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Qui i giocatori di The Miracle lasciano imprese, poesie, narrare eventi e grandi avventure avvenute e in svolgimento su Ardania. Linguaggio strettamente ruolistico.

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By Selva
#54747
5 Dodecabrullo 286
In serata raggiungiamo col traghetto Loknar per una spedizione congiunta a Zarr Vagor, completata in poche ore e senza fatica, mentre poi tornando in città, ho fatto visita alle celle con il Sommo Dramus per assicurarmi che il prigioniero stesse recuperando le forze e la vista, come prevedeva anche Hickaru. Le sue condizioni sembrano migliorare di ora in ora, anche a causa della nutriente dieta che non si addice a chi ha contemplato e portato a termine tutti quegli omicidi, e in effetti sembra che gli sia tornata la vista e il senno, visto che quando il sommo gli ha chiesto se era pronto per fare quello che "era stato deciso", ha detto che avrebbe potuto farlo anche la sera seguente; dunque c'è un piano che bolle in pentola e i preparativi possono iniziare.
Appunti di sfogo
Passando da Deanad, prima di cenare a palazzo, ho incontrato alcuni abitanti di darkhold intenti a debellare gli orrori carnosi e mi unisco a loro per cercare di abbatterne uno sanguinolento, ma con grande sorpresa notiamo che la loro forza e resistenza è aumentata ulteriormente e abbiam capito che senza l'aiuto di chierici di supporto non ce l'avremmo fatta; salutati gli amici, finisco dunque il giro di ronda verso il bosco del trivio. Le cose vanno di male in peggio per la valle.

7 dodecabrullo 286
In serata viene organizzata una spedizione dal capitano Lyvar per prendere informazioni sul campo di battaglia contro gli orrori di carne che infestano i dintorni di Deanad e ormai sono arrivati fino al ponte di Nosper. Prima di cominciare abbiamo cercato anche l'appoggio dei signori di Darkhold, che temono di rimanere intrappolati presto in quelle nebbie che si espandono. Dopo poco tempo e qualche incidente, siamo raggiunti dai nordici e djare, che stavano per sfondare in terra amoniana: riusciamo quindi a spazzare via in poco tempo la decina di ammassi di carni ambulanti e decido in seguito con altri di unirmi alla loro spedizione nelle terre amoniane, togliendo il manto e indossando per precauzione un bavaglio, per non dare motivo al regno di imbarazzo in caso si dovesse cercare una tregua, ma allo stesso tempo dare un motivo valido ad amon per accettare quella potenziale tregua: la minoranza numerica schiacciante. Siamo arrivati fino alle mura, senza trovare nessuno, se non qualche spaesato contadino o minatore, e una delegazione di cavalieri dell'alba che è rimasta qualche minuto a congiurare gli scontri e avvertire poi gli amoniani che eravamo fuori i cancelli dell'ovest, anche se poi abbiamo provveduto noi stessi, lasciando messaggi chiari. Hanno preferito restare dentro le salde mura per questa sera, forse impauriti dal numero di "sassi rotolati" dalla baronia. Purtroppo però in tarda serata, tornando sulla nostra sponda dell'Aben abbiamo visto che già gli ammassi di carne si erano riformati.
Appunti di sfogo
Adesso che i morti avanzano inesorabili con le loro orribili avanguardie, darkhold rischia di trasformarsi in una trappola senza via di uscita, e quei monti che prima la proteggevano e facevano da mura, a breve si tramuteranno in sbarre rocciose da cui sarà impossibile evadere, per cui si sta già organizzando una possibile evacuazione. Anche solo l'idea di non poter più accedere ai luoghi dove sono cresciuto mi rattrista nel profondo e voglio pensare che troveremo una soluzione prima che ciò accada inesorabilmente.

8 Dodecabrullo 286
Ho incontrato stamane, dopo la ronda mattutina, Ty in miniera, l'amico di Thoms, che mi aveva avvicinato l'altra settimana in cerca di materie prime. Ne ho approfittato per approfondire la sua conoscenza e mi sembra un tipo da tenere d'occhio, ma voglio affrettarmi a trascrivere il dialogo come me lo ricordo, perché, forse per il tempo critico, abbiamo entrambi usato molta franchezza. La nostra discussione è andata pressappoco così:

