- Wed Nov 06, 2019 1:19 am
#3090
Verso Helcaraxe
Il passo era pesante e strascicato. La neve lo rallentava mentre il vento gli ululava contro la sua furia. Il freddo era opprimente nonostante la pelliccia spessa a proteggerlo.
La figura si fermò per un istante a riprendere fiato e per orientarsi, ma la bufera non gli permetteva di vedere molto.
La lanterna che portava con sè si stava ormai spegnendo; unica sua fonte di luce e di speranza in quell'inferno di vento e neve.
Sapeva che il villaggio di Hulborg non era molto lontano, ma in quale direzione era difficile stabilirlo... era preda del volere di Jurth.
Camminò ancora per pochi passi, prima di farsi cadere sulla neve stanco ed esausto.

Si risvegliò pochi istanti dopo; la neve cominciava già a seppellirlo.
Fece appello alle sue ultime forze, come spinto da una volontà più grande di lui.
Poco dopo vide in lontananza le lanterne dei cancelli di Hulborg.
Ce l'aveva fatta.
Passò alcuni giorni ad Hulborg meditando sulle sue scelte e sul cammino che gli si prostrava davanti.
Seduto alla locanda osservava il fuoco divorare avidamente il legno, mentre le scintille danzavano verso l'alto.
Ritornò a quella notte di alcuni anni fa, mentre con suo padre era a caccia. Ricordava il calore del fuoco, il vento freddo, il padre intento a scuoiare e macellare la preda tanto faticosamente conquistata...
e quell'ululato...
portato dal vento come tuono prima della tempesta.
Le immagini e i ricordi si susseguirono velocemente.
Il padre che prendeva le armi, ululati che si avvicinavano...occhi famelici nel buio della notte...la fuga per salvarsi la vita mentre il padre cercava di trattenere il branco...

Sentiva i battiti del suo cuore accelerare...i muscoli irrigidirsi e il respiro farsi più veloce e intenso.
La rabbia e la vergogna prendere il sopravvento cercando di dominarlo... A stento riuscì a controllarsi e a ritornare pian piano in sè...
seduto lì alla locanda ad osservare il fuoco.
Il giorno dopo prese le sue poche cose che portava con sè, diretto al traghetto per Helcaraxe
Si ripeteva mentalmente le parole che suo padre, quando era giovane, gli ripeteva spesso.
La barbarie è lo stato naturale dell'umanità.
La civiltà è innaturale. È un capriccio delle circostanze. E la barbarie, alla fine, deve sempre trionfare.
Robert E. Howard
Verso Helcaraxe
Il passo era pesante e strascicato. La neve lo rallentava mentre il vento gli ululava contro la sua furia. Il freddo era opprimente nonostante la pelliccia spessa a proteggerlo.
La figura si fermò per un istante a riprendere fiato e per orientarsi, ma la bufera non gli permetteva di vedere molto.
La lanterna che portava con sè si stava ormai spegnendo; unica sua fonte di luce e di speranza in quell'inferno di vento e neve.
Sapeva che il villaggio di Hulborg non era molto lontano, ma in quale direzione era difficile stabilirlo... era preda del volere di Jurth.
Camminò ancora per pochi passi, prima di farsi cadere sulla neve stanco ed esausto.

Si risvegliò pochi istanti dopo; la neve cominciava già a seppellirlo.
Fece appello alle sue ultime forze, come spinto da una volontà più grande di lui.
Poco dopo vide in lontananza le lanterne dei cancelli di Hulborg.
Ce l'aveva fatta.
Passò alcuni giorni ad Hulborg meditando sulle sue scelte e sul cammino che gli si prostrava davanti.
Seduto alla locanda osservava il fuoco divorare avidamente il legno, mentre le scintille danzavano verso l'alto.
Ritornò a quella notte di alcuni anni fa, mentre con suo padre era a caccia. Ricordava il calore del fuoco, il vento freddo, il padre intento a scuoiare e macellare la preda tanto faticosamente conquistata...
e quell'ululato...
portato dal vento come tuono prima della tempesta.
Le immagini e i ricordi si susseguirono velocemente.
Il padre che prendeva le armi, ululati che si avvicinavano...occhi famelici nel buio della notte...la fuga per salvarsi la vita mentre il padre cercava di trattenere il branco...

Sentiva i battiti del suo cuore accelerare...i muscoli irrigidirsi e il respiro farsi più veloce e intenso.
La rabbia e la vergogna prendere il sopravvento cercando di dominarlo... A stento riuscì a controllarsi e a ritornare pian piano in sè...
seduto lì alla locanda ad osservare il fuoco.
Il giorno dopo prese le sue poche cose che portava con sè, diretto al traghetto per Helcaraxe
Si ripeteva mentalmente le parole che suo padre, quando era giovane, gli ripeteva spesso.
Prima di intraprendere la tua Via… diventa ghiaccio.
"Halfdan, del Picco"
"Vegurinn til Valhallar"
Michael604/Halfdan#3185
Egli fu: Einar Isvargr, "Neve e Sangue"
Valgard, "Il Figlio dell'Onda" (incompleto)
Daryos, "Un coltello nel buio"
"Vegurinn til Valhallar"
Michael604/Halfdan#3185
Egli fu: Einar Isvargr, "Neve e Sangue"
Valgard, "Il Figlio dell'Onda" (incompleto)
Daryos, "Un coltello nel buio"