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[Nemiel]

La bruma ormai scesa mostrava appieno il timore che la follia potesse inquinare le sacre terre del Nord. Non v'erano rumori soliti ne versi di animali, solo qualche timido bramito dei cervi, legati, consapevoli che la loro fine sarebbe giunta presto.

I Cancelli di Kaek Valdar lentamente si aprirono e con passo pesante, l'esercito dei Vikingr trascinò l'elfa verso l'eterna fiamma. La prigioniera si lasciò trascinare, abbandonata ad una mera consapevolezza: la morte. La curiosità, seppur vicina alla morte, si fece notare negli occhi della vittima che spesso puntavano verso l'eterna fiamma.

Odherir, incuriosito dalla figura, gli afferrò con decisione il volto e cominciò a scrutarlo con attenzione focalizzandosi sui delicati lineamenti. Infine, gli chiese di presentarsi per poter cominciare il rituale.




" Che il folle sia agli occhi di tutti, Mann di Ardahin...
Osservate il servo, destinato alla terra della follia. Dove ogni legge non ha piu significato, pronto a sprofondare nel pozzo di Urdr. Qui è il suo corpo ma la sua mente è imprigionata su Oghdain.
Qui noi, abbracciati dalla commozione di Yggr scesa sotto forma di neve, abbracciati dall'energia dell'Yggdrasil, purifichiamo tale folle.
Che le fiamme delle lande di Aengin brucino tale blasfemia a dimostrazione di come la storia si ripeta e di come gli Alvar da Altheid appresero sin dagli arbori come rubare l'energia al nostro Frassino. Ma rammentate... Miei penitenti Syskar.

Ciò che è stato cesserà di essere e giungerà il tempo in cui il Pozzo di Urdr si colmerà dei pensieri dei folli, traboccando. E da questo pozzo emergerà una creatura mostruosa che si ciberà delle anime perdute di Oghdain. Che la nostra fiamma purifichi tale follia e non permetta al pozzo di colmarsi.

Che costui osservi, privo di ogni avere la fine che gli spetta se continuerà a manipolare la sacra energia..."

Le mani di Odherir lentamente si alzarono lasciando che la veste e i monili seguissero i suoi movimenti lentamente



" In dono ad Hejldam, primo condottiero contro il Mostro!"

Così indicò con il bastone i cervi da sacrificare e con voce tonante esclamò

" Herger dei Valdar! Uccidi queste bestie donandole alla terra e mostra a questa blasfema la furia dell'Orso Bianco ".

Fu così che con lenti movimenti, l'uomo dalle poche parole cominciò ad assumere una posizione selvatica e la sua pelle cominciò a ricoprirsi di peli. I denti pian piano diventarono Zanne e le unghie artigli, un possente Ruglio accompagnò la mutazione e con enorme ferocia i cervi vennero divorati.



Terminato il naturale evento, Odherir s'inchinò immergendo le mani nelle viscere dei cadaveri per poi rivolgersi nuovamente all'Alvar.

La fissò intensamente e con gesto secco gli schizzò del sangue in volto.
" Algiz Ikke! A dimostrazione del tuo operato contro natura!"
Un secondo gesto bagnò nuovamente di sangue il volto della vittima.
" Uruz Ikke! Macchiata dal Disonore, preferendo la manipolazione alla spada e allo scudo! "
Ed infine...

" Nauthiz. Che questa runa ti sia impressa per ripristinare il sacro equilibrio".

Così... Con volto drammatico, il nordico si rivolse ai propri Syskar.
" Che i suoi tomi ed i suoi averi brucino nell'eterna fiamma! Che l'energia ritorni nella terra ed il male venga estirpato per sempre!"

E così accadde. Gli occhi di Indil, seppur forgiati dai secoli, sembravano increduli dinnanzi tale avvenimento. Breve fu il suo stupore, perché in poco tempo fu brutalmente presa dalla sua lucente chioma e trascinata, nuda, verso le proprie lontane terre... Dove solo gambe e braccia, l'avrebbero fatta tornare dal suo Popolo.
Che questo sia d'esempio per tutti coloro che osano oltraggiare la sacralità delle lande innevate.

[Nemiel]

Il disegno sembrava più chiaro. Cominciava a mostrarsi l'orizzonte e la bruma schiarirsi. L'evento indetto sembrava scalpitare nei cuori stanchi del popolo Nordico.

L'ora era giunta, Helga non perse attimi nell'issare l'ancora. La marcia Nordica era iniziata ed i lapilli incandescenti si fecero sempre più vivi.

La Stele del Sacrificio accolse numerosi nordici che velocemente la circondarono raccogliendosi in un silenzio solenne.



Quella non era una solita notte di Adulain...

Il popolo nordico sembrava prestarsi in un qualcosa che gli avrebbe sicuramente cambiato la vita per sempre.

E fu così che il Kunningr, con tono deciso e solenne chiamò come primo Syskar ad affrontare il coraggioso passo, Odherir dei Valdar.

