- Fri Oct 18, 2019 6:00 pm
#1481
Sull'isola dei ghiacci soffiava un vento gelido.
Il freddo dell'inverno ghermiva con ferocia quelle terre, rendendo la vita quotidiana di tutti i giorni una sfida.
Al centro della piazza di Helcaraxe sorgeva la Rocca dei ghiacci; alta ed austera con le sue pietre nere, torreggiava sull'isola come guardiano silente incurante del vento e della neve.
Ai suoi piedi vi era un piccolo falò. Le sue deboli fiamme lottavano contro il vento per non spegnersi e morire ma quello che colpiva maggiormente era l'enorme figura curva su di esso.
La luce gli Illuminavano debolmente i lineamenti del viso, rudi e segnati dalla battaglia.
Thorgad del Clan Valdar era intento a cucinare la sua preda, quando all'improvviso un purosangue Nordico lanciato a tutta velocità irruppe nella piazza.
Un nero manto scese da cavallo e scivolando come un ombra si mostrò al fuoco, scoprendo il volto con aria tesa.
“Il forte...il forte Stufflein è stato preso, bianche e fitte ragnatele lo avvolgono!”.
Con aria sconvolta esclamò.
Alzando lo sguardo dal focolare Thorgad fissò dritto negli occhi l’uomo e con i suoi occhi scuri e spenti disse:
“Per tutti i martelli di Aengus, cosa stai dicendo Vegard? le guardie nere hanno bisogno d’aiuto con le pulizie ?”
Disse con il suo solito tono, celando in lui una fiamma battagliera che nessun vento del nord poteva affievolire.
“Yggdrasil! La situazione è seria, bisogna agire ,adesso!!”
con tono più deciso e fermo la guardia nera rispose al grosso nordico.
Alzandosi in piedi, Thorgard impugnò il suo enorme martello e ruggì:
“Cerca i Syskar sull’isola di grandinverno, io li cercherò qui; raccoglieremo quanti più guerrieri possibili e faremo capire a quelle bestie che hanno scelto il luogo sbagliato per la loro tana!”
Corni e richiami ruppero il silenzio di quella sera, mentre venivano chiamati a raccolta quanti più guerrieri possibili.
Una volta radunati presero il mare come nubi di tempesta, pronte ad abbattere con la loro furia qualsiasi pazzo o creatura che osava sfidare il volere del Nord in quelle Terre.
Le loro lunghe Drakkar solcavano le onde del mare agitato. I bianchi spruzzi delle onde si infrangevano con violenza sullo scafo delle navi mentre il vento gonfiava con impeto le loro vele.
Joakim dei Van Duvel tratteneva con le sue imponenti braccia le corde delle vele, ridendo gioso, assaporando la battaglia imminente.
Danu, la signora dei mari, osservava i suoi figli con benevolenza; strumenti della sua furia nei mari del nord!
La traversata fu veloce sino al porto nascosto dei cunicoli, da lì iniziarono a galoppare cautamente fra le gallerie del villaggio Kessel.
Un chiaro di luna illuminava il Borgo nascosto di Hullborg; i mastri d’ascia avevano finito i lavori da pochi giorni.
Il paesaggio allietava la vista dei Nordici. I focolari che illuminavano le case e i bianchi tetti splendenti, rendeva magica la vista.
Ma appena dopo gli ultimi focolai delle mura, l’oscura foresta della Baronia li attendeva.
Seguirono il sentiero senza interruzioni, sino ai piedi della montagna dove era celato il forte Stufflein.
Il passaggio segreto era ricoperto da una serie di fitte ragnatele, impossibili da oltrepassare; nè fuoco nè metallo le scalfiva.
Ulfryl ed Helis si avvicinarono per cercare invano di aprire una breccia nelle fitte tele, mentre la Gael Kamali osservava silente.
Vegard si avvicinò a Thorgad e con tono cupo. Disse che la situazione alla porta principale era la stessa.
I due discussero su alcune tattiche per forzare quel blocco fino a che…
“TRACCE, TRACCE FRESCHE!!! “
esclamò Bartas con aria eccitata
La Baronia non è un luogo ospitale, solo poche persone o avventurieri preparati possono avventurarsi senza la luce delle torce.
Era un dovere per i Nordici controllare, seguendo le orme sino all’inizio del sentiero che portava a Picco dell’Aquila.
Le tracce sempre più fresche proseguivano nella fitta foresta.
Un rumore di cavalli ruppe improvvisamente la quiete .
Dalla fitta boscaglia comparvero diverse figure in sella a dei purosangue.
