- Fri Oct 09, 2020 9:53 pm
#26584
Calpestai il suolo umido della Giungla facendomi largo agilmente tra le liane. Da una spalla pendevano alcune buone pelli. A tracolla, legata con un cordino sottile, oscillava a ogni passo la sacca con alcuni reagenti raccolti da poco, la cui fragranza muschiosa si mescolava con quella ferrosa e selvatica delle pelli appena scuoiate.
Giunsi nei pressi del Grande Fiume, con gli alti fusti che si specchiavano nelle acque rese torbide dai sedimenti delle ultime piogge tropicali. Le fronde erano lucenti d’acqua e stillavano gocce ai leggeri refoli di vento, così come i cespugli di felci e le foglie più basse dei banani e delle palme.
Quasi non mi accorsi quando la sagoma scura affiorò lentamente dal sottobosco. I suoi occhi gialli incrociarono i miei. Occhi vigili, ma non allarmati. Il grosso lupo dal manto nero mosse il muso verso una direzione, snudando appena le fauci, ma senza minaccia. Mi stava dicendo di seguirlo.
Mi mossi nella Giungla seguendo la lesta figura scura che mi apriva la strada. Dopo molto correre, si fermò infine sulla soglia di una grotta nascosta dietro un cespo di grandi foglie ovali.
Ancora una volta, il suo cenno col muso fu sufficiente per farmi capire cosa voleva che facessi. Non indugiai: gli Spiriti mi stavano guidando e la mia mente era aperta ad accogliere il messaggio che era destinato a me. Nel mio cuore mi rivolgevo a Mawu. Ero pronta a ricevere.
L’interno della grotta era freddo e umido. Usai le pelli che avevo riportato dalla caccia per coprire il suolo e sedermi su di esso. Il lupo, intanto, aveva preso a girarmi attorno, lentamente. Le tante spire tracciate intorno a me sulla pietra, la preghiera dentro di me... dopo poco le mie palpebre si erano fatte pesanti e il Mangarap si dischiuse ai miei occhi: non c’era distinzione tra il prima e il dopo. Ero nella grotta, il lupo mi era dinnanzi e mi guardava, io ero accovacciata sulle pelli e ricambiavo lo sguardo. Solo che stavolta il lupo apriva le fauci e da esse ne usciva una voce come di uomo e lui mi si rivolgeva con voce autorevole.
“Sarò la tua ombra, il tuo guardiano. Ti guiderò finché non sarà il momento. Sei pronta?”
Un ruggito improvviso mi fece spalancare gli occhi.
Mi guardai attorno solo per accorgermi che ero da sola. Il lupo era sparito.
Mi volsi allora alla saggezza del Tlatoani, in cerca di una guida per comprendere l’incontro nel Mangarap. Spire Nere ascoltò con attenzione com’era suo solito, ponderando ogni parola e ogni pausa del racconto, quindi decretò l’inizio di una cerca: un viaggio volto ad approfondire la conoscenza delle molteplici specie di lupo esistenti, quelle che secondo le storie tramandate dagli Anziani erano venute tutte dallo stesso, unico Lupo che Mawu aveva mandato a percorrere la terra.
La Giungla mi vide partire e mi vide anche ritornare, molte danze di Lhuixan e di Shoixal dopo.
Recavo con me numerose pelli essiccate su cui avevo tracciato le figure di ogni lupo incontrato, da quelli artici a quelli presenti sulle isole vulcaniche. Quando mi presentai nuovamente a Spire Nere, ella comprese che vi era qualcosa oltre la stanchezza del corpo. Avevo continuato a vedere quel lupo nei miei sogni, un lupo che non calcava la terra nelle forme consuete scorte nei boschi. Decise allora, interpretando il volere degli Spiriti, di affidarmi il Totem che rappresentava lo Spirito-guida del Lupo.
Diversi cicli di Spiriti dopo quegli eventi fui nominata Wakan del villaggio di Timata Ora.
Più che mai desideravo provare il mio valore di Anziano Sciamano tra gli abitanti della Tribù, e decisi così di cimentarmi in un’impresa ardua: quella di rafforzare il legame con gli Spiriti-guida.
Sapevo dai vecchi racconti degli Anziani che Mawu, in tempi antichi, aveva concesso ad alcuni animali particolarmente meritevoli di diventare degli "Spiriti". Il mio intento era quello di avvicinare la Tribù a questi ultimi, di chiedere loro di unirsi a Timata Ora e di proteggere chi fosse ritenuto degno.
Proposi il mio intento al Tlatoani, all'Hawakan e agli altri Qwaylar del villaggio, e tutti si dimostrarono ben disposti ad aiutarmi.
Deciso il da farsi, informai la Tribù che prima di cercare gli Spiriti bisognava creare dei nuovi Totem destinati a contenerli, e che per fare questo occorreva un feticcio in grado di accogliere uno Spirito potente.
Sapevo bene cosa mi serviva: ossa di Dracolich, piume di fenice e petali di loto nero, il tutto tenuto insieme con peli di Minotauro dalla pelliccia dorata.
