- Tue Oct 29, 2019 1:18 am
#2402
Solfeggiante 283
Il mare sulla costa di Tortuga era tranquillo. Ma l'animo di quello strano nordico era tutt'altro che sereno. Nel giro di pochi anni aveva vissuto un turbinio di esperienze che lo avevano preso e scaraventato in situazioni che non avrebbe mai immaginato.
Sino a pochi anni fa era un semplice ricercatore spirituale, in ritiro al Picco dell'Aquila. In cerca di quella comprensione superiore che a pochi umani è data e che nasconde in se stessa forse l'essenza del vivere. Anni infruttuosi in quanto Gartax non gli aveva neanche mai rivelato la ricetta dei biscotti, della Sua saggezza nemmeno l'ombra.
Disilluso tornò a Helcaraxe e iniziò piano piano a abbandonare la preghiera per dedicarsi alla Patria. Quante parole bellissime lo avevano convinto a diventare Turas. Onore, Principi, Fedeltà.
Aveva appena assaggiato di cosa si trattasse quando, con i Deva che incombevano su Ardania, si assunse l'onere e l'onore di guidare il Clan Valdar e così di guidare anche il Regno dei Ghiacci, in Guerra.
Una guerra vinta. Una guerra che vide il nord ricrescere e ripopolarsi.
Ma, si sà, i nemici uniscono i popoli ma è in tempo di pace si vede la vera difficoltà nel gestire un regno.
Bjolf aveva molti progetti per Helcaraxe, una nuova idea di Nord, i cinque Clan finalmente in pace, pronti a dominare i mari e le terre del Nord. Voleva ridare la prosperità e la forza che il popolo del Nord meritava e che troppi anni di Jarl rudi e poco lungimiranti gli avevano tolto.
Ma tutti quei sogni si infransero durante un Thing del Clan.
Quel giorno come Capo Clan aveva riunito tutti i Valdar, che avevano lasciato le loro attività per riunirsi nel fiordo di Kaek e ascoltare le sue parole. Quel giorno voleva iniziare una nuova con annunci importanti.
Mancava solo una cosa per iniziare, la legittimità. Bjolf infatti era stato eletto Jarl in una situazione di emergenza da pochi membri del Clan, come Turas per di più. Ora che era finita la guerra doveva rispettare le tradizioni e meritarsi quel titolo in combattimento.
Sicuro di essere tanto stimato da non avere rivali chiese davanti a decine di uomini e donne del Clan se qualcuno rivendicava per se tale titolo sfidandolo a duello. Convinto del silenzio di tutti stava per passare oltre quando una voce si levò dal gruppo. Qualcuno aveva accettato la sfida.
Gli occhi caddero sull'uomo che accettò. Era Thorgad, uno dei combattenti più feroci del Nord. Si narravano storie tremende sul suo stato di furia in battaglia. Stupito e preoccupato Bjolf annuì, figendosi sicuro, e si portò in mezzo al villaggio, circondato da tutti gli uomini e le donne del Clan.
La sfida iniziò, dopo alcuni istanti a studiarsi iniziarono a colpirsi. Sembrò più facile del previsto inizialmente, i colpi di forca di Bjolf, veloci e precisi, colpivano il grosso Thorgad talmente spesso da bloccarlo negli arti. Ma improvvisamente il grosso nordico esplose nella sua leggendaria rabbia e i colpi di bardica ferirono gravemente Bjolf.
Cadendo a terrà vide il mondo ribaltarsi e insieme al suo sangue gaccero a terra anche i suoi sogni per Helcaraxe. Nell'attimo in cui la testa di Bjolf cadde a terra, l'elmo battè sulla neve con un rumore metallico attenuato dal terreno innevato. In quell'istante fu invaso della consapevolezza che aveva trascurato il Signore della Forgia e il Padre lo aveva abbandonato. Il Thing ripartì, ma con un nuovo Jarl.