Senza vessilli, i guerrieri dalle sembianze Nordiche dominavo le loro cavalcature imbizzarrite, ben armati e agguerriti.
Uno fra loro si fece avanti ed esclamò…
“Siamo venuti qui per prendere i vostri averi, consegnateci le vostre monete o le prenderemo dai vostri corpi!”
Thorgad essendo il più temprato fra i compagni si fece avanti ed esclamò…
"Se è la battaglia quella che cerchi, l’hai trovata!”
Roteando il martello in aria gridò con tutta la sua forza.
“VITTORIA O VALHALLAAAA”
Dopo aver esclamato il grido di guerra i due gruppi caricarono con tutta la loro foga.
I Razziatori, con stupore dei manti cremisi, riuscirono a rompere le linee.
I guerrieri di Helcaraxe avevano sottovalutato i loro avversari, credendoli dei briganti sprovveduti.
Thorgad travolto da una lancia cadde giù da cavallo subendo una brutta ferita al ventre.
I compagni dietro di lui indietreggiando si divisero e, continuamente sparpagliati dalle cariche furibonde, crearono il caos.
La battaglia imperversava furiosa.
Urla di guerra e colpi di acciaio riempirono la fredda notte della Baronia.
Guardandosi intorno spaesato Thorgad vide i fratelli in difficoltà.
I loro avversari erano temibili, i loro colpi erano tremendi e la loro fame di vittoria era più forte.
Dentro Thorgad divampò una fiamma; una rabbia mista a gioia scosse tutto il suo corpo e rialzandosi in preda alla furia cieca roteò il suo maglio scattando in avanti.
L’ebbrezza del momento, della difficoltà di una battaglia onorevole lo pervase. Poteva conquistare il suo posto nel Valhalla. Doveva prenderlo!
Colpì un razziatore in pieno debilitandolo, poi schivò un ascia bipenne.
In fine si trovò di fronte al Nordico con cui aveva parlato.
I due si guardarono con sguardi accesi.
Il capo dei Razziatori spronò il suo cavallo, galoppando con furia dritto verso Thorgad che lo attendeva come una belva, stringendo il suo martello da guerra con forza disumana.
L’impatto del martello di Thorgad fu devastante, ma per qualche caso fortuito il suo avversario riuscì a tenersi in groppa al cavallo.
Due razziatori vedendo la scena corsero in aiuto colpendo Thorgad alle gambe, facendolo crollare sulle ginocchia.
La Battaglia sembrava finita e con aria fiera il Razziatore si ergeva davanti a Thorgad.
Con la mano silla ferita e in ginocchio con il suo martello, L'Yggdrasill pronunciò le seguenti parole…
“Sono Thorgad del Clan Valdar...Hai combattuto con onore, chi sei ?”
Il Razziatore togliendosi l’elmo e guardandolo con aria fiera disse:
“Sò bene chi sei...io sono Rorik il senza terra, e sono venuto qui insieme ai miei fratelli per razziare. Prenderò le vostre terre, i vostri soldi e le vostre donne.”
Thorgad lanciò una sacca colma di monente e sorridendo con aria insolitamente contenta disse:
“Hai combattuto bene Rorik, queste sono tue di diritto, ma sappi che la Baronia è di Helcaraxe! Ci scontreremo ancora sino a quando uno dei due non vedrà il Valhalla”.
Rorik di tutta risposta esclamò.
“Con il tuo maglio me l’hai quasi fatto vedere il Valhalla, ma questa notte è nostra. La battaglia è finita ma torneremo presto”
I razziatori raccolsero le monete e si dileguarono urlando vittoriosi.
I manti cremisi si ritirarono al picco dell’Aquila, mentre Thorgad venne accompagnato dal giovane Eoghan che stava per completare la sua Urval.
Sputando sangue il vecchio Nordico si mise a ridere.
Preoccupato il giovane orso si avvicinò…
“Siamo quasi arrivati, ma non ti preoccupare ci vendicheremo..”
Thorgad lo fulminò con i suoi occhi scuri e tuonò.
“VENDICARSI??? Non c’è onore più grande che combattere contro avversari degni. Aengus ci ha donato una degna battaglia questa sera e ne verranno altre, la vendetta è un subdolo sentimento delle valli verdi.
Gioisci stolto perchè dal Valhalla i nostri degni avi ci guardano!”
Così dicendo si avviò con passo deciso ai cancelli del borgo nascosto, lasciando il giovane orso a meditare sulle sue parole.
Il freddo dell'inverno ghermiva con ferocia quelle terre, rendendo la vita quotidiana di tutti i giorni una sfida.
Al centro della piazza di Helcaraxe sorgeva la Rocca dei ghiacci; alta ed austera con le sue pietre nere, torreggiava sull'isola come guardiano silente incurante del vento e della neve.
Ai suoi piedi vi era un piccolo falò. Le sue deboli fiamme lottavano contro il vento per non spegnersi e morire ma quello che colpiva maggiormente era l'enorme figura curva su di esso.
La luce gli Illuminavano debolmente i lineamenti del viso, rudi e segnati dalla battaglia.
Thorgad del Clan Valdar era intento a cucinare la sua preda, quando all'improvviso un purosangue Nordico lanciato a tutta velocità irruppe nella piazza.
Un nero manto scese da cavallo e scivolando come un ombra si mostrò al fuoco, scoprendo il volto con aria tesa.
“Il forte...il forte Stufflein è stato preso, bianche e fitte ragnatele lo avvolgono!”.
Con aria sconvolta esclamò.
Alzando lo sguardo dal focolare Thorgad fissò dritto negli occhi l’uomo e con i suoi occhi scuri e spenti disse:
“Per tutti i martelli di Aengus, cosa stai dicendo Vegard? le guardie nere hanno bisogno d’aiuto con le pulizie ?”
Disse con il suo solito tono, celando in lui una fiamma battagliera che nessun vento del nord poteva affievolire.
“Yggdrasil! La situazione è seria, bisogna agire ,adesso!!”
con tono più deciso e fermo la guardia nera rispose al grosso nordico.
Alzandosi in piedi, Thorgard impugnò il suo enorme martello e ruggì:
“Cerca i Syskar sull’isola di grandinverno, io li cercherò qui; raccoglieremo quanti più guerrieri possibili e faremo capire a quelle bestie che hanno scelto il luogo sbagliato per la loro tana!”
Corni e richiami ruppero il silenzio di quella sera, mentre venivano chiamati a raccolta quanti più guerrieri possibili.
Una volta radunati presero il mare come nubi di tempesta, pronte ad abbattere con la loro furia qualsiasi pazzo o creatura che osava sfidare il volere del Nord in quelle Terre.
Le loro lunghe Drakkar solcavano le onde del mare agitato. I bianchi spruzzi delle onde si infrangevano con violenza sullo scafo delle navi mentre il vento gonfiava con impeto le loro vele.
Joakim dei Van Duvel tratteneva con le sue imponenti braccia le corde delle vele, ridendo gioso, assaporando la battaglia imminente.
Danu, la signora dei mari, osservava i suoi figli con benevolenza; strumenti della sua furia nei mari del nord!
La traversata fu veloce sino al porto nascosto dei cunicoli, da lì iniziarono a galoppare cautamente fra le gallerie del villaggio Kessel.
Un chiaro di luna illuminava il Borgo nascosto di Hullborg; i mastri d’ascia avevano finito i lavori da pochi giorni.
Il paesaggio allietava la vista dei Nordici. I focolari che illuminavano le case e i bianchi tetti splendenti, rendeva magica la vista.
Ma appena dopo gli ultimi focolai delle mura, l’oscura foresta della Baronia li attendeva.
Seguirono il sentiero senza interruzioni, sino ai piedi della montagna dove era celato il forte Stufflein.
Il passaggio segreto era ricoperto da una serie di fitte ragnatele, impossibili da oltrepassare; nè fuoco nè metallo le scalfiva.
Ulfryl ed Helis si avvicinarono per cercare invano di aprire una breccia nelle fitte tele, mentre la Gael Kamali osservava silente.
Vegard si avvicinò a Thorgad e con tono cupo. Disse che la situazione alla porta principale era la stessa.
I due discussero su alcune tattiche per forzare quel blocco fino a che…
“TRACCE, TRACCE FRESCHE!!! “
esclamò Bartas con aria eccitata
La Baronia non è un luogo ospitale, solo poche persone o avventurieri preparati possono avventurarsi senza la luce delle torce.
Era un dovere per i Nordici controllare, seguendo le orme sino all’inizio del sentiero che portava a Picco dell’Aquila.
Le tracce sempre più fresche proseguivano nella fitta foresta.
Un rumore di cavalli ruppe improvvisamente la quiete .
Dalla fitta boscaglia comparvero diverse figure in sella a dei purosangue.
Senza vessilli, i guerrieri dalle sembianze Nordiche dominavo le loro cavalcature imbizzarrite, ben armati e agguerriti.
Uno fra loro si fece avanti ed esclamò…
“Siamo venuti qui per prendere i vostri averi, consegnateci le vostre monete o le prenderemo dai vostri corpi!”
Thorgad essendo il più temprato fra i compagni si fece avanti ed esclamò…
"Se è la battaglia quella che cerchi, l’hai trovata!”
Roteando il martello in aria gridò con tutta la sua forza.
“VITTORIA O VALHALLAAAA”
Dopo aver esclamato il grido di guerra i due gruppi caricarono con tutta la loro foga.
I Razziatori, con stupore dei manti cremisi, riuscirono a rompere le linee.
I guerrieri di Helcaraxe avevano sottovalutato i loro avversari, credendoli dei briganti sprovveduti.
Thorgad travolto da una lancia cadde giù da cavallo subendo una brutta ferita al ventre.
I compagni dietro di lui indietreggiando si divisero e, continuamente sparpagliati dalle cariche furibonde, crearono il caos.
La battaglia imperversava furiosa.
Urla di guerra e colpi di acciaio riempirono la fredda notte della Baronia.
Guardandosi intorno spaesato Thorgad vide i fratelli in difficoltà.
I loro avversari erano temibili, i loro colpi erano tremendi e la loro fame di vittoria era più forte.
Dentro Thorgad divampò una fiamma; una rabbia mista a gioia scosse tutto il suo corpo e rialzandosi in preda alla furia cieca roteò il suo maglio scattando in avanti.
L’ebbrezza del momento, della difficoltà di una battaglia onorevole lo pervase. Poteva conquistare il suo posto nel Valhalla. Doveva prenderlo!
Colpì un razziatore in pieno debilitandolo, poi schivò un ascia bipenne.
In fine si trovò di fronte al Nordico con cui aveva parlato.
I due si guardarono con sguardi accesi.
Il capo dei Razziatori spronò il suo cavallo, galoppando con furia dritto verso Thorgad che lo attendeva come una belva, stringendo il suo martello da guerra con forza disumana.
L’impatto del martello di Thorgad fu devastante, ma per qualche caso fortuito il suo avversario riuscì a tenersi in groppa al cavallo.
Due razziatori vedendo la scena corsero in aiuto colpendo Thorgad alle gambe, facendolo crollare sulle ginocchia.
La Battaglia sembrava finita e con aria fiera il Razziatore si ergeva davanti a Thorgad.
Con la mano silla ferita e in ginocchio con il suo martello, L'Yggdrasill pronunciò le seguenti parole…
“Sono Thorgad del Clan Valdar...Hai combattuto con onore, chi sei ?”
Il Razziatore togliendosi l’elmo e guardandolo con aria fiera disse:
“Sò bene chi sei...io sono Rorik il senza terra, e sono venuto qui insieme ai miei fratelli per razziare. Prenderò le vostre terre, i vostri soldi e le vostre donne.”
Thorgad lanciò una sacca colma di monente e sorridendo con aria insolitamente contenta disse:
“Hai combattuto bene Rorik, queste sono tue di diritto, ma sappi che la Baronia è di Helcaraxe! Ci scontreremo ancora sino a quando uno dei due non vedrà il Valhalla”.
Rorik di tutta risposta esclamò.
“Con il tuo maglio me l’hai quasi fatto vedere il Valhalla, ma questa notte è nostra. La battaglia è finita ma torneremo presto”
I razziatori raccolsero le monete e si dileguarono urlando vittoriosi.
I manti cremisi si ritirarono al picco dell’Aquila, mentre Thorgad venne accompagnato dal giovane Eoghan che stava per completare la sua Urval.
Sputando sangue il vecchio Nordico si mise a ridere.
Preoccupato il giovane orso si avvicinò…
“Siamo quasi arrivati, ma non ti preoccupare ci vendicheremo..”
Thorgad lo fulminò con i suoi occhi scuri e tuonò.
“VENDICARSI??? Non c’è onore più grande che combattere contro avversari degni. Aengus ci ha donato una degna battaglia questa sera e ne verranno altre, la vendetta è un subdolo sentimento delle valli verdi.
Gioisci stolto perchè dal Valhalla i nostri degni avi ci guardano!”
Così dicendo si avviò con passo deciso ai cancelli del borgo nascosto, lasciando il giovane orso a meditare sulle sue parole.
Forgia il tuo valore e tempra il tuo spirito
Thorgad Valdarsen *Bellissimo il libro delle Rune, ma mancano le Ikke*..."Gira il libro str****"
Discord Zenzero#1121
Thorgad Valdarsen *Bellissimo il libro delle Rune, ma mancano le Ikke*..."Gira il libro str****"
Discord Zenzero#1121