Con la luce di Lhuixan che rischiarava l’oscurità nebbiosa della Giungla, partimmo per diverse notti alla ricerca dell'occorrente per creare i Totem.
Occorse l'intero ciclo di Tonatiuh per trovare tutto l'occorrente per assemblare le future dimore degli Spiriti, e impiegai quasi tutto il ciclo di Oxossi per mettere a punto il rito.
La cerimonia era qualcosa che avevo ben chiaro in mente, ma era la prima volta che lo mettevo in atto. Provavo una sensazione mista tra paura e ansia. Non volevo fallire un rito così importante. Non volevo sbagliare il primo rituale che compivo quale Wakan del villaggio. Non volevo che il mio nuovo nome, "Zannargento", fosse associato alla sventura.
Il mio intento era quello di creare dei Totem differenti da quelli conosciuti dalla Tribù, che sapessero contenere Spiriti potenti e che permettessero, al Qwaylar ritenuto degno, di avere un contatto più diretto e profondo con lo Spirito.
Posizionai un tavolo di solido legno nei pressi della grotta del villaggio che accoglie il Tempio di Mawu, e sparsi tutto attorno petali degli Spiriti a protezione del rituale.
Quando il rito ebbe inizio, le fiaccole e il fumo aleggiavano intorno all’area designata. Dove prima si udivano il suono della risacca e i versi degli animali notturni, ora c’era solo il battente risuonare dei tamburi e dei canti tribali che si protrassero per l’intera notte.
Jibal'ba e Khewe accesero un fuoco sotto un pentolone con lo scopo di far bruciare i petali di loto nero e i petali degli Spiriti. Makena purificò la zona con la polvere nera e con il fuoco.
La mia voce si sollevava invocando ogni Spirito, perché in ogni fase della costruzione le nostre mani fossero da essi guidate secondo la loro forza modellatrice. Al mio canto seguiva ritmicamente quello dell’intera Tribù, le nostre voci avviluppate come fili di una corda possente.
Così le ossa del Dracolich furono incise con simboli spirituali, i crini filati. I Totem furono assemblati dalle esperte mani di Spire Nere: intrecciò la pelliccia dorata del Minotauro per creare un cordino robusto che fu fatto passare tra le piume e le ossa di Dracolich. Sangue fu sparso sui ciondoli, perché sancisse il legame tra gli spiriti dei Qwaylar e quello degli Spiriti-guida, fumi e cenere li avvolsero, in purificazione.
Dopo che fu conclusa l’invocazione finale a Mawu, deposi i Totem vicino alla grotta sacra con accanto un cesto con fiori degli spiriti, candele e altre erbe per tenere lontani gli spiriti vaganti.
In attesa.
Ora bisognava trovare gli Spiriti-guida.
Giunsi nei pressi del Grande Fiume, con gli alti fusti che si specchiavano nelle acque rese torbide dai sedimenti delle ultime piogge tropicali. Le fronde erano lucenti d’acqua e stillavano gocce ai leggeri refoli di vento, così come i cespugli di felci e le foglie più basse dei banani e delle palme.
Quasi non mi accorsi quando la sagoma scura affiorò lentamente dal sottobosco. I suoi occhi gialli incrociarono i miei. Occhi vigili, ma non allarmati. Il grosso lupo dal manto nero mosse il muso verso una direzione, snudando appena le fauci, ma senza minaccia. Mi stava dicendo di seguirlo.
Mi mossi nella Giungla seguendo la lesta figura scura che mi apriva la strada. Dopo molto correre, si fermò infine sulla soglia di una grotta nascosta dietro un cespo di grandi foglie ovali.
Ancora una volta, il suo cenno col muso fu sufficiente per farmi capire cosa voleva che facessi. Non indugiai: gli Spiriti mi stavano guidando e la mia mente era aperta ad accogliere il messaggio che era destinato a me. Nel mio cuore mi rivolgevo a Mawu. Ero pronta a ricevere.
L’interno della grotta era freddo e umido. Usai le pelli che avevo riportato dalla caccia per coprire il suolo e sedermi su di esso. Il lupo, intanto, aveva preso a girarmi attorno, lentamente. Le tante spire tracciate intorno a me sulla pietra, la preghiera dentro di me... dopo poco le mie palpebre si erano fatte pesanti e il Mangarap si dischiuse ai miei occhi: non c’era distinzione tra il prima e il dopo. Ero nella grotta, il lupo mi era dinnanzi e mi guardava, io ero accovacciata sulle pelli e ricambiavo lo sguardo. Solo che stavolta il lupo apriva le fauci e da esse ne usciva una voce come di uomo e lui mi si rivolgeva con voce autorevole.
“Sarò la tua ombra, il tuo guardiano. Ti guiderò finché non sarà il momento. Sei pronta?”
Un ruggito improvviso mi fece spalancare gli occhi.
Mi guardai attorno solo per accorgermi che ero da sola. Il lupo era sparito.