Dialogo mattutino grondante

Napin Thorris: Di cosa vi occupate? So che è una brutta domanda, neanche a me piace di solito...
Ty Del: bah amico.. questa storia della miniera è temporanea!sono un uomo d'azione!
Ty Del: *ah ha!*
Ty Del: *posa plastica*
Napin Thorris: azione?
Ty Del: cerco l'avventura!
Napin Thorris: avventuriero?
Ty Del: il rischio
Ty Del: *gesticola*
Napin Thorris: *annuisce grondando di sudore*
Ty Del: cerco fortuna!
Napin Thorris: avete provato anche nei fiumi ?
Ty Del: nei fiumi?
Napin Thorris: ho sentito che molti trovano oro e gemme in abbondanza
Ty Del: *oooh!*
Ty Del: che storia è questa?
Ty Del: *si avvicina interessato*
Napin Thorris: ah molto semplice: noi vallani una volta ci arragiavamo come potevamo
Ty Del: *Suda*
Napin Thorris: setacciare i fiumi in cerca di rifiuti utili a noi altri e ogni tanto si trovava anche dell'oro sedimentato
Ty Del: uhm...
Napin Thorris: beh
Ty Del: forse potrei costruire un setaccio e provare
Napin Thorris: per chi non si dava al brigantaggio, sottointeso
Ty Del: *ridacchia*
Napin Thorris: vi è mai capitata una brutta storia?
Ty Del: di che tipo?
Napin Thorris: di briganti
Ty Del: uhm.. no amico
Napin Thorris: *Suda*
Ty Del: sono incappato in qualche brigantello qui fuori i boschi ma... li ho sistemati!
Ty Del: *impettito*
Napin Thorris: *sorride*
Napin Thorris: quali?
Ty Del: bah gentaglia... sai...
Napin Thorris: fuori dal trivio?
Ty Del: si a nord del trivio per esempio
Napin Thorris: quelli sono poco organizzati
Ty Del: oh si
Napin Thorris: gente che ha fame
Ty Del: ce ne sono altri? Più.. organizzati?
Napin Thorris: rifiuti del regno che cercano vendetta, sì
Ty Del: *oh!*
Napin Thorris: le fogne sono piene.
Ty Del: le fogne?
Napin Thorris: a ovest del trivio anche... Al momento combattono con le streghe di katah, ma sono ancora ben organizzati e armati con ferro ben battuto.
Ty Del: oh.. beh spero di non incontrarli allora!
Ty Del: *ridacchia*
Napin Thorris: beh, avete detto avventuriero; che genere di avventure?
Ty Del: beh si... un conto è rischiare...un conto è rimetterci le penne! diciamo che preferisco avventure dove si combatte poco!
Napin Thorris: già
Napin Thorris: *Suda*
Napin Thorris: e si guadagna tanto magari!
Ty Del: *ah ha!*
Ty Del: mi hai capito al volo!
Napin Thorris: allora fa per voi l'isola smeraldo
Ty Del: *oh!*
Ty Del: correggimi se sbaglio
Napin Thorris: cosa fate tirate d'arco?
Napin Thorris: *a caso*
Ty Del: oh si... ci sto lavorando su!
Napin Thorris: *oh!*
Ty Del: *mostra l'arco*
Napin Thorris: davvero? Capisco
Ty Del: o questi ferri qui...
Ty Del: *fa roteare un pugnale e lo riafferra*
Napin Thorris: e con le serrature come ve la cavate?
Ty Del: uhm...
Ty Del: Non so di che parli amico!
Napin Thorris: *ah!*
Napin Thorris: perchè l'isola smeraldo è ricca di forzieri, ma la minaccia maggiore forse sono gli odic
Ty Del: uh!
Napin Thorris: da gestire oltre ovviamente alle piante grosse...
Ty Del: sembrano creature minacciose
Napin Thorris: ah certo, da solo non andrete avanti di molto
Ty Del: magari quando le acque si saranno calmate, organizzerò una spedizione! darò un'occhiata
Napin Thorris: *Suda*
Napin Thorris: *annuisce concentrandosi poi sul lavoro*
Ty Del: Hai chiuso qualche affare col nostro amico dunque?
Napin Thorris: no, ma abbiamo parlato
Ty Del: *ah ha!*
Napin Thorris: mi ha spiegato la vostra situazione
Ty Del: la mia?
Napin Thorris: ah no, della compagnia
Ty Del: alcuni di loro mi vogliono morto!
Napin Thorris: e chi? di grazia
Ty Del: oh è una storia lunga
Napin Thorris: capisco
Ty Del: il pazzo con la scopa! è fuori di testa!
Napin Thorris: ...Eckard
Ty Del: *ah ha!*
Napin Thorris: lo conosco bene e anche la scopa
Ty Del: meglio che me ne sto buono qui in città al momento! oh, ehi, non dirgli che son qui!
Napin Thorris: che gli avete fatto?
Ty Del: l'altra sera è venuto a cercarmi! per farmi la pelle.
Ty Del: *sputa in terra*
Napin Thorris: ah!
Ty Del: mah è solo un pazzoiode paranoico!
Napin Thorris: lasciate che ci parli
Ty Del: pensava stessi origliando le sue bagianate...
Ty Del: *gesto vago*
Ty Del: oh no no... ci sta pensando già qualcuno!
Napin Thorris: gli scriverò
Ty Del: non preoccuparti amico
Napin Thorris: ah, beh...
Ty Del: credo le cose si sistemino in breve tempo
Ty Del: *Suda*
Napin Thorris: se avesse voluto uccidervi, state pur certo che ci sarebbe riuscito
Ty Del: *alza le spalle*
Napin Thorris: è stato un avvertimento probabilmente
Ty Del: bah bah... me la pagherà un giorno
Ty Del: *ridacchia*
Napin Thorris: anche io volevo fargliela pagare quella sera....
Ty Del: uh?
Napin Thorris: alla sirena stonata....
Napin Thorris: *accenna*
Napin Thorris: quella scopa me l'ha....
Napin Thorris: *accenna*
Napin Thorris: lascia stare
Ty Del: *alza le spalle *
Napin Thorris: mettetevi a posto con Eckard
Ty Del: bah bah vedremo
Napin Thorris: *Suda*
Ty Del: hai conosciuto un tale di nome pewis pewik, pewek? bazzica qui la miniera
Napin Thorris: sì
Ty Del: che tipo è?
Napin Thorris: bravo ragazzo... sulla ventina, meno forse
Ty Del: uhm..
Napin Thorris: è di nosper
Ty Del: sai di che si occupa?
Napin Thorris: beh...
Napin Thorris: so che cerca lavoro in città forse per comprare casa ai bassifondi, vorrà trasferirsi con i genitori da nosper alla capitale, immagino
Ty Del: perchè proprio ai bassifondi?
Napin Thorris: perchè nosper non se la vede bene, gli orrori di carne sono arrivati fino al ponte che dà al trivio
Ty Del: si dico.. perchè non in rioni più dignitosi?
Napin Thorris: o poco ci manca
Napin Thorris: *sorride*
Napin Thorris: perchè città vecchia costa poco è vicina alla miniera
Ty Del: *ah!*
Napin Thorris: c'è un mercato, una locanda
Ty Del: quanto costa una bettola qui?
Napin Thorris: poco, centomila circa
Ty Del: *fischia*
Ty Del: ad averceli!
Napin Thorris: ah, se diventate cittadino li farete in poco meno di qualche settimana o prima se andiamo all'isola smeraldina con i lord
Napin Thorris: *Suda*
Napin Thorris: e compagnia bella...come vi dicevo quell'isola è vicina e racchiude ricchezze aldilà anche dei forzieri
Napin Thorris: *accenna*
Ty Del: mi sembra allettante
Ty Del: *sbuffa*
Napin Thorris: ad esempio...
Ty Del: ...mi si è sfasciato il piccone
Ty Del: posso farti una domanda franca amico?
Ty Del: *Suda*
Napin Thorris: certo
Ty Del: non sei un pò troppo sveglio per stare tra questi damerini di città? senza offesa alcuna sia chiaro...
Napin Thorris: che intendete, se potete spiegarvi meglio?
Ty Del: oh.. sembri uno che la sa lunga su molte cose, no?
Napin Thorris: *Suda*
Napin Thorris: mmmh, beh, a quel tempo... La valle era molto giovane, diciamo che il piccone in braccio al minatore era la sua difesa. Il verde brillante dei ramoscelli appena piantati da Laida, dimostrava in modo lampante l'esistenza della dea, di althea che benedice i campi e fa crescere la vita dopo la morte. A quel tempo io ero un ragazzo...leggevo con Zita...e fischiavo alle donne...
Napin Thorris: *racconta*
Napin Thorris: ma avevo già un forte ideale
Ty Del: *ascolta*
Napin Thorris: se avessi potuto scegliere tra la vita e la morte, tra la giustizia e la fama, avrei scelto hammerheim
Napin Thorris: *accenna*
Napin Thorris: tra il brigante e il martello, la differenza salta agli occhi: il martello ha la strada segnata; il brigante puo' scartare di lato e cadere. Questo decise la sorte di un affetto, l'avvenire dei miei sogni e il mio mestiere
Napin Thorris: *sorride*
Napin Thorris: mi ricordo ...un pomeriggio triste, col mio amico bronzosedere, famoso procrastinatore...
Ty Del: *ridacchia*
Ty Del: Bronzosedere..Bel nome!
Napin Thorris: ...a contemplare, sul ciglio della strada del re, hammerheim... diminuzione dei furti...farla pagare a chi ammazza...mi ritrovo adesso qualche anno dopo, un contratto con il regno e un codice da far rispettare nelle westlands.
Napin Thorris: *spiega*
Ty Del: beh hai messo la testa a posto...si cresce dopotutto!
Napin Thorris: pensate che faccio male?
Ty Del: no amico.. anzi ognuno decide il proprio destino!
Ty Del: *ah ha!*
Napin Thorris: *Suda*
Ty Del: col volere dei giusti
Napin Thorris: purtroppo la situazione non è come me l'aspettavo, visto che i morti avanzano e distruggono tutto...e adesso la valle dove sono nato rischia di rimanere intrappolata da quei monti che prima la proteggevano
Ty Del: brutto fattaccio certo... e lì la gente non pensa di evacuare il villaggio? Io me la filerei a gambe levate
Napin Thorris: ne ho parlato coi signori della valle proprio ieri...
Reggente: *nitrisce comunicando che ha fame*
Napin Thorris: mmh
Ty Del: uh
Napin Thorris: mi potete aiutare?
Ty Del: uhm... Qui bello!
Ty Del: *fischia*
Ty Del: Qui bello!... Sembra non ascoltarmi
Ty Del: *Suda*
Reggente: *Si libera, facendo cadere tutti i carichi, dimenandosi*
Ty Del: mi spiace
Napin Thorris: *annuisce*
Napin Thorris: *Suda*
Napin Thorris: vado a parlare con l'allevatore...
Ty Del: te lo tengo d'occhio!
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By Selva
#54833
Continuazione 8 Dodecabrullo 286
Verso la decima ora ci inoltriamo con un gruppo di circa sei persone più il prigioniero nei fondi delle fogne, dove raggiungiamo poi gli antri pieni di gemme smeraldine opache e il vicolo cieco. Alle parole elfiche del prigioniero "Andon furin apanta imle sin atarme" la parete rocciosa sembra aver risposto aprendo un passaggio abbastanza largo per consentire il passaggio. Nella sala successiva oltre a lame rotanti e trappole piazzate abbiamo trovato una scalinata e architettura in stile elfico, e al di sopra di essa due portoni chiusi che secondo la testimonianza del prigioniero " si apriranno solo in presenza di un Da Silva". Dunque sulla via del ritorno setacciamo la zona per trovare eventuali trappole e le disarmiamo, per agevolare una futura spedizione. Al ritorno in superficie vengo convocato dal capitano Lyvar per andare a fare rapporto direttamente a palazzo reale, insieme a lui e al sommo. Quando finiamo di dare le ultime notizie al Sire e torniamo alla piazza, io mi reco alla locanda dei bassifondi per qualche clessidra, mentre il capitano, tornato in caserma, lancia l'allarme per l'evasione che si è compiuta probabilmente mentre noi eravamo a fare rapporto.
La cella è stata trovata scardinata e forse anche i portoni che danno sulle scale , visto che sono riuscito ad aprirli senza chiavi. Quelle scale in particolare hanno prima un corridoio con un balcone che si affaccia sul cimitero e probabilmente è scappato da lì. Rimane il mistero di come sia riuscito ad aprirsi la via scardinando con violenza la porta -che risulta tutt'ora da sostituire- della sua cella. L'ipotesi che mi viene in mente è che durante la nostra "uscita serale" sia in qualche modo riuscito ad attivare senza farsi notare una forza disumana, che poi ha celato ai nostri occhi fino al momento opportuno.
Appunti di sfogo
Il mio primo fallimento ufficiale: il prigioniero che era stato affidatomi dalle alte cariche del regno, se l'è svignata sotto il mio naso. Avrei dovuto dare disposizioni di raddoppiare le guardie, era quasi scontato che avesse in mente di fare qualcosa; ho abbassato l'attenzione perché ho pensato che, se fosse voluto scappare, avrebbe approfittato dell'uscita serale, ma evidentemente i suoi piani sono ancora per noi talmente oscuri da risultare indecifrabili. Scommetto però che ce lo ritroveremo tra i piedi presto o tardi. Non ho neanche avuto il tempo di finire la tarda cena -poco male- alla Sirena stonata, e di vantarmi che ero stato a visitare il Re, gustandomi i commenti invidiosi di chi non lo farà mai.

piatti della casa stonata

Alla Sirena Stonata
Biscott'ai rutti di bosco
l' ha fatti Lukash il losco
qualità assicurata

Servono dentro al chiosco
non gli darei annusata
rimarrai amareggiata
chi prepara lo conosco

C'è formaggio di gorgone,
talpa, piatti sempre nuovi:
prova un po' di albume;
non dell'uovo, di cerume!
Alla fine ti commuovi:
non hai più un'afflizione.


13 Dodecabrullo 286
In serata abbiamo chiamato a raccolta le delegazioni di ogni regno e comunità del continente sotto l'Orus, per avviarci tutti insieme verso una definitiva soluzione collettiva, o almeno quella era l'idea iniziale, prima che vedessimo e ascoltassimo Julian in persona. Quando la verità è venuta fuori, sepolta da tanti anni che fan più di sessanta, inevitabilmente lo ha fatto creando scompiglio e incredulità. Quello che abbiamo trovato nelle fognature va oltre ogni immaginazione, e quello che ha detto ha lasciato forse un continente ancora più diviso e ideologizzato. Prima di arrivare alla sala di Julian abbiamo combattuto contro creature meccaniche animate con qualche forma di magia, che però, vista la collaborazione tra regni, siamo riusciti senza troppe difficoltà a distruggere facendoci strada, proteggendo al contempo Re Morgan II, la cui presenza era necessaria per aprire due passaggi, altrimenti bloccati da pesanti portoni bloccati sempre da qualche forma di antica magia. Quando Morgan ha iniziato a parlare con suo nonno, nel salone principale, abbiamo capito che era stato trasformato in un imperituro imperatore, da Crom a suo dire, per riuscire a contrastare l'antico nemico Surtur, e sconfiggerlo quando sarebbe tornato. Ha chiesto che ne è stato del suo impero, di edorel, del culto di Vash; insomma ha ricevuto talmente tante brutte notizie che si è offerto di aiutarci a sconfiggere le ombre che vogliono portare a termine il progetto di Surtur, a patto di venire riconosciuto come nuovo imperatore del continente da tutte le delegazioni presenti nella sala. Ci ha poi indicato sotto l'Orus una possibile prima risposta ai tormenti del continente.
Appunti di sfogo
Cosa sta succedendo? Non c'è situazione peggiore di quando non si riesce a distinguere cosa sia la cosa migliore, chi sia il nemico e chi l'amico, di quando non si riesce a capire quale sia il limite invalicabile della decenza e della pena. Trovo difficile pensare che il Giusto Crom sia arrivato a condannare a questo destino l'imperatore Julian pur di arrivare alla vittoria contro Surtur e quello che rappresentava, ma non devo farmi ingannare dalla mia ignoranza; piuttosto devo aspettare che "chi di dovere" valuti l'offerta di Julian.

l'imperituro imperatore

Che ne è stato del mondo
e di tutte le sue gioie?
Rimpiango anche le noie;
vorrei gustarle a fondo.

Le ore scorrono in strettoie,
si dilatano, come fa il secondo,
che gira e diventa rotondo:
per non morte scorciatoie.

Che è stato dell'impero
e poi del culto oscuro?
Che è stato d' Edorél?
Scordai il color del ciel.
Datemi corone, giuro:
sarò vostro condottiero.
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By Selva
#54882
15 Dodecabrullo 286
In serata mi unisco -sempre sotto copertura- con altri a una delle sempre più frequenti incursioni del nord in terre amoniane, ritrovandoci all'orus; abbiamo trovato bloccati diversi passaggi anche dalla baronia e infine siamo dovuti passare per Deanad facendoci strada tra gli orrori nei boschi oltre il guado, per riuscire ad arrivare nelle terre vicine alle mura di Amon e accamparci, attendendo che spie nemiche rivelassero all'esercito dei leoni la nostra posizioni; una trappola però, perché il nostro schieramento era diviso in due gruppi, e l'avanguardia faceva da esca. Hanno avuto l'ardore di uscire solo un manipolo di eroi -di cui almeno tre ci han rimesso le penne- per tentare di fare desistere l'assalto nordico e djare con magie terribili e devastanti; Ad ogni modo la brutalità di Helcaraxe mi ha lasciato ancora una volta sorpreso.
Appunti di sfogo
Entrando a palazzo mi tornano alla mente i corpi trucidati di quella gente amoniana. Forse la forza bruta degli orrori di carne sperimentata ancora una volta mi ricorda della piaga che stiamo vivendo, e che forse dovrei abbandonare le ronde dei nordici dalla prossima settimana, per concentrarmi totalmente su questa minaccia. Forse scrivendo i motivi e le ragioni degli orrori che anche i nordici stanno provocando nelle loro scorribande, capirò meglio se ne vale la pena. Perchè scrivere di questa guerra? Non ci sono forse innumerevoli battaglie, glorie, paure, atrocità, miserie, vittorie e sconfitte che meritano, almeno tanto questa, di essere raccontate nei suoi più cruenti particolari? Sessantanni dopo la più grande guerra, questa è la prima nostra storia del continente che merita forse aver di un resoconto in cui però la parola barbaria, dal mio punto di vista, non comparirà mai, o meglio, va specificata e contestualizzata nel contesto in cui è avvenuta: nordici e amoniani, Dreyr e Istarion, Dramus e Testenio, Arash e Leintart, lord e legionari. Spesso non ci sono nemici, se non dai rispettivi punti di vista, ma solo eroi, da una parte e dall'altra schierati a dare prova della propria virtù; storie di Dei, in cui i Giusti sono schierati sul campo di battaglia a fianco degli uomini, e anche in campo a Deanad a dare prova della loro forza. Storie di eroi, storie di uomini in cui la parola barbarie non comparirà mai, o comparirà sempre, e comunque anche una storia di passione e di guerra, onore, rispetto e di Danu, Lei che, forse inaspettatamente, si compiace anche delle battaglie.
Ma qual'è l'oggetto del contendere in questa guerra, quale il bottino più pregiato di questo conflitto, la terra o l'onore? Il prezzo e lo stupore che il continente così a lungo patisce per una simile ragione, per le divinità immortali terribilmente assomiglia a un gioco, immagino pensino: "Così è alto il valore dell'onore e della terra, ma non hanno pegni per risarcire le madri dei corpi senza nome ne teste, abbandonati agli orrori di carne e agli animali". C'è una tregua nell'aria, forse, e il Sommo Dramus sta raccogliendo i frutti dei suoi viaggi e delle sue penitenze, riuscendo a calmare gli spiriti bellicosi amoniani, che nell'ultima settimana ancora non hanno risposto agli inviti fuori dalle mura dei nordici, venendo a più miti consigli, vista la situazione attuale.


Amoniade (1-27)

Guarda, o mia Danu, del Kesselide Dreyr
l'ira funesta, che infiniti lutti
adduce all'impero, molte anzi mura ad'Amon,
scalpate, impala teste d'eroi
e d'orrori di carne inermi prede
lor membra abbandona, così del Nord
l'alta giustizia s'adempìa, da quando,
all'inizio, disgiunse aspra contesa
il Kraken della Guerriera e il nero Orso.
E Tu dei Giusti inimicolli, o figlia
di Crom e Althea; amata dal pirata
soffiasti, Divina, al galeon d'Istarion vele
e Drakkar fu presa, depredata poi da Amon
che fece, ai Kessel, grande oltraggio:
dai Leoni era lo Jarl, alle alte
mura venuto, a riscattar l'onor
con tant'orgoglio; e in piazza avea convegno,
i nemici vide, con sdegno, del clan Uruznidi,
e ai plebei tutti urlando, e dapprima
a quei legionari, nemici della pace,
"O Vermi", si giurò, "e voi dal sangue infame,
gl'immortali del cielo, che adorate,
concedanvi sia assediata, la Guerriera
cittade, e marci ai lignei pali siate appesi
così che riveliate la vostra natura,
ricevendone il prezzo, e signora della Marea,
la figlia di Althea, così onoriate".