L'infervorato, ricoperto da monilli simboleggianti rune ed un elmo che richiamava grandi corna, si fece forza e scrutando i suoi fratelli parlò:

"Tanti gli anni passati, i syskar morti, gli Jarl cambiati.
Tante le guerre, e negli occhi di ciascuno brilla ancora l'arroganza nel pretendere un trono nelle sale del Valhalla.
La fiamma che per decenni sembrava viva si è lentamente spenta, ma non i nostri corpi. Non i nostri spiriti.
La fiamma che per decenni ci ha ingannato lentamente si è spenta, ma non i nostri corpi. Non i nostri spiriti.
La fiamma che i Suver hanno tramandato ha offuscato per decenni le nostre menti e i nostri occhi come bruma e nebbia dalle lande grigie, e ci ha reso sempre più deboli e confusi. Ma non i nostri corpi, non i nostri spiriti.
Ma oggi è un nuovo giorno e la fiamma che per decenni ci ha accompagnato oggi non c'è. Ma i nostri corpi ed i nostri spiriti ardono di una nuova fiamma ormai nostra, e questa fiamma si chiama Helcaraxe. Ogni principio e ogni ideale ci hanno resi come Kurdan. Noi siamo Kurdan. Noi siamo Nifhlel, noi siamo il Mjollnir, noi siamo l'inverno. Noi siamo il Martello di Ruth, la Flamberga del Nord, noi siamo l'origine e la storia.
E al vostro cospetto, dinanzi al passato e alle fiamme io oggi dico addio all'Hugh Rath, dico addio ad ogni credo Suver e lascio che il mio corpo arda nell'abbraccio di Yggr ed Hemjdall.
Da oggi chiamatemi fuoco, chiamatevi fuoco, da oggi chiamatemi ghiaccio, chiamatevi ghiaccio, da oggi... Inizia una nuova storia.
La storia in cui il nostro popolo abbraccia l'antica via e si dichiara guardiano del Frassino, pronti ad impedire che il pozzo di Urdr possa colmarsi!"

Le sue ultime parole gli infusero coraggio e con un gesto di stizza lanciò il monile a lui più caro. Il simbolo di Aengus.
Le fiamme divorarono l'oggetto nutrendosi del passato dell'infervorato.

A sua volta, i seguaci dell'Antica Via proseguirono avvolti dalla sacralità del Rito abbandonando ogni legame con il passato e con le vecchie credenze. Il cerchio stava per concludersi con le parole, stanche, del Kunningr; i lapilli incandescenti continuavano a ritmo e nel calore più intenso un segno bussò forte nei cuori dei nordici.



Un'orsa e suo figlio s'avvicinarono tra le fiamme unendosi al fiero popolo. Un chiaro segno che Yggr ed ogni sua ramificazione ormai era viva negli spiriti dei Barbari del Nord.

[Nemiel]

Il richiamo dei Syskar tuonò tra le vie del Regno di Helcaraxe.
Il popolo cominciò ad avviarsi curioso presso il Circolo delle Pietre, inconsapevole di cosa lo stesse attendendo.

Tra i falò e le Pietre, L'infervorato attendeva i fratelli come se già sapesse...

Il rituale stava per cominciare ; al centro, sulla spoglia neve, un insieme di ossa, radici ed erbe si accostavano tra di loro.

L'infervorato accolse i fratelli e lieto del loro arrivo, cominciò a proferir parola:

Quest'oggi miei syskar, mio desiderio era raccontarvi qualcosa sulle ramificazioni di Yggr ed i suoi mondi, ma un sogno per giorni ha torturato il mio sonno. In questa notte buia siate testimoni di come io mi metta in contatto con l'Unico, per capire cosa mi stia tormentando.

Sapete cos'è Awaider?

I fieri barbari si guardarono tra di loro in cerca di risposte certe e la loro forza diede spazio ad un lieve accenno di timidezza, ignari dei segreti che custodiva quel Nome.

Così, Odherir gli spiegò:

Awaider è il regno del declino in cui si narra che Yggr abbia lasciato le creazioni di cui si vergognava e dove sofferenza pervade tutto. Quando Awaider è maggiormente vicino ad Ardahan, Un rumore di catene si ode, come un lontano fruscio. Proprio in questo periodo, il contatto fra i due mondi e tale che le lacrime di coloro che abitano questo regno riescono a scendere fino ad Ardahin sotto forma di rugiada, portando con loro la sofferenza che tutto uccide. Resta quindi un mistero chi o cosa lo abiti ma è certo che tale regno sia simile ad una prigione.

I Nordici catturati dal racconto, attendevano nuove informazioni ma l'infervorato non tradì emozioni e la voglia di entrare in contatto con Yggr non si fece attendere. Così prese una radice di colore violastro e cominciò a strofinarla sulla tunica, rilasciando una strana polvere.



D'un tratto le sue pupille diventarono come luna piena ed il respiro accellerò. Strinse il suo bastone gemmato e cominciò a tuonare:

Un enorme vulcano! Fiamme incandescenti! Un Lungo serpente...

Lungo Serpente di Fuoco!

Le vergogne di Yggr ci dimorano... Si nascondono protette dal Lungo Serpente di Fuoco!!!

Egli Cominciò a dondolare e quasi come una danza si avvicinò ad ogni syskar soffermandosi sui loro volti. Molte risate e tic nervosi trasformarono i lineamenti del suo volto.

Bestie enormi! Scaglie dure come quelle di un Drago.

Il cielo è ben distante, sabbie verdi come melma decorano la terra...

Artefatti antichi, nascondono un significato... Quale Significato...

TRE LUCI ho veduto!

S...si, ho veduto. E sono sicuro che loro sapranno darmi una risposta!

Così tutto di fretta s'inchinò verso le ossa a terra ed esclamò:


Futark! Futark! Tre Luci... Quali!
F..Futark!




E così dopo aver letto le ossa, perso nel suo viaggio, chiamò il nome dei tre Nordici e disegnò una strana mappa dove sembrava notarsi un lungo labirinto.

F...Fuoco! Attenti al lungo Serpente di Fuoco!

Così, i tre prescelti si riunirono assieme ai restanti Syskar per decifrare il sogno dell'infervorato e scoprire quale avventura li avrebbe attesi.