della Cerimonia a Ilkorin"
Aveva raccontato quanto era successo quella notte, i luoghi e i volti, la stanza fredda al mattino e la paura di mettersi in mare da sola... Quel terrificante senso di abbandono.
Fanie la aveva guardata sorridendo.
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Il Primo Astro aveva annuito lentamente
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Avevano poi parlato di quella domanda scomoda che molti mesi prima la Mezzelfa aveva posto alla Somma Sacerdotessa di Loknar e a Fanie, preoccupata per la sorte della sua anima di creatura ibrida dopo la morte, del Tulip e del Ritorno.
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Poi il Primo Astro si era alzata invitandola a seguirla, dirigendosi verso il Tempio. Arrivate sul bordo della fontana aveva lasciato gli stivali sul selciato ed era entrata nell'acqua con Fanie, tendendole la mano.
Malynna la aveva guardata esitando un istante, poi aveva appoggiato la punta delle dita alle loro aiutandosi mentre anche lei entrava lentamente nell'acqua.
"Ora sdraiati" disse Isil indicando l'acqua
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L'acqua la cullava dolcemente impedendo alle parole della Sacerdotessa di essere colte con precisione dalle sue orecchie, la litania le provocò un progressivo stato di torpore.
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Quando aveva riaperto gli occhi era certa di non voler rinunciare a quella senzazione di calore che la pervadeva.
"Vorrei passare la notte qui, se è possibile"
Sorridendo le due Eldar la avevano accompagnata alla statua nella Cattedrale, aiutandola ad accomodarsi davanti alla statua di Morrigan e ponendole una coperta sulle spalle.
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Una lunga notte di sogni la attendeva.
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