I mesi seguenti furono un susseguirsi di eventi negativi, per ultimo, nel Dodecabrullo 281, nello stretto di mare tra il continente elfico e la Baronia, una nave da guerra elfica cercò di bloccarlo intimandogli l'alt. Mai avrebbe permesso agli sporchi gambesecche di fermarlo. Già li vedeva boriosi con i loro toni da padroni di Ardania chiedergli cosa facesse, dove andasse e magari chiedergli una tassa per il passaggio. Giammai!
Pur solo, e con una Drakkar più lenta, riuscì a scappare dalla nave nemica che gli lanciava alle spalle incantesimi di ogni tipo. Era quasi al porto di Helcaraxe quando con una manovra la nave elfica gli tagliò la strada e si mise sulla sua rotta, con un forte botto le due imbarcazioni si speronarono con grossi danni, il controvelaccio della Drakkar di Bjolf si stacco schiacciandogli la gamba.
Ma non si perse d'animo! Intimò al timoniere di virare sulla costa ovest sfruttando il vento a favore, gli Elfi furono lenti a seguirlo e ebbe quei pochi istanti per attraccare su una costa disabitata accanto a altre navi e nascondersi sul ponte dell'imbarcazione.
Una questione di secondi, confusa tra le altre Drakkar, la nave da guerra elfica gli passò accanto e tirò dritto ma non si accorse che era ancora a bordo! Era fatta! Zoppicando scese e si trascinò fino al VIllaggio del fiordo.
La gamba era gravemente schiacciata ma l'onore era salvo.
Purtroppo la ferita era grave e nessuno sembrò in grado di curarlo a Helcaraxe.
Passarono giorni, settimane, mesi.
Bjolf era chiuso in casa, la vergogna per quella gamba che non funzionava era troppa. Iniziò a dimagrire e smise di combattere, se solo fosse morto in quell'attacco elfico sarebbe stato nel Valhalla accanto ai suoi antenati e al Grande Fabbro. E invece ora era semplicemente uno storpio solo.
Ma una mattina arrivò l'inaspettato.
La grande sala di casa sua era appena stata illuminata dalla luce dell'alba. Sfatto e spettinato Bjolf ancora dormiva assiduamente quando dei rumori dalla porta attirarono la sua attenzione. Sembrava un animale che raschiava sulla porta.
Zoppicando, ascia leggera in mano, si avviò alla porta convinto che qualche bestia si fosse inoltrata nell'isola dei cittadini. Dopo un grosso respirò aprì la porta pronto a colpire ma... non vi era niente dall'atra parte.
Si accorse solo di un foglio a terra. Dopo essersi guardato attorno più volte lo raccolse e lo lesse.
Vi erano diverse rune di protezione disegnate sopra e poi una scritta. "Vai al monastero, il tuo futuro ti aspetta lì. Nimue"
Scosso e sorpeso, il grosso nordico si fece scappare una lacrima leggendo quelle parole enigmatiche scritte dalla sua più cara amica. La vecchia Kunnigr ormai bandita.
Nel giro di alcuni giorni organizzò il viaggio e partì per il monastero.
Lì scoprì che la sua amica, sapendo del suo stato, gli aveva organizzando un incontro con un curatore errante. Così dopo aver chiesto il permesso di soggiornare ai Cavalieri dell'Alba iniziò un percorso di cure mistiche, di intrugli e di massaggi e alla fine guarì.
Ma quei mesi al monastero risvegliarono in lui la consapevolezza del suo legame con il Padre.
Allo stesso tempo capì che Helcaraxe non poteva più rimanere la sua casa. Troppi ricordi amari e troppa solitudine.
Lasciò così tutti i suoi averi in regalo all'Ordine della Quercia, per ringraziare Nimue del regalo, con una Drakkar e una manciata di vestiti partì.
Non vi erano molti posti ospitali lontano dal Nord, così scelse un luogo per emarginati, Tortuga.