Mi volsi allora alla saggezza del Tlatoani, in cerca di una guida per comprendere l’incontro nel Mangarap. Spire Nere ascoltò con attenzione com’era suo solito, ponderando ogni parola e ogni pausa del racconto, quindi decretò l’inizio di una cerca: un viaggio volto ad approfondire la conoscenza delle molteplici specie di lupo esistenti, quelle che secondo le storie tramandate dagli Anziani erano venute tutte dallo stesso, unico Lupo che Mawu aveva mandato a percorrere la terra.
La Giungla mi vide partire e mi vide anche ritornare, molte danze di Lhuixan e di Shoixal dopo.
Recavo con me numerose pelli essiccate su cui avevo tracciato le figure di ogni lupo incontrato, da quelli artici a quelli presenti sulle isole vulcaniche. Quando mi presentai nuovamente a Spire Nere, ella comprese che vi era qualcosa oltre la stanchezza del corpo. Avevo continuato a vedere quel lupo nei miei sogni, un lupo che non calcava la terra nelle forme consuete scorte nei boschi. Decise allora, interpretando il volere degli Spiriti, di affidarmi il Totem che rappresentava lo Spirito-guida del Lupo.
Diversi cicli di Spiriti dopo quegli eventi fui nominata Wakan del villaggio di Timata Ora.
Più che mai desideravo provare il mio valore di Anziano Sciamano tra gli abitanti della Tribù, e decisi così di cimentarmi in un’impresa ardua: quella di rafforzare il legame con gli Spiriti-guida.
Sapevo dai vecchi racconti degli Anziani che Mawu, in tempi antichi, aveva concesso ad alcuni animali particolarmente meritevoli di diventare degli "Spiriti". Il mio intento era quello di avvicinare la Tribù a questi ultimi, di chiedere loro di unirsi a Timata Ora e di proteggere chi fosse ritenuto degno.
Proposi il mio intento al Tlatoani, all'Hawakan e agli altri Qwaylar del villaggio, e tutti si dimostrarono ben disposti ad aiutarmi.
Deciso il da farsi, informai la Tribù che prima di cercare gli Spiriti bisognava creare dei nuovi Totem destinati a contenerli, e che per fare questo occorreva un feticcio in grado di accogliere uno Spirito potente.
Sapevo bene cosa mi serviva: ossa di Dracolich, piume di fenice e petali di loto nero, il tutto tenuto insieme con peli di Minotauro dalla pelliccia dorata.
Con la luce di Lhuixan che rischiarava l’oscurità nebbiosa della Giungla, partimmo per diverse notti alla ricerca dell'occorrente per creare i Totem.
Occorse l'intero ciclo di Tonatiuh per trovare tutto l'occorrente per assemblare le future dimore degli Spiriti, e impiegai quasi tutto il ciclo di Oxossi per mettere a punto il rito.
La cerimonia era qualcosa che avevo ben chiaro in mente, ma era la prima volta che lo mettevo in atto. Provavo una sensazione mista tra paura e ansia. Non volevo fallire un rito così importante. Non volevo sbagliare il primo rituale che compivo quale Wakan del villaggio. Non volevo che il mio nuovo nome, "Zannargento", fosse associato alla sventura.
Il mio intento era quello di creare dei Totem differenti da quelli conosciuti dalla Tribù, che sapessero contenere Spiriti potenti e che permettessero, al Qwaylar ritenuto degno, di avere un contatto più diretto e profondo con lo Spirito.
Posizionai un tavolo di solido legno nei pressi della grotta del villaggio che accoglie il Tempio di Mawu, e sparsi tutto attorno petali degli Spiriti a protezione del rituale.
Quando il rito ebbe inizio, le fiaccole e il fumo aleggiavano intorno all’area designata. Dove prima si udivano il suono della risacca e i versi degli animali notturni, ora c’era solo il battente risuonare dei tamburi e dei canti tribali che si protrassero per l’intera notte.
Jibal'ba e Khewe accesero un fuoco sotto un pentolone con lo scopo di far bruciare i petali di loto nero e i petali degli Spiriti. Makena purificò la zona con la polvere nera e con il fuoco.
La mia voce si sollevava invocando ogni Spirito, perché in ogni fase della costruzione le nostre mani fossero da essi guidate secondo la loro forza modellatrice. Al mio canto seguiva ritmicamente quello dell’intera Tribù, le nostre voci avviluppate come fili di una corda possente.
Così le ossa del Dracolich furono incise con simboli spirituali, i crini filati. I Totem furono assemblati dalle esperte mani di Spire Nere: intrecciò la pelliccia dorata del Minotauro per creare un cordino robusto che fu fatto passare tra le piume e le ossa di Dracolich. Sangue fu sparso sui ciondoli, perché sancisse il legame tra gli spiriti dei Qwaylar e quello degli Spiriti-guida, fumi e cenere li avvolsero, in purificazione.
Dopo che fu conclusa l’invocazione finale a Mawu, deposi i Totem vicino alla grotta sacra con accanto un cesto con fiori degli spiriti, candele e altre erbe per tenere lontani gli spiriti vaganti.
In attesa.
Ora bisognava trovare gli Spiriti-guida.