20 Dodecabrullo
Prima di cena viene organizzata dal capitano Lyvar una truppa per respingere un orrore di carne che ci è stato riportato essersi avvicinato troppo al ponte di Nosper causando anche vittime e panico. Lo scontro è durato anche più di una quindicina di clessidre, ed è costato parecchie ammaccature e una battaglia faticosa. Poi in tarda serata il primo generale Arash ha organizzato una spedizione remunerativa che ha visto molta partecipazione.
Appunti di Sfogo
Nei giorni precedenti siamo riusciti a parlare con il patriarca Sulyvar per farci consegnare un simbolo sacro dorato che dovrebbe proteggerci dai guardiani messi davanti l'ingresso della tomba prigione dei Valraun. Quando giorni fa è giunto questo nome alle mie orecchie ho subito collegato il fatto che i nomi -i pochi che conosciamo- delle persone assassinate nel mese scorso tutti contengono le lettere V A L R A U N, anche se in ordine sparso e spesso contengono lettere in più. Dunque potrebbe essere una coincidenza, un messaggio o ancora altro, ma non sembra avere molta importanza ormai.

21 Dodecabrullo 286
Siamo stati invitati in serata dai Cavalieri al monastero per avviarci con tutte le delegazioni al punto dell'orus vicino Edorel dove c'è stata segnalata essere la tomba prigione. Sul posto abbiamo trovato banditi del Corvo e inoltrandoci poi nelle montagne abbiamo notato che i guardiani posti a controllare l'ingresso della tomba erano già stati sconfitti, forse dai corvi, e l'ingresso era dunque libero per chiunque. Un portone con sopra un'immenso bassorilievo raccapricciante che rappresentava un grottesco volto di cui i portoni andavano a formare la bocca; entrati là abbiamo percorso un lungo corridoio come una gola in cui siamo stati attaccati da spiriti, mentre lo attraversavamo, e ci sono stati molti caduti. Una volta percorsa la gola abbiamo raggiunto forse il cuore di quella struttura, luogo angoscioso, tetro e colmo di follia, tomba di antiche divinità che hanno perso il sostegno della fede e sono caduti nel baratro dell'oscurità, seppelliti dai nuovi Giusti. In quel buco sacrilego abbiamo incontrato Lord Valraun, e le sue condizioni per aiutarci a togliere i miasmi mortiferi da Deanad sono semplici: rimuovere ogni bando del culto oscuro e cominciare a chiedere perdono a Vash per averlo bestemmiato -lo facevo ogni volta che cadevo in una buca- così a lungo.
Appunti di sfogo
Le condizioni dei Valraun sembrano più ragionevoli di quelle di Julian e credo che il Re si troverà costretto ad accettare, perché il popolo ormai è nella disperazione e la situazione peggiora soltanto. Nessuno stupore, che amoniani, cavalieri e molti di noi così a lungo patiscano per accettare un culto che li ha fatti tanto soffrire, andiamo a dirgli chi è quell'uomo stupendo, e chi è quell'uomo così alto, dall'aspetto sembra un re, ma hanno fatto a pezzi i loro familiari e inviatogli le membra.
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By Selva
#55562
29 Postapritore 287
La cerimonia di stasera sarà un'importante svolta per il Regno. Il disastro militare del picco dell'aquila ha forse causato i presupposti per le dimissioni del Generale, sostituito questa sera dalla comandante Nixe. Il ruolo di Primo consigliere passerà invece al Sommo Dramus, investito di tale carica per riuscire appiéno a fronteggiare le sfide che la teologia della Chiesa d'Occidente ha davanti a sè. Ulteriori accadimenti negativi delle scorse settimane hanno confermato la veridicità di alcune fonti che denunciavano la piena partecipazione al conflitto degli Uruznidir ma, forse, venendo alle questioni interne, la cosa più preoccupante è la piega che potrebbe prendere il confronto economico tra la tesoreria e i "prepotenti" del Trivio, che ormai godono di appoggi talmente potenti da essere sfacciati.

Appunti di sfogo

Amoniade (27-81)
Il Leone avea ruggito, ma prima
di questi eventi, verso l'Ovest verde:
fu Leintart console; insultò furioso
Arash Generale che non diede aiuto,
passaggio a Bosco Vecchio, e lo pagò
con faida, ingiuria, sangue nei confini:
se pure volevano far qui giustizia,
Amon si trova in gabbia, assediata,
d' ombre tormentata: d' aquile e orsi
ma anche dei morti; e in piazza del Re,
-qui Lord e mercanti parlan incuranti-,
là è nato un banchetto, senza cibo
né gioia, ma aria amara nei vassoi
da Sommo Dramus è servita, e così
tutti invita a venir, senza paura
cominciando a dir in simil modo:
"Addio, addio, lieto ricordo mio,
finito ho desio, non sento mormorio:
copre 'l rantolio di chi piange quest'oblio;
è pegno d'ogni pio digiunar, per Awen Dio,
fino al logorio. Soffrendo brontolio
si gode cinguettio, d'uccelli parlottio,
di vita luccichio, d'amore gran leggio:
crea lo scricchiolio in cuore stantio,
all'odio tremolio, a vendetta pendio.
Ad Amon mi avvio, poiché 'l singhiozzio
di chi vi è natio, fin qui ha svolazzio".
Ma non hanno orecchi per quel discorso
e anzi, un soldato gli parla aspramente:
"Pensate al cielo, ma io alla terra,
e'l grillo è un buon cantore, che tiene
longo verso: sale, beve, canta; ma non
fa lui poi come gli altri uccelli che
quand'han cantato poco, van in altro loco.
Sempr'è'l grillo saldo, quando muor di caldo,
sol canta allor per forza e per onor;
le nuove parlano di vili ritorsioni,
ma sempre dei leoni, al nord son sbruffoni
e'l patto dell'Orus metton alla prova.
Sto ben co' mie' grilli, lascio voi inseguir
i vostri augelli, pellegrin se giova".
Triste e pensoso, Sommo, ascoltato
dello Jarl, non tentenna, ma si rilancia:
"Se ciò è il vero, allor non dispero:
Danu quel veliero rese sì leggero,
cuor battagliero, m'Awen fece siero
che mi rende fiero. Prendo il sentiero
già verso l'impero, perch'è prigioniero.
Che è un'idea, la pura marea,
non qua in trincea, se non orchidea,
che viene dinanzi a una plebea
o alla platea? Rara panacea,
più spesso pigmea, riman in apnea:
forse la diarrea d'una Dea; crea".
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By Selva
#55993
22 Forense 287
La città è in fermento da quando è comparso sulla bacheca in piazza del Re, nei giorni scorsi, l'annuncio che dai campi allestiti intorno a monte Zefiro sarebbero partiti i primi attacchi di risposta, dopo mesi di preparazioni e studi approfonditi sulla natura della minaccia di Deanad. Dalle prime luci dell'alba eravamo tutti già al lavoro logistico, per fornire parte degli armamenti, in particolare la forgiatura e la consegna di spade De Lenor con rune sacre da fornire alla prima linea, oltre ovviamente all'equipaggiamento basilare contro la non morte, le malattie e i veleni, già pronto da mesi; così siamo arrivati pronti e carichi per la battaglia, anche se ho avuto solo il tempo di mangiare due sfilatini al grifone dorato- poco male visti i miei problemi di stomaco-. Ci siamo messi in marcia senza perdere tempo per la ventiduesima ora raggiungendo l'accampamento di bosco vecchio di Loknar, incontrandoci con gli altri eserciti del continente. Qui i vertici del comando militare hanno illustrato la strategia e assegnato i ruoli a ogni delegazione: mentre i corazzati tengono a bada gli orrori insanguinati i maghi, gli stregoni e chissà chi altri pensano a fare i loro rituali. Un piano piuttosto basilare ma di difficile attuazione, visto che richiede molta partecipazione e un esercito ben nutrito; e forse è stata questa la parte più difficile del piano, l'organizzare così tanti regni ha richiesto molto tempo e gli affari politici non aiutano. Non mi meraviglia dunque il fatto che uno dopo l'altro abbiamo senza difficoltà eliminato quattro orrori, liberando di fatto la nostra sponda del continente almeno dagli insanguinati.
Appunti di sfogo
Mentre percorrevo la via del Re verso l'accampamento zefiro circondato dai miei compagni, il mio sguardo è andato ai bassorilievi che tentano di raccontare la grandezza e la storia di questo regno, e la mia mente ne creava degli altri immaginandoli sempre troppo riduttivi per quello che ancora è stato in grado di fare anche in questa occasione; e vedendo come si è allargato il piccolo accampamento che Viktoria aveva col Generale messo su solo qualche settimana fa come avamposto difensivo, che ora passa all'attacco, avevo capito che avevamo già vinto quella sera, impressione confermata poi all'arrivo a bosco vecchio, dove la potenza militare dell'alleanza chiamata all'appello dal nemico comune è apparsa chiara a tutti. Ma quella è una montagna che fa gola a molti, non solo alla non morte e forse sarebbe ingenuo pensare che tutti vogliano solo aiutare; come quel tale, Zimerl, dopo qualche bicchiere all'accampamento mi ha confidato che pensa che tutto quello che sta accadendo è una punizione mandata a lui per i suoi vecchi crimini alla valle e da allora si è dato solo alla caccia e ha iniziato a rifornire il nostro accampamento da volontario -conoscendo i tipi come lui credo tornerà a fare violenze dovesse placarsi la non morte e tornasse la viabilità alla valle-; o le due sorelle Cayla e Ahara, Awen le abbia in gloria, che rinfrescano l'umore dei soldati con la loro presenza e compagnia, al prezzo che Crom comanda; ognuno per suoi interessi, ma che importa dico io, per ora? Ad ogni modo a fine serata, tornando a palazzo, mi sono reso conto che qualcuno, approfittando della mia stanchezza dopo la battaglia mi ha rubato la spada De Lenor usata per combattere gli orrori. Sono davvero fortunato perché adesso c'è un'altra cosa che muoio dalla voglia di fare!

25 Forense 287
Nel pomeriggio durante una spedizione guidata da lord Dreyfus ho conosciuto un'isola più a sud di quella smeraldo, strano posto inquietante ma in un certo senso attraente. Qualche giorno in ritardo mi è arrivata la notizia dello scontro dell'Orus da alcune mie fonti e sembra che gli amoniani abbiano accettato uno scontro a viso aperto.

Appunti di sfogo

Amoniade [indefinito]
"Ah, chi sei tu", disse il prode leone
"che devo inchinarmi così in basso?
Sol un orso di diversa andatura;
questo mi basta, è tutto quello che so."
"Seppur col passo zoppo e anche lento,
un orso ha ancora i suoi artigli
ei miei son lunghi affilati, leone,
lunghi affilati almen quanto i tuoi"
disse Dreyr, poi ruggì, quel leon dell'Orus Maer;
la neve lenta cade, tutto ricopre,
con nessuno che possa fermarla ormai:
già il Nero corre fino alle mura
e nessuno di Seliand può più fermarlo.
"Beviamo or alla nostra giovinezza,
pur per quei giorni che ci paion schifezza:
il momento dell'aggressione finisce!
Scalceremo amoniani, chi tradisce,
con il nostro sangue e nostri ideali.
Abbasso Amon, guerrier de miei stivali!
Quando cadrai berremo e canteremo;
siamo i figli di Yggr, combatteremo
e quando Valhalla chiama, moriremo!
Brindiamo or alla nostra giovinezza,
pur per quei giorni che ci paion schifezza:
il momento dell'aggressione finisce!
Scalceremo amoniani, chi tradisce".
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By Selva
#56047
1 Macinale 287
In serata è previsto un secondo attacco alle forze di Deanad e scrivo mentre mi godo l'infortunio di stamane che spero di recuperare in tempo per combattere. Ma ho visto con la nuova recluta Salazar e Luxion che c'è una via dove la nebbia si fa meno fitta, dove forse ad attenderci c'è altro oltre il solito.

Appunti di sfogo
Ce la siamo vista brutta stamane ma con una forza degna di questo nome dovremmo riuscire a capirne di più. Mi sono rivisto nella recluta ma mi viene difficile cimentarmi in altro, come chi faceva sentire me pronto ad andare in battaglia, chi mi ha reso martello degno di questo nome; ma cerco di fare quello che posso.

Amoniade (81-217)

Quand'ecco spunta Comandante Memor Mia
vicin al soldato, bramando l'armonia
in pubblica piazza dice quel taciuto:
nei noiosi consigli vien dibattuto.
"Siam ora in una valle solitaria
dobbiamo camminare, non far ravioli,
nessuno qui considera suoi figlioli?
Ma dobbiam percorrerla coi nostri ruoli!
Due Soli dicon che Rod fosse un santo
secondo Lukash era un invasato
ma Gheryllo per me è sempre un vanto
perché lui era un martello dorato.
Per tutti Julian è un eroe storico
sì un re coraggioso, -son ironico-
nella buca dei leoni euforico;
ma la storia ci dice che, fin da bambin,
per tutta la guerra, dopo, era Hammin.
C'è una strada che porta alla gloria
attraverso questa valle solitaria
e nessuno può più percorrerla per noi
voi altri potete sol metterci i vassoi.
Nordici e Djare -in grandi numeri-,
alcuni martelli e uomini liberi:
loro possono solo accompagnare,
noi non ci dobbiamo più accomodare."
Detto ciò andò furiosa in caserma
el Sommo, ad Amon con la mente ferma,
andava'l Trivio eppoi al Monastero.
Poi l'ora più buia arriva sì presto
e preso con sé una sol scorta scelta
Arash va là alla locanda a delta
per fium del Re cavalcand all'Orus poiché
scritto aveva a nordici ventitré.
"Tornando ancor ora sulla questione
dell'invasione, noto che mai c'è stato
un totale impegno, un attestato,
d'esser ma'invasi dal nemico giurato,
da dare al popolo rassicurato.
Nei giorni di bosco vecchio, ho spirato
non proprio quel tipo d'aria: d'adirato.
Ma ho piena confidenza che, se tutti
farem nostro dovere coi farabutti,
alla fine raccoglieremo i frutti:
riusciremo a navigare i flutti.
Difenderem le terre a suon di rutti!
Cavalcando il leone che fa lutti
senza venir dalla non morte distrutti;
anche due soli, se occorre due brutti.
Dobbiam però muoverci con agilità
questa non è risoluzion di sua maestà
Morgan e di tutto'l suo regno volontà
ma di chi lo ha cuore con sincerità:
Hammin ed Helcaraxe, una sorte,
difenderanno or fino alla morte
ciò che possiedono, v'affido il forte:
voi morirete per non far sfondar porte!
Vecchi amici diventan sconosciuti
molti vecchi, famosi Lord son caduti
qualcun piange nella presa del leone
in tutti quegl' apparati da beone
non c'arrenderem per un'amputazione
andrem avanti come un'acquazzone!
A Deanad, là tra le nebbie ancestrali
e orrori, avanzando con rituali
-sono all'accademia cose attuali-.
Se ce la faremo sarà negl' annali.
Ma poi nelle acque, tra gli animali,
nei passi e nei ponti, senz' arrenderci;
e anche se, non dovrebbe sorprenderci,
in questo forte venisser a prenderci
morendo di fame potrem difenderci,
allor i Djar'ei liberi, unendosi
da cunicoli e valle, allenati,
in unico esercito preparati,
affilati come miei baffi lisciati
porteranno furiosi ad Amon colpo
e gli direte or il muso ti rompo".
Il branco caccia là tra quegli alberi
corvi volteggian sui tetti com passeri.
C'è un Lord, è nervosamente vigile
temendo lui ogni orrore, agile.
Per dolce Isiris sonno è passato:
tremare sempre la lascia -terribile-
Lord Notch, è crudele e insensibile,
ama più il regno, vien e gira spalle
lascia angoscia e dolore, farfalle.
Uccelli tacciono in ste notti gialle,
il bestiame vien portato nelle stalle.
C'è un Lord, che rimane però vigile
per orror, leon e ogni simile.
Sua dolce Nixe prendi sonno, fragile,
non riposa l'orrore indicibile
perché Lord Notch, coraggioso e abile
ama più il regno, fa il possibile
poi mangia il boccone, com'un leone.
Il sole poi viene presto l'indomani
qualcuno di piedi ha sporche le mani
e pulisce sempre con i veterani.
Oggi Dreyfus, tocca a vecchi sovrani
istruire paesani; non faran nani.
Com muovon i guardiani, falliti piani,
come si fa coi pagani, tipi strani
"Titani? No, a me piace più il caldo
oggi andrem giù all'isola smeraldo.
Tu! ben saldo, non ci penserà Osvaldo.
Tu, vestiti pacchiani, portati cani:
Odic son sciagure immani, Amoniani!
Presto com'uragani, tutti vegani;
non sono sforzi vani, non da spavaldo,
animi solo scaldo, non farà Rinaldo.
Salpiamo al domani e sua gioventù
a Seliand via l'oppressore, torni mai più!
L'impero è passato, fato segnato,
con sangue, spada riavremo quella casa.
Al regno, reclute, gli sforzi immani
non saran invani! Siam figli lontani,
accumuliamo grani, avremo pani!
Non basteranno quei capelli castani!"


2 Macinale 287
La spedizioni di ieri è stata molto fruttuosa, alla stessa alleanza si sono tolti i pochi amoniani che potevano unirsi -pur avendo liberato noi territori che son loro- ma sono stati rimpiazzati dagli uomini liberi, Delanys e amici suoi, molto pratici del territorio. Alla montagna si è unito Lord Leonforte, a gestire in modo più ordinato la prima linea.

Appunti di sfogo
Il cavallo lasciato a Seliand l'ho ritrovato intatto alla fine dei combattimenti, ma lui è ferromanto, non basta a dire che ci vogliono bene. Non sono ancora riuscito a parlare a Vyn come chiestomi dal capitano; dobbiamo e devo stare attento al come, al dove, al perché, ma non ho fretta. Quella Kali' Kalu' o com'era -non ricordo per fortuna- è stata chiara, e il suo sguardo mi ha fatto capire che non scherzava.

Amoniade (indefinito)

Soldato in valle cercava l'amore
tipo carnale violento, mille more,
adulatore, trovò sol un'in tutù,
in grotte al mercato, con nas'in sù
inver era Kalu', non ha il sangue blu
"Uh, venuta non essere io fin qui giù
a fare amore con tu, con un'igloo,
m'a mostrar fin che fa chi mett'in schiavitù
ch' infrange miei tabù, morire per lo più
non sapere neanche chi fu, fare cucù
no parlar nè cantù, no vien a dire bu.
Non osar tra le canne, son mie capanne;
muove a spanne, se tenere a tu nanne
o furiose arrivare le condanne.
Guida essere coleottero, fa cucù.
E' già passato di qua, è'l coleottero;
cucù, soldato ha a cuore gioventù?"
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By Selva
#56327
17 Forense 287
La celebrazione dei martelli di ieri ha sancito l'ingresso nell'ordine di molte reclute che han finito il primo periodo d'apprendistato; allo stesso tempo vecchie glorie tornano in campo e nuovi problemi sorgono come funghi.

Appunti di sfogo

Darkhold disse a (26-53)

"Vivrò almeno per altri dieci anni,
ho lasciato Darkhold senza troppi danni.
Non avrei passato di Deanad l'incanto,
non avessi corso sù su Ferramanto:
rubata quella dolce metà dal gregge,
can avea fratello, ch'er un fuorilegge;
ho lasciato letter ad Hedge e mio zio.
Con ferramanto ho corso come un dio,
con lui è impossibile che ti perdi:
il manto di Nut e poi suoi occhi verdi;
aveva il sangue forte e nervo saldo,
mai visto cavallo come Ferramanto.
Alla deriva solo con lui accanto
ho anch'attraversato l'Aben affranto,
ho cavalcato con nordici audaci;
tornat'a palazzo gl'ho dato gran baci.
Poi scorsi un volto visto in archivio
l'ho incrociato per le strade del trivio:
estratte spade son caduto con tonfo
perché ferro alzò zoccoli con trionfo;
poi ancor, quand'aspetta'anche le squadre,
frustai quel fratello e anche il padre.
Trovai la ragazza con capelli d'oro
e mille spilli a pungermi in coro:
perché vidi che lei ormai quas'er morta
e puledra giocava vicino la porta;
Capelli d'or s'occupava delle stalle
e Ferro consolò puledra di valle"
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By Selva
#56598
20 Macinale 287
Sembra che le botte ricevute ieri dai corvi non siano bastate a fargli capire di andarsene, Lyvar e gli altri volontari che mi han aiutato in questa personalissima missione non potranno aiutarmi sempre e le risorse del regno vanno impiegate in altro modo. Per fortuna ho incontrato una vecchia conoscenza che mi ha dato supporto anche quest'oggi.

Appunti di sfogo

Darkhold disse a (67-106)
Mattin dopo soldato andava da Leida
sua amata, amica, in quella baita
davanti le stall'e vede che sbraita,
-perché briganti del corvo son in faida
coi signor in valle- sua puledra traina.
Chiese ad Hammer cercando volontari,
trovò sei valorosi, più d'avversari
e incontrandosi poi con la sua bella
laida Leida, lei dice, "l'hai dato via tu?
Poi chissà a chi, il tuo gallo canterin;
anche se il vento ti spinge con forza
con il tuo forte fischio che però smorza
infin finisci sempre con una porca"
"Laida Leida, l'hai data via tu?", lui dice
"chissà poi a chi, la tua voglia passerà?",
baciandola seduce consolandola.
L'indomani'l doppio eran quei sudici
e incontrò in valle Venicius: con lui
ha menato otto corvi in vicol bui
e arrivan fin a grotte di taverna
dopo scontri si scambian parol fraterna
per risolver prolem di chi val governa
"Son com'una foglia, alta s'un albero:
senza mie radici son sol un barbaro
com ogni passer non valgo un cappero"
"Incidenti ai ponti, ma non saprei
io da quel segn'in faccia ripartirei
vieni dalle tue parti, guarda con chi sei
a star con certi foss'io mi vergonerei"
"Ah, se potessi, quello che ti direi,
teschi e oss'animal, ma brucerei!
dimmi sol se ti fidi di _ _ _ _;
se sembra anche a te persona giusta"
"Lo sai che quest'è una valle robusta
nessun dop'averla alle strette la frusta
prova a prender chi lineament'aggiusta
se ci riesci è come una locusta
se presa o la schiacci o ti disgusta.
E' tosta se non troviamo un equilbrio:
in seguito incontriamoci al trivio.
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By Selva
#56743
15 Adulain 287
Con il Generale al mio fianco ho avuto la possibilità di continuare le indagini sull'ultimo odioso delitto di cui ancora la piazza non parla. Ci siamo fatti strada, accompagnati da Alethor come mediatore, prima sul luogo del misfatto e poi in Chiesa per chiedere conto di qualche testimonianza che i sacerdoti potrebbero aver colto la sera precedente. Nessun vero arricchimento all'indagine a dire il vero, solo la conferma della piena disponibilità di Padre Bartolomeus e soluzioni che difficilmente avranno riscontro immediato, per cui poco utili.

Appunti di sfogo
Quando accadimenti del genere si verificano così vicino alla piazza del Re significa che abbiamo tralasciato qualcosa di molto grave, difficilmente succedono spontaneamente lì dove camminano nobili e persone che conoscono abbastanza bene l'orrore da tenerlo a debita distanza almeno da casa propria. E' importante non fare uscire questa notizia prima del dovuto o è come cercare di frenare una valanga senza avere neanche una veste degna di questo nome? Solo ulteriori passi nel risolvere il caso potranno dare forse risposta.

Darkhold disse a (indefinito)

"Cos'è successo vicin la cattedrale?
te lo dico per me è stato il male
dicevan che voleva esser normale
era d'una profondità abissale"
"non banale, come d'animal sociale
bestial più d'un cinghiale, artificiale
vicino lui sol danno collaterale
prova a pensar al gonfior gengivale
oppur al dolore dentale: uguale".
Padre detto Catena, molto cordiale,
ricorda quand'aiutava sempre gioviale
giovan pover desolati, un'ideale:
non importa fosse scemo o geniale
lo accettava pur sempre imparziale.
Chiede a Bedwyr com'era capitale:
fu dopo il terremoto nosperale
che si perse l'entusiasmo iniziale
com anche pace locale e mentale?
Ad amon seguendo del re stradale
vide forse il futuro così come
un timonier riconosce stelle guida
e modifica la rotta suo vascello
ma potrebb'aver perso qualche rotella:
"Impari dal passato; non usarlo mai
com'ancora, perché se arruginita
vien'un'ombra invisibil, un rumore
che sovente smette d'esser percepito
io stesso non ho mai avvertito peso
ma poi ho abbracciato la penitenza
neanch'essa può metter limite al tempo.
Scorre inevitabile, pur mantenendo
fattezze. L'unico modo è un passo
alla volta, aiutando chi si unisce,
se lo fa perché non ha alternative".


17 Adulain 287
Non mi sono potuto godere appieno il torneo organizzato in valle, anche se, lontano dagli spalti, qualcosa ho capito. Ci sono strani accadimenti con i miei rifornimenti di pozioni, qualcosa di molto strano sembra averne nullificato gli effetti e chiedendo là in giro quasi nessuno ne sa nulla.

Appunto di sfogo
Per cominciare, è un momento particolarmente delicato. Nota quindi che è l'anno imperiale 287, le terre conosciute sono governate da vari regni, imperi e creature; prima di tutti Morgan II da Silva, mio sovrano. In questo tempo forse la sostanza più preziosa del continente è l'erba rossa: l'erba cambia la vita, espande la percezione; l'erba è essenziale per cambiare lineamenti. Darkhold e le sue liberi genti, che pozioni hanno mutato per anni e anni, usavano intrugli d'erba rossa che davano loro l'opportunità di confondersi con criminali comuni; in altre parole rapinavano qualsiasi persona capitasse loro a tiro senza aver ripercussioni. Oh sì, ho dimenticato di scriver che l'erba rossa cresce solo in una parte del continente, una desolata e vasta regione desertica, dove, nascosta a sud dalle alte rocce vulcaniche delle terre selvagge, vive una popolazione conosciuta come tremecciana, credente fermamente nella fede del profeta che ha fondato l'omonima città portandoli alla vera libertà. La città è Tremec, anche nota come.. l'Oasi.

18 Adulain 287
In serata alla riunione accademica insieme a Lothar e Salazar prendo atto dei grandi progetti in vista cui siamo lieti di dare una mano attivamente, oltre a ottenere preziose informazioni su un luogo forse poco distante da Tremec. Una collaborazione che solo se porterà risultati -mi sembrano intenti nobili- farà parlare di sè.

Appunti di sfogo
La strategia intrapresa da Lothar sembra essere vincente, la pista del pesce abbocca sempre. Non credo sia il caso ancora di abbassare la guardia, bisognerà mantenere il massimo controllo possibile per evitare il panico e per coincidenza è anche la mia priorità al momento.
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By Selva
#57008
29 Adulain 287
Il mio rientro in città da Rotiniel non porterà novità nello svolgimento delle indagini, visto che, quasi incantato dalla diversità e originalità dei costumi alla festa dei folli, ho passato quasi più tempo a visitare la città e la biblioteca che chiedere in modo discreto ciò che dovevo.
Ho trovato solo conferme di quello che già sapevamo e sospettiamo; altro discorso merita quello che ho scoperto e cominciato a leggere in biblioteca.

Appunti di sfogo
Seguendo il consiglio d'un mezz'elfo ho approfittato del soggiorno alla perla per visitare le cascate delle ninfe, sacre a quel popolo. Una volta lì è capitato qualcosa di molto strano, forse per la stanchezza degli ultimi giorni: ho lasciato tutto indietro, perché non riuscivo a spiegarmi a parole, la mia coscienza non accettava ragione. Mi è capitato di sognare della realtà, eppure lì ho sognato così costantemente che non mi sembrava una grande illusione, ma un'ode: desideravo solo che mi dicessero qualcosa, volevo prendere ogni giorno un intero tramonto alla volta con loro, stando per terra senz'avere nulla da dare in cambio. Adesso è più facile spiegarlo, dopo aver atteso che quella voce dentro apparisse e formasse un suono comprensibile; ma quando penso di vedere qualcuno che sembra come loro, devo stare attento, è una grande illusione: voglion solo stare con me senza dare nulla in cambio.

(Fr)Ode ad Arash
Per Arash

I lunghi baffi del color
polver nera
adornavan sua espressione
sì seria.

Una lente, lì sull'occhio
posta, coron l'intelletto
liber, previdente, di cui
nessun più ha affetto.

Con vista accurata suo
sguardo regge
ciò che il coraggio
nemmeno legge.

Ti sono stati insegnati odio
e timore,
terribili ingiustizie fatte
dall'ardore.

Soffio di brezza che
riscuote i fiori,
forte ruggito di colori,
violento perchè

d'Ardania novità porti
capisci'l valore che ha
terra e popolo, forti
minuti e deboli città;

ovunque la tua tenda si
può piantare,
ma con amon pace non si può
trovare.

Nessuna orma di
passaggio vorresti lasciare,
ma la tua storia a
ogni libero cuor non può sfuggir:

del Regno hai provato
acerbi e aspri frutti,
ne conosci i segreti
nascosti, passaggi in cui
discosti.


Omaggio alla poesia di Jan Larkin "Ode a Anika".
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By Selva
#57217
17 Madrigale 287
La serata di oggi è stata molto difficile, il mio gruppo era stato affidato al presidio dei pontili per evitare che chiunque prendesse il largo; ma quando siamo stati chiamati per il ritrovamento di Padre Catena, forse abbiamo abbassato la guardia e permesso a eventuali complici di lasciare città bassa, visto che non può essersi appeso da solo e non abbiamo trovato il responsabile. Ad ogni modo dovrà dare molte spiegazioni e sento che siamo molto vicini al prossimo passo per la risoluzione del caso.

Appunti di sfogo
Darkhold disse a (indefinito)

L'indagine vien data a Meir Lothar
giusto uomo per i martelli comandar
e punire chi gioco fa di ammazzar,
chi pur un demonio arriv'ad evocar:
Re della cenere questo si fa chiamar
allor si decide per una retata
da tre lati vien bassa città'ssediata
troppo a lungo da polver è occupata
si vuol dar pulita, farla liberata.
Presi i cani, troviam una piedata
la traccia porta'l padre incatenato
su un ponte appeso e ben fissato,
-qualcuno scappando si è vendicato-
è salvato, da leonforte abbassato;
ma quando poi da Lothar Meir è mandato,
isolato, in privato questionato,
si capisce dove sta triste verità,
chi si cela dietro quella identità
condotta nella cella con celerità,
picchiandol ricordando sue amenità.
Ora anelli stacchiam dalla Catena:
s'era Re o c'è qualcun altro in scena
e lui era cenere di lava piena
che ribolle alla stonata sirena


24 Madrigale 287
Lo strillone ieri sera ha cominciato tardi, qualche ora prima, ma è riuscito far convergere alla riunione cittadina d'emergenza gran parte degli esponenti più in vista del Regno. Nello specifico è stata dettata dal Primo consigliere Dramus la linea che Re Morgan II da Silva vuole ed esige venga seguita nei confronti dei problemi esterni ed interni. Altre novità importanti sono i cambi ai vertici di molte istituzioni, spostamenti necessari e quasi calcolati per intraprendere al meglio la nuova via politica.

Appunti di sfogo
Le parole del Primo sono state quasi illuminanti e potevano venire solo dalla luce dei giusti che riecheggia dal suo passato religioso: tali sono i discorsi che fanno in questo modo cambiare prospettiva a chi li ascolta, mostrandogli quando cieca sia stata la loro visione fino a quel momento. Ho dormito poco e sognato tanto.

Seliand:"Ebbene, la presente riunione è stata indetta per discutere della nostra salvezza, e la discussione si svolga, se vi piace, nel modo in cui ci invitate a discutere".
Amon:"Noi dunque non vi offriremo una non persuasiva lungaggine di parole con l'aiuto di belle frasi decorate ai modi teleri o hammin, cioè che il nostro impero è giusto perché abbiamo abbattuto Hammerheim o che ora perseguiamo il nostro diritto perché siamo stati bravi amministratori; ma ugualmente pretendiamo che neppur voi crediate di convincerci dicendoci che, per quanto nostri coloni, siete stati ospitati dal monastero quando le cose si sono fatte buie e i nordici disseminavano corpi smembrati nei nostri territori aiutati dagli orrori. Pretendiamo invece che si prenda in considerazione ciò che è possibile a seconda della reale convinzione che ha ciascuno di noi, ché noi siamo certi, di fronte a voi, persone informate, che nelle considerazioni umane il diritto è riconosciuto in seguito a una eguale necessità per le due parti, mentre chi è più forte fa quello che può e chi è più debole cede".
Seliand:" A nostro parere, almeno, è utile (è necessario infatti usare questo termine, dal momento che avete così proposto di parlare dell’utile invece che del giusto) che noi non distruggiamo questo diritto comune, ma che sia conservata la giustizia a colui che di volta in volta si trova in mezzo ai pericoli (come ad esempio ora i briganti), e che sia avvantaggiato colui che riesce a persuadere un altro anche senza raggiungere i limiti dell’esattezza più rigorosa e della violenza. E questo fatto non è meno utile nei vostri riguardi, in quanto in caso di insuccesso sarete d’esempio agli altri a prezzo di una severissima punizione".
Amon:" Ma noi non temiamo la fine del nostro impero se anche dovesse finire, perché non sono terribili e rinasceranno per i vinti quelli che, come noi amoniani, comandano agli altri, bensì qualsiasi tipo di ribellione dei sottomessi che porta a furti crimini e quant'altro. E su questa questione ci sia permesso di correre rischi: ma che noi siamo qui per avvantaggiare il nostro impero e che, per salvare la vostra città, ora vi facciamo questi discorsi, tutto ciò ve lo mostreremo, intenzionati a comandare voi senza affrontare fatiche e a salvarvi da ogni minaccia con utilità per entrambi".
Seliand:" E come può derivare dell'utile a noi dall'essere vostri schiavi, come a voi dal comandarci, dopo quello che è successo?".
Amon:" Perché a voi toccherebbe obbedire invece di subire la sorte più atroce, mentre noi se non vi distruggessimo ci guadagneremmo".
Seliand:" E se noi restando in pace fossimo amici invece che nemici, ma alleati di nessuna delle due parti, non l'accettereste?".
Amon:"No, perché la vostra ostilità non ci danneggia tanto quanto la vostra amicizia, manifesto esempio per i sudditi della nostra debolezza, mentre l’odio lo è della nostra potenza".
Seliand: "I vostri sudditi si paragonano a noi che eravamo Hammin?".
Amon: "Sì, perché hanno i loro motivi a ribellarsi a noi e lo faranno se ci penseranno deboli".
Seliand: "Sarebbero vili se non difendessero il loro ideale".
Amon: "Sarebbero saggi, non è una gara d'onore e ad ogni modo noi ne abbiamo più di loro".
Seliand: "Lotteranno con tutte le loro forze, contando sul favore della divinità perché sono pii e giusti".
Amon: " Abbiamo rispetto per la divinità e seguiamo le tendenze della natura umana: per legge chi è più forte comanda; l'abbiamo imparata dagli orchi e non solo, altri l'hanno dimenticata. Quanto al primo punto, mentre ci rallegriamo per la vostra ingenua speranza, non vi invidiamo la follia: essi sono i primi che lasciano abbandonati i propri possedimenti senza proteggerli e anzi accordandosi con chi li occupa.".
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By Selva
#57344
10 Granaio 287
L'altra sera abbiamo effettuato l'evacuazione della maggior parte dei popolani di Darkhold, che si sono stabiliti in un luogo più sicuro all'interno del regno, in attesa che la vallata venga liberata e loro resituita come cittadini. Le resistenze dei più timorosi sono state vinte da una nutrita presenza di martelli dorati di scorta, il carisma del primo consigliere e del Generale nonchè il recente prestigio che il torneo dei campioni ha portato al regno.

Appunti di sfogo
Era l'ora in cui la fronte di Danu Paravone riflette lampi di luce notturna già fuori dalle onde marine e l'osservatore si sveglia, pur non vedendo ancora le vorticose, aeree fiamme. Con le sue alate ciglia innalza Austri per primo e caccia le Regine, da ore emerse, e senza indugio le insegue pronto, rapidissimo, dipingendo di squarci vermigli la candida oscurità causata dal loro lento aprirsi: le sue palpebre, incrostate in un raggiante bagliore, si rifrangono sull'azzurra inquietudine del mare. Arrivate a quel punto, anche le Corone dei Re vengono deposte sollecitando i consiglieri e i servitori, gli uni bianchi e gli altri neri, che ne tengono l'equilibrio: cadono, giunte all'ultimo orizzonte che distingue le tenebre dalla luce, squilibrate dal brusco svegliarsi dell'Osservatore che precede il rinnovarsi del giorno. In quel tempo, quando monte Zefiro è quieto, l'imprevedibile riflesso di Sventura non brilla più con la consueta rigidezza, nè più è mandato a squassare i teneri ramoscelli, come suole fare d'inverno, quando molesta gli scirpi flessibili, i giunchi pungenti e i deboli ciperi, quando tormenta i vimini pieghevoli o scuote i pazienti salici e piega il fragile abete, tutti esultanti sotto una luce ora ristorata. Anche la baldanzosa Speranza cessa di seguire e far risplendere Sventura insieme a tutte le sorelle.
In quella stessa ora, quando i fiori variopinti e i prati verdeggianti non temono l'ostile calura dell'apertura dello Sguardo, rugiadosi e molli dei freschi spruzzi di Danu, quando, sopra le placide onde marine distese dalla quiete bonaccia, appaiono gli uccelli a nidificare tra i litorali sabbiosi, dunque, proprio nell'ora in cui il dolente Awen sospira appassionatamente ai lidi corrosi la penosa e ingrata sorte di chi subisce la libertà, giacevo fuori dalla tenda, benevola amica del corpo stanco. Nel confidente rifugio militare non c'era nessuno, solo la cara, vigile insonnia che messa a parte della causa dell'origine dei miei profondi sospiri, mi consolava con vari disorsi e pietosamente mi persuadeva a temperare tanta inquietudine. Poi, accortasi che era l'ora di dormire, chiese licenza. Rimasto solo negli alti pensieri d'amore, trascorsi insonne la notte lunga e tediosa: sconsolato, sospiravo per la mia sterila fortuna, per la sorte avversa e iniqua. Piangendo l'amore tormentoso e infecondo, rimuginavo di punto in punto cosa sia amore non condiviso, come si possa convenientemente amare chi non ama, in qual modo Awen, così inerme e incerto, essendo tutto interiore il violento dissidio, possa difendersi e resistere all'assedio, agli inauditi e ripetuti attacchi, all'implacabile battaglia che lo circonda, come al continuo irretimento di nuovi ansiosi e irrequieti pensieri. Mi dolsi tanto a lungo e amaramente di un simile e miserevole stato che forse dei libri erranti di Oghmar, già stanchi di tanto inutile pensare nutrito di ingannevole e vano piacere, resero parole in immagini, indubbiamente, della leggiadra figura di Leida che speravo di trovare tra i fuggiaschi di Darkhold. La sua formidabile immagine in me vive sovrana, così profondamente impressa e scolpita fin nell'intimo che, mentre le tremule stelle scintillanti cominciavano a impallidire nel loro splendore, il muto cuore straziato, sollecitando insofferente qualche desiderato nemico colpevole di un così grande e incessante combattimento, lo invocava senza requie per un potente e salutare rimedio, arrendendosi; ma non era che un continuo rinnovarsi del mio crudele tormento. Riflettevo sulla condizione dei poveri amanti, sulle ragioni per cui scelgono di morire dolcemente per compiacere ad altri e, compiacendo a se stessi, vivono malamente e alimentano un desiderio pungente, e non altrimenti, di penose e assillanti immaginazioni. Dunque, come l'uomo stanco delle fatiche quotidiane, così, né più né meno, desideravo ormai la naturale e propizia quiete, dominato da sempre il doloroso sfogo del pianto, serrato nel naso il flusso inarrestabile delle lacrime, le guance scavate d'angoscioso languore. Senza più indugiare tra quel vivere crudele e una soave dormita, socchiusi un po' le palpebre arrossate sugli occhi molli. Allora, i miei sensi, che sono separati e non partecipano, come la mente e gli amorosi impulsi sempre desti, a queste alte operazioni, furono pervasi, occupati, sopraffatti da un dolce sonno.
O Crom inflessibile, come potrò mai ridire questa inaudita visione, non so se più beata e mirabile o terribile, tanto che in me non c'è parte che non tremi o arda nel ripensarla? Mi sembrò di trovarmi in un'ampia e amenissima pianura, che appariva tutta verdeggiante e variopinta dei fiori più diversi. Spiravano, in un silenzio quasi perfetto, miti venticelli: alle mie attentissime orecchie non giungevano né rumori né voci articolate, ma il tempo gentile scorreva tra gli amabili raggi splendenti.
Girovagando intimidito e stupefatto, dicevo tra me e me: «Qui alla curiosità dei miei occhi non appare anima viva, né animali selvaggi o domestici, di selva o di bosco, né si scorgono capanne, tuguri, stamberghe di pastori, né edifici o borghi». Sui pascoli non si vedevano pecorari o caprai, né bifolchi o contadini, con i rozzi scarponi forati o con i sonanti flauti di corteccia, né si scorgevano greggi vaganti o armenti. Ma rassicurato, fiducioso per la quiete della pianura e la bontà del luogo, procedendo osservavo qua e là l'immobile pace delle tenere fronde, senza distinguere opera umana. E così rivolsi il viaggio verso l'ignoto, in direzione della folta selva che mi stava dinanzi.
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