Il mare sulla costa di Tortuga era tranquillo. Ma l'animo di quello strano nordico era tutt'altro che sereno. Nel giro di pochi anni aveva vissuto un turbinio di esperienze che lo avevano preso e scaraventato in situazioni che non avrebbe mai immaginato.
Sino a pochi anni fa era un semplice ricercatore spirituale, in ritiro al Picco dell'Aquila. In cerca di quella comprensione superiore che a pochi umani è data e che nasconde in se stessa forse l'essenza del vivere. Anni infruttuosi in quanto Gartax non gli aveva neanche mai rivelato la ricetta dei biscotti, della Sua saggezza nemmeno l'ombra.
Disilluso tornò a Helcaraxe e iniziò piano piano a abbandonare la preghiera per dedicarsi alla Patria. Quante parole bellissime lo avevano convinto a diventare Turas. Onore, Principi, Fedeltà.
Aveva appena assaggiato di cosa si trattasse quando, con i Deva che incombevano su Ardania, si assunse l'onere e l'onore di guidare il Clan Valdar e così di guidare anche il Regno dei Ghiacci, in Guerra.
Una guerra vinta. Una guerra che vide il nord ricrescere e ripopolarsi.
Ma, si sà, i nemici uniscono i popoli ma è in tempo di pace si vede la vera difficoltà nel gestire un regno.
Bjolf aveva molti progetti per Helcaraxe, una nuova idea di Nord, i cinque Clan finalmente in pace, pronti a dominare i mari e le terre del Nord. Voleva ridare la prosperità e la forza che il popolo del Nord meritava e che troppi anni di Jarl rudi e poco lungimiranti gli avevano tolto.
Ma tutti quei sogni si infransero durante un Thing del Clan.
Quel giorno come Capo Clan aveva riunito tutti i Valdar, che avevano lasciato le loro attività per riunirsi nel fiordo di Kaek e ascoltare le sue parole. Quel giorno voleva iniziare una nuova con annunci importanti.
Mancava solo una cosa per iniziare, la legittimità. Bjolf infatti era stato eletto Jarl in una situazione di emergenza da pochi membri del Clan, come Turas per di più. Ora che era finita la guerra doveva rispettare le tradizioni e meritarsi quel titolo in combattimento.
Sicuro di essere tanto stimato da non avere rivali chiese davanti a decine di uomini e donne del Clan se qualcuno rivendicava per se tale titolo sfidandolo a duello. Convinto del silenzio di tutti stava per passare oltre quando una voce si levò dal gruppo. Qualcuno aveva accettato la sfida.
Gli occhi caddero sull'uomo che accettò. Era Thorgad, uno dei combattenti più feroci del Nord. Si narravano storie tremende sul suo stato di furia in battaglia. Stupito e preoccupato Bjolf annuì, figendosi sicuro, e si portò in mezzo al villaggio, circondato da tutti gli uomini e le donne del Clan.
La sfida iniziò, dopo alcuni istanti a studiarsi iniziarono a colpirsi. Sembrò più facile del previsto inizialmente, i colpi di forca di Bjolf, veloci e precisi, colpivano il grosso Thorgad talmente spesso da bloccarlo negli arti. Ma improvvisamente il grosso nordico esplose nella sua leggendaria rabbia e i colpi di bardica ferirono gravemente Bjolf.
Cadendo a terrà vide il mondo ribaltarsi e insieme al suo sangue gaccero a terra anche i suoi sogni per Helcaraxe. Nell'attimo in cui la testa di Bjolf cadde a terra, l'elmo battè sulla neve con un rumore metallico attenuato dal terreno innevato. In quell'istante fu invaso della consapevolezza che aveva trascurato il Signore della Forgia e il Padre lo aveva abbandonato. Il Thing ripartì, ma con un nuovo Jarl.
I mesi seguenti furono un susseguirsi di eventi negativi, per ultimo, nel Dodecabrullo 281, nello stretto di mare tra il continente elfico e la Baronia, una nave da guerra elfica cercò di bloccarlo intimandogli l'alt. Mai avrebbe permesso agli sporchi gambesecche di fermarlo. Già li vedeva boriosi con i loro toni da padroni di Ardania chiedergli cosa facesse, dove andasse e magari chiedergli una tassa per il passaggio. Giammai!
Pur solo, e con una Drakkar più lenta, riuscì a scappare dalla nave nemica che gli lanciava alle spalle incantesimi di ogni tipo. Era quasi al porto di Helcaraxe quando con una manovra la nave elfica gli tagliò la strada e si mise sulla sua rotta, con un forte botto le due imbarcazioni si speronarono con grossi danni, il controvelaccio della Drakkar di Bjolf si stacco schiacciandogli la gamba.
Ma non si perse d'animo! Intimò al timoniere di virare sulla costa ovest sfruttando il vento a favore, gli Elfi furono lenti a seguirlo e ebbe quei pochi istanti per attraccare su una costa disabitata accanto a altre navi e nascondersi sul ponte dell'imbarcazione.
Una questione di secondi, confusa tra le altre Drakkar, la nave da guerra elfica gli passò accanto e tirò dritto ma non si accorse che era ancora a bordo! Era fatta! Zoppicando scese e si trascinò fino al VIllaggio del fiordo.
La gamba era gravemente schiacciata ma l'onore era salvo.
Purtroppo la ferita era grave e nessuno sembrò in grado di curarlo a Helcaraxe.
Passarono giorni, settimane, mesi.
Bjolf era chiuso in casa, la vergogna per quella gamba che non funzionava era troppa. Iniziò a dimagrire e smise di combattere, se solo fosse morto in quell'attacco elfico sarebbe stato nel Valhalla accanto ai suoi antenati e al Grande Fabbro. E invece ora era semplicemente uno storpio solo.
Ma una mattina arrivò l'inaspettato.
La grande sala di casa sua era appena stata illuminata dalla luce dell'alba. Sfatto e spettinato Bjolf ancora dormiva assiduamente quando dei rumori dalla porta attirarono la sua attenzione. Sembrava un animale che raschiava sulla porta.
Zoppicando, ascia leggera in mano, si avviò alla porta convinto che qualche bestia si fosse inoltrata nell'isola dei cittadini. Dopo un grosso respirò aprì la porta pronto a colpire ma... non vi era niente dall'atra parte.
Si accorse solo di un foglio a terra. Dopo essersi guardato attorno più volte lo raccolse e lo lesse.
Vi erano diverse rune di protezione disegnate sopra e poi una scritta. "Vai al monastero, il tuo futuro ti aspetta lì. Nimue"
Scosso e sorpeso, il grosso nordico si fece scappare una lacrima leggendo quelle parole enigmatiche scritte dalla sua più cara amica. La vecchia Kunnigr ormai bandita.
Nel giro di alcuni giorni organizzò il viaggio e partì per il monastero.
Lì scoprì che la sua amica, sapendo del suo stato, gli aveva organizzando un incontro con un curatore errante. Così dopo aver chiesto il permesso di soggiornare ai Cavalieri dell'Alba iniziò un percorso di cure mistiche, di intrugli e di massaggi e alla fine guarì.
Ma quei mesi al monastero risvegliarono in lui la consapevolezza del suo legame con il Padre.
Allo stesso tempo capì che Helcaraxe non poteva più rimanere la sua casa. Troppi ricordi amari e troppa solitudine.
Lasciò così tutti i suoi averi in regalo all'Ordine della Quercia, per ringraziare Nimue del regalo, con una Drakkar e una manciata di vestiti partì.
Non vi erano molti posti ospitali lontano dal Nord, così scelse un luogo per emarginati, Tortuga.
Last edited by Waljin on Tue Oct 29, 2019 2:00 am, edited 1 time in total.
il Vecchio Eyvind
fu Bjolf Colui che ha pescato il Kraken Bianco
fu Bjolf Colui che ha pescato il Kraken